I Garanti piemontesi dei diritti dei detenuti chiedono decisioni straordinarie per la situazione delle carceri

“Lanciamo un pubblico appello alla Magistratura giudicante e di sorveglianza affinché possano – nell’immediato – affrontare di petto la situazione: nessun istituto penitenziario piemontese ha, ad oggi, gli spazi fisici né i posti letto separati necessari per gestire in sicurezza numeri significativi di casi di sospetti contagi o tanto meno numeri rilevanti di casi positivi asintomatici o nelle fasi lievi o iniziali”.
È questo l’appello che il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Piemonte, insieme ai Garanti dei Comuni della Regione, tra i quali Monica Cristina Gallo per il Comune di Torino, hanno rivolto alla magistratura di sorveglianza, anche alla luce del primo caso di contagio da coronavirus nel carcere di Voghera.
In questo periodo in particolare, scrivono, servono interventi straordinari utili a ridurre la presenza dei detenuti nelle carceri piemontesi. Si tratta di 4600 persone circa suddivise nelle tredici carceri per adulti ed un istituto penale per minori che, complessivamente, dovrebbero ospitarne 3700.
Le condizioni di vivibilità, sottolineano, negli ambienti ristretti e chiusi delle celle, sono ordinariamente precarie.
Ora, con il rischio contagio, in un contesto di sovraffollamento grave, si rivela tutta la vulnerabilità del sistema. Impossibile pensare che nelle nostre carceri, aggiungono, possano essere messe in atto le stesse misure di distanziamento sociale o di prevenzione previste per l’esterno.
Spiegano che si tratta di pensare a piani straordinari dal punto di vista organizzativo delle carceri ma, in questi giorni, si è registrato l’arrivo di decine di detenuti sfollati da altri istituti danneggiati dalle rivolte e questo ha vanificato in molti casi gli sforzi riorganizzativi messi in campo per ricavare spazi e zone di isolamento.
Diventa dunque di impellente urgenza un intervento straordinario della Magistratura, in particolare quella di Sorveglianza, volto all’immediato deflazionamento della presenza in carcere, concludono, in linea con le previsione del decreto-legge “Cura Italia”, nel quale sono previste misure innovative o deroghe ai vincoli per permettere maggior celerità e maggior ampiezza di intervento.

Federico D’Agostino