Movida e tutela di riposo, salute e vivibilità urbana: arriva l’articolo 44 ter del Regolamento di Polizia Urbana

Approvate oggi dal Consiglio Comunale di Torino (22 voti favorevoli: M5S; 2 contrari: Artesio, Grippo; 2 astenuti: Tisi, Tresso), alcune modifiche al Regolamento di Polizia Urbana (n°. 221), illustrate in aula dall’assessore al Commercio Alberto Sacco.

In particolare, con la deliberazione votata dalla Sala Rossa viene ora inserito nel Regolamento l’articolo 44 ter: “Tutela del riposo, della salute e della vivibilità urbana in determinate aree cittadine interessate da afflusso particolarmente rilevante di persone”.

Un’introduzione ritenuta necessaria “a tutela di interessi costituzionalmente rilevanti” – quali salute (intesa anche come diritto a riposo e tranquillità dei residenti) e tutela dei lavoratori, dell’ambiente e del patrimonio culturale – nonché per contrastare situazioni di degrado e grave incuria.

A tal fine, il nuovo articolo prevede una serie di prescrizioni (e relative sanzioni), da adottare in determinate aree del territorio cittadino coinvolte da afflussi particolarmente rilevanti di persone (ovvero interessate al cosiddetto fenomeno della “movida”) in cui sono emerse criticità relative alla vivibilità cittadina.

Le aree potranno essere individuate tramite deliberazione della Giunta Comunale, assunta previa informazione alla competente Commissione Consiliare e in conformità ai principi e ai criteri direttivi eventualmente da essa indicati, anche su segnalazione della Circoscrizione interessata o degli Organi di Polizia.

Tra le prescrizioni da osservare in tali aree, ad esempio, la normativa impone agli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto (i cosiddetti “minimarket”) di sospendere la vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche dalle 21.00 alle 24.00 (fermo restando il divieto già in vigore dalle 24.00 alle 6.00). Così come prevede il COMMA 1 – LETTERA C dell’art. 44 ter.

Anche tutte le medie e grandi strutture di vendita del settore alimentare e misto dovranno sospendere la vendita di tali bevande delle 21.00 alle 6.00. Così come prevede il COMMA 1 – LETTERA B dell’art. 44 ter.

Per le attività artigianali che espongono e/o vendono bevande alcoliche e superalcoliche (comprese quelle artigiane di prodotti alimentari di propria produzione) sarà sospesa l’attività di vendita di bevande alcoliche e superalcoliche dalle ore 21.00 alle 6.00, ma sarà consentita fino alle ore 23.00 la vendita per asporto di bevande alcoliche, a condizione che la bevanda sia venduta esclusivamente in abbinamento con alimenti preparati in loco da asporto, in quantità non eccedente il rapporto di uno a uno (un alimento/una bevanda alcolica) e sia racchiusa in contenitori opportunamente confezionati. La stessa prescrizione varrà anche per il servizio di consegna a domicilio (food delivery).

Anche gli apparecchi automatici andranno configurati per inibire la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione dalle 21.00 alle 24.00 (fermo restando il divieto già in vigore dalle 24.00 alle 6.00). Così come prevede il COMMA 1 – LETTERA E dell’art. 44 ter.

Le attività di somministrazione, commerciali e artigianali dovranno rendere note al pubblico tali prescrizioni mediante l’esposizione di appositi cartelli, visibili sia all’interno che all’esterno del locale.

La votazione del provvedimento è stata proceduta da un dibattito:

Maria Grazia Grippo (PD): L’obiettivo è lodevole, ma viene affrontato con un approccio parziale, superficiale, contraddittorio e cervellotico. Si dichiara l’emergenza movida, senza distinguere tra malamovida e ri-vitalizzazione del territorio. Servono politiche integrate, non sceriffi! Non sono neanche stati presi in considerazione i suggerimenti delle Circoscrizioni e dei territori, le cui istanze ho cercato di raccogliere in una mozione di accompagnamento al provvedimento. Si fa una politica “facile” fatta di divieti, senza confrontarsi con tutte le parti interessate, in particolare con i giovani.

Damiano Carretto (M5S): Questa Amministrazione, per la prima volta, cerca di agire su un problema che qualcuno ha dimenticato. La malamovida e l’impossibilità di risiedere in alcune zone della città forse a qualcuno facevano comodo in passato. È una situazione che invece andava affrontata! Questo sicuramente non sarà l’unico atto: ci sarà ancora molto lavoro da fare, sia tra i giovani che tra gli operatori della vita notturna. Non c’è un atteggiamento proibizionista, ma si vuole regolamentare la convivenza e agire in punti della città problematici, spesso situati anche in aree periferiche.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Non si doveva procedere con un Regolamento che chiama in causa l’intero Consiglio Comunale sul contenuto dei limiti, ma che lascia poi alla Giunta l’individuazione delle aree. Si vuole una copertura politica, senza cercare una mediazione e un dialogo con tutto il territorio. C’è un atteggiamento proibizionista che ha trovato la convergenza di alcuni interessi (ad esempio di chi non vuole una concorrenza a basso costo e dei residenti), ma ci sarebbe dovuto essere un confronto con le realtà giovanili. È una pessima delibera.

Francesco Tresso (Lista civica per Torino): Trovo stucchevole, a due anni dall’insediamento di questa Amministrazione, parlare ancora dei problemi ricevuti in eredità dalla Giunta precedente. Le precedenti ordinanze estive avevano ottenuto qualche risultato, ma temo che se le prescrizioni diventeranno strutturali non sarà più cosi. Anche perché sembra difficile che possano essere effettivamente fatti i controlli da parte della Polizia Municipale. Serve un’azione più articolata e concertata che coinvolga tutte le fasce della popolazione e le Circoscrizioni. È un atto senza visione.

Andrea Russi (M5S): Dopo anni di cattiva amministrazione, si tratta di una prima misura concreta e strutturale per arginare le criticità delle aree interessate dalla movida, che ripropone le misure sperimentate la scorsa estate con ordinanza. Misure efficaci, certo non risolutive, non fini a se stesse, ma inserite in progetti di riqualificazione. Un “sindaco della notte” – richiesto dalla mozione di accompagnamento (prima firmataria: Grippo) – senza poteri e senza capacità di spesa sarebbe una figura inutile.

Federico Mensio (M5S): Non possiamo dare incentivi per installare “doppi vetri” nei locali, come richiesto dalla mozione Grippo. Di solito, poi, si mettono per combattere il freddo, non per tapparsi dentro… Il problema maggiore poi sono i vetri delle bottiglie, non i bicchieri, come invece fa intendere la mozione. Ci sono questioni importanti che la delibera vuole risolvere, come la tutela del diritto al riposo di tutti in varie aree delle città, e non solo di chi abita nelle zone centrali.

Al termine del dibattito è intervenuto l’assessore alle Politiche Giovanili Marco Giusta: C’è una narrazione che parla di locali chiusi per colpa della Città, ma non è così. Ci sono invece problemi che derivano dalle concentrazioni di spazi: per questo abbiamo chiesto fondi alla Regione Piemonte e abbiamo scritto ai territori per favorire la fruizione dei centri di protagonismo giovanile. La movida è anche cultura, è anche un’occasione per conoscersi. Per questo bisogna ragionare sull’apertura di spazi e non solo sull’alcol e ci stiamo impegnando per costruire altre risposte.

Infine, ha preso la parola l’assessore al Commercio Alberto Sacco: Questo Regolamento non risolverà tutti i problemi di Torino legati alla malamovida, ma la Giunta si è trovata in una situazione molto difficile. Abbiamo un dialogo fortissimo con tutti i commercianti e abbiamo ricevuto apprezzamenti anche dai cittadini dopo le ordinanze dello scorso anno che hanno portato ora a queste modifiche del Regolamento di Polizia Urbana.

Respinta la mozione di accompagnamento al provvedimento (prima firmataria: Maria Grazia Grippo).

Massimiliano Quirico