L’eredità dell’Istituto del Buon Pastore, tra necessità di ricordare e di trasformare

Proporrò che il giardino dell’ex Istituto del Buon Pastore sia dedicato alle giovani donne che hanno trascorso parte della loro vita nel luogo considerato di correzione e di normalizzazione”.

Così si è espressa la presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo, al termine del convegno ospitato questa mattina in Sala Rossa, dal titolo Donne ai margini. Le eredità culturali dei luoghi dell’assistenza, dell’esclusione e dell’emarginazione sociale femminile nel secondo Dopoguerra, organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Torino in collaborazione con il Dipartimento di Studi storici dell’Università di Torino.

E’ stato un viaggio che, attraverso le parole di storici, di rappresentanti di istituzioni e di associazioni e tramite la lettura di documenti e lettere, ha ripercorso la vita nei luoghi di assistenza e in particolare, nel caso di Torino, “Il Buon Pastore”, luoghi per lo più di emarginazione femminile, di violenza e di forme culturali di esclusione.

Un convegno che, se da un lato ha riportato a galla, proprio nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, situazioni di sopraffazione e di disumanizzazione verso il genere femminile, ha dall’altro messo in luce la necessità che si conservi la memoria di quanto avvenuto in questi luoghi, al di là delle nuove destinazioni.

Si tratta di una progettualità di “storia applicata” nata un anno fa insieme ad un gruppo di storici, ha sottolineato Grippo, con il coinvolgimento della Giunta e della nuova proprietà dell’edificio ex Buon Pastore, nell’ambito delle grandi trasfomazioni urbanistiche per la trasformazione di edifici della nostra città abbandonati ma mai abbastanza raccontati.

Gli storici, da parte loro, hanno espresso il desiderio di farsi custodi delle eredità di quei luoghi e poterle tramandare.

La sessa nuova proprietà, l’impresa costruttrice Cogefa, che nell’edificio ristrutturato stabilirà la propria sede, ha espresso la disponibilità a collaborare, tramite la Fondazione Teresa Fantini, a partecipare al progetto di storia applicata.

Una bella sfida di condivisione collettiva della memoria che unisce attori pubblici e privati in cui il Consiglio comunale ha voluto fare da regia”, ha commentato ancora la Presidente Grippo.

Nelle conclusioni del convegno, al quale hanno preso parte decine di studenti e studentesse, l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni ha evidenziato come la città sia un corpo vivo che si evolve ma che, talvolta, come nel caso dell’Istituto del Buon Pastore, si porta dietro alcune cicatrici. E’ quindi opportuno, ha sottolineato, capire cosa rimane e come si possa ricordare.

E’ necessario, intanto, attribuire dei nomi, perché mantengono viva la memoria che può essere conservata anche nella fase di recupero e di ristrutturazione di un edificio o di un luogo.

Questa prima parte di recupero del compendio dell’istituto, a partire dalla restituzione al pubblico del giardino e della chiesetta è un primo tassello di una riqualificazione complessiva.

Federico D’Agostino