Housing sociale, all’asta per 2,5 milioni due immobili in piazza Massaua 18 e via Ghedini 2

Approvata dal Consiglio Comunale di Torino (31 voti favorevoli e 1 astenuto) la deliberazione proposta dall’assessore al Patrimonio Sergio Rolando per mettere all’asta la costituzione della proprietà superficiaria e del diritto di superficie per 70 anni degli immobili di piazza Massaua 18 e via Ghedini 2, con vincolo di destinazione a residenza temporanea sociale.

Il primo immobile, in piazza Massaua 18, con ingresso anche da corso Francia 332, è costituito da un fabbricato a tre piani fuori terra e uno interrato, per una superficie commerciale complessiva di 2.000 mq, e da annessa area cortilizia pertinenziale. Attualmente, nello stabile opera il Comitato provinciale di Torino della Croce Rossa Italiana, che svolge attività di accoglienza e ricovero notturno rivolte a persone senza fissa dimora.

Il secondo immobile, in via Ghedini 2, (istituto “Cimarosa”), è costituito da un corpo verticale di un piano interrato e sei piani fuori terra per una superficie utile lorda di 4.600 mq ed è dotato di un’area pertinenziale, per un totale di circa 4.880 mq commerciali. Attualmente, nell’edificio opera l’Associazione 360°, con un progetto di sostegno a nuclei familiari che versano in situazioni di grave disagio abitativo.

il corrispettivo a base d’asta dell’immobile di piazza Massaua 18 è stato stimato dal Civico Ufficio Valutazioni in Euro 1.080.000, mentre quello dell’immobile di via Ghedini 2 in Euro 1.470.000.

La durata 70ennale della proprietà superficiaria/diritto di superficie all’asta è stata determinata in vista degli investimenti necessari per il recupero e la ristrutturazione degli immobili, che dovranno accogliere residenze in grado di remunerare il capitale necessario alla loro realizzazione e gestione, rispondendo al contempo all’interesse pubblico di cui è portatrice la Città, consistente non solo nel sostegno sociale all’abitare, ma anche nella promozione di una residenzialità innovativa, fatta di compresenze e non di segregazione, in modo da evitare la creazione di una comunità standardizzata.

Per queste ragioni, e in considerazione della loro destinazione a Servizi Pubblici, per entrambi gli immobili verrà lasciata libertà di individuazione delle tariffe applicabili dall’investitore per un massimo del 49% della superficie locativa totale dei beni, nonché di individuare nel 31% la percentuale minima di superficie locativa che il superficiario avrà l’obbligo di gestire alla tariffa convenzionata di 4,25 Euro/mq/mese, da riservare a persone e/o nuclei familiari, in possesso di specifici requisiti economici, sociali e familiari, che si trovano in una condizione temporanea di stress abitativo (l’aumento di tale percentuale costituirà oggetto di valutazione in sede di offerta). È altresì prevista una riserva di superficie locativa dedicata a persone e/o nuclei familiari in situazioni di emergenza abitativa indicate dalla Città, pari al 20%, soggetta al pagamento del canone sociale di 1,00 Euro/mq/mese.

Decorsi i primi trenta anni dalla stipula della convenzione, l’individuazione dei target di popolazione cui destinare l’utilizzo delle residenze temporanee (giovani lavoratori o studenti o anziani in condizione di fragilità) sarà oggetto di valutazione ed eventuale ri-definizione nell’ambito della convenzione stessa. Il monitoraggio sulla corretta gestione delle Residenze sarà effettuato dagli uffici della Divisione Servizi Sociali.

Nel dibattito in aula è intervenuto il consigliere Stefano Lo Russo (PD), che – a nome del Gruppo – si è detto favorevole all’operazione immobiliare, compiuta in continuità con l’Amministrazione precedente.

Il consigliere Antonino Iaria (M5S) ha sottolineato l’importanza dell’atto dal punto di vista delle tariffe che verranno applicate nelle residenze: un giusto equilibrio tra necessità di alienazione e politiche di welfare.

Per la consigliera Elide Tisi (PD) è un atto che evidenzia la finalità pubblica, con vincoli precisi a finalità sociali.

Anche la capogruppo di Torino in Comune, Eleonora Artesio, ha apprezzato la conservazione della finalità sociale dei due immobili.

Damiano Carretto (M5S), nel dichiarasi favorevole al provvedimento, ha comunque rimarcato che il social housing non può risolvere tutti i problemi dell’edilizia residenziale pubblica e che occorrono ulteriori interventi.

Massimiliano Quirico