
Francesco Faà di Bruno, nel corso della sua esistenza riuscì a vivere più vite tutte insieme. Vestì la talare, amico e coetaneo di Don Bosco, ha fondato l’ordine delle suore Minime di Nostra Signora del suffragio. A 15 anni entra all’Accademia militare di Torino, a 19 è nominato luogotenente e ne ha 23 quando partecipa alla prima guerra di indipendenza (1848-49), aiutante di campo del principe Vittorio Emanuele, futuro re d’Italia. L’esperienza lo delude e nel 1851, a 28 anni, lascia l’esercito con il gradi di capitano, per dedicarsi allo studio e al sacerdozio. Torna a studiare alla Sorbonne, dove si era già laureato in matematica alcuni anni prima, per ottenere il dottorato in astronomia, fisica, architettura, filosofia e teologia. Al suo rientro a Torino assume l’incarico di professore aggregato alla Facoltà di Matematica e Fisica. Contemporaneamente si dedica alla missione che lo impegnerà per tutto il resto della sua vita: colpito dallo sfruttamento delle ragazze che migravano dai paesi di campagna verso il capoluogo per servire nelle case delle famiglie benestanti, nel 1858 acquista un terreno e una casa nel borgo di San Donato e alcuni anni dopo inaugura l’opera di Santa Zita per accogliere gratis le donne in cerca di servizio curando la loro formazione. Beatificato nel 1988 da Papa Giovanni Paolo II, di Francesco Faà di Bruno quest’anno si celebrano i duecento anni della nascita. Per presentare le celebrazioni e le iniziative collegate, questa mattina si è tenuta una conferenza stampa di presentazione all’interno del Centro studi che prende il suo nome e alla quale hanno partecipato: il presidente della Commissione legalità Luca Pidello, in rappresentanza del Consiglio comunale, e il presidente della Circoscrizione 4, Alberto Re. Dopo il saluto di suor Fabiola, Alessandro Faà di Bruno ha illustrato i dettagli degli eventi che, fino al prossimo ottobre, sono in calendario per celebrare il Beato: concerti, spettacoli teatrali, conferenze e convegni che, per quasi un anno, aiuteranno a comprendere i diversi aspetti della varie vite vissute da Francesco Faà di Bruno.
Marcello Longhin