Ergastolo ostativo e reati di mafia, un documento del Consiglio

Particolare de "Il prigione", opera di Michelangelo (copia custodita presso l'Accademia Albertina di Torino)

Il Consiglio comunale ha approvato con 23 voti a favore e un’astensione un ordine del giorno sul tema della tutela dell’ergastolo ostativo. L’atto – prima firmataria Carlotta Tevere (M5S) – impegna la Giunta a farsi portavoce presso il Parlamento affinché il legislatore intervenga in materia di concessione dei benefici penitenziari e di accertamento della pericolosità sociale dei condannati per taluni gravi delitti. La vicenda prende il via dalle sentenze del 2019 della Corte Europea dei diritti dell’uomo e della Corte Costituzionale: la Consulta ha affermato la necessità di rivedere il divieto di accedere alla liberazione condizionale dei detenuti per mafia che non collaborano con la giustizia. Il Parlamento dovrebbe introdurre una modifica alle norme vigenti entro l’aprile del 2022. L’ergastolo ostativo non prevede e non permette di concedere al condannato alcun tipo di beneficio o di premio ed è inflitto a soggetti altamente pericolosi che hanno commesso determinati delitti (è definito il ‘fine pena mai’). L’atto della Sala Rossa chiede di non rinunciare agli strumenti volti a perseguire un’efficace lotta alla mafia tenendo conto della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità mafiosa in un sistema normativo che ha fornito un metodo di lavoro adeguato all’opera della magistratura.

Roberto Tartara