Educare all’affettività e alla sessualità a scuola

Già sperimentato al Liceo Einstein e alle Scuole San Carlo di Torino, il progetto Gasa (Gruppo Affettività Sessualità Adolescenza) sull’educazione all’affettività e all’educazione sessuale di studenti, studentesse e docenti delle scuole secondarie di secondo grado è stato presentato nella seduta del 19 gennaio 2023 delle Commissioni Quinta e Diritti e Pari opportunità, presieduta da Tea Castiglione (M5S).

Promosso dalla Fondazione Carlo Molo, il percorso si articola su quattro moduli: educazione alla salute, rispetto delle differenze, bullismo e cyberbullismo e violenza di genere.

La presidente della Fondazione, Maria Teresa Molo, ha sottolineato l’importanza di promuovere la salute sessuale degli adolescenti, in particolare in ambito scolastico. È una materia fondamentale, che riguarda il rispetto dei diritti e che dovrebbe diventare curricolare – ha affermato – e richiederebbe una formazione specifica di tutto il personale docente.

Spesso ragazze e ragazzi – hanno spiegato le referenti del progetto – non hanno consapevolezza delle proprie azioni e sono privi di strumenti adeguati.

Il benessere della società parte dal benessere dei giovani – ha affermato nel dibattito in Commissione la consigliera Elena Apollonio (Lista Civica per Torino) – che vanno accompagnati nei percorsi di cambiamento e non devono essere lasciati soli.

Ivana Garione (Moderati).si è complimentata per il lavoro svolto nelle scuole e ha rimarcato la necessità di formare adeguatamente gli adolescenti, auspicando che l’educazione sessuale diventi una materia di studio obbligatoria.

L’educazione sessuale è strettamente connessa alla prevenzione – ha dichiarato Caterina Greco (PD) – e le Istituzioni, anche quelli sanitarie, devono lavorare per promuoverla. Opinione condivisa anche da Tiziana Ciampolini (Torino Domani), che ha evidenziato l’urgenza di prevenire il disagio sessuale nelle scuole, in particolare di periferia, anche attraverso Protocolli tra pubblico e privato, per raggiungere più giovani.

Occorre lavorare già con le scuole medie, in particolare sulla pornografia online e sull’approccio ai social – hanno suggerito Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) e Julia Marzocchi, esperta per il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.

La nostra società è sessista, violenta e patriarcale – ha detto Ludovica Cioria (PD) – e il tema andrebbe quindi affrontato anche con i genitori, senza demonizzare le pulsioni sessuali e combinando i diversi desideri e le varie aspirazioni.

Le mestruazioni sono ancora considerate un tabù – ha dichiarato Sara Diena (Sinistra Ecologista) – e sarebbe utile parlarne già alle scuole elementari.

Spesso ragazze e ragazzi sono confusi riguardo alla sessualità – ha dichiarato Nadia Conticelli (PD) – e la scuola come istituzione ha il dovere di dare informazioni corrette e creare consapevolezza. Anche i consultori – ha aggiunto – dovrebbero essere maggiormente attivi.

Per Amalia Santiangeli (PD) è essenziale il coinvolgimento e la formazione delle figure genitoriali e si dovrebbe interessare anche il carcere minorile.

L’approccio alla sessualità è sempre più precoce – ha detto l’assessora a Istituzione e Giovani della Città di Torino, Carlotta Salerno – e dobbiamo continuare a lavorare sull’educazione alla sessualità, in particolare sulla consapevolezza e sulla mercificazione del corpo, ma anche sui disturbi alimentari.

Massimiliano Quirico