Educare perchè siano superati gli stereotipi di genere

“Si inserisca una pedagogia di genere come formazione strutturale nel nuovo sistema integrato 0 – 6 per le educatrici”. E’ questo il tema sul quale la commissione per i Diritti e Pari Opportunità, presieduta da Cinzia Carlevaris, ha discusso questa mattina, con l’obiettivo di elaborare una mozione da sottoporre al voto del Consiglio Comunale.
L’approfondimento si è svolto con la consulenza di Stefania Doglioli, cofondatrice di Fund for safe, agenzia specializzata in fundraising per l’educazione contro la violenza di genere. In particolare, attraverso alleanze tra profit e no profit, l’organizzazione si propone di alimentare un fondo per fornire ad una rete di nodi territoriali, presenti in ogni regione italiana, strumenti finanziari, comunicativi e didattici per realizzare interventi educativi di prevenzione alla violenza di genere nelle scuole e nei luoghi di aggregazione.
Doglioli ha evidenziato come la pedagogia di genere non solo sia importante, ma sia fondamentale. Ha ricordato come l’Italia sia considerato, nel panorama europeo, uno di quei Paesi sprovvisti di politiche sostanziali in materia di parità di genere tra i sessi nel campo dell’istruzione, contravvenendo, così ad uno degli obblighi previsti dalla Convenzione di Instanbul del 2011.
Ha quindi rimarcato come gli stereotipi siano limitanti non solo per le femmine ma anche per i maschi che, ha sostenuto, “subiscono fin da piccoli, un vero e proprio addestramento dannoso alla virilità”.
Di qui la necessità di una formazione specifica per docenti e la progettazione di percorsi di orientamento per incoraggiare ragazze e ragazzi a decidere del proprio percorso formativo basandosi sui propri interessi invece che su qualcosa di socialmente imposto ed ha sottolineato come manchino strategie educative perché siano superati gli stereotipi che condizionano fortemente anche i percorsi formativi maschili.
Alla luce dei contenuti emersi, la presidente ha invitato i consiglieri a redigere una mozione che sarà condivisa tra i commissari prima del voto della Sala Rossa.

Federico D’Agostino