Donne in carcere, diritto alla cura della persona e necessità di pene alternative

L'ingresso del carcere torinese

Simza, Marta, Iruwa, Antonietta e le altre. I nomi sono di fantasia, ma queste donne esistono e sono recluse nella sezione femminile del carcere mandamentale di Torino, il “Lorusso e Cutugno” a poca distanza da quel quartiere Vallette che per lungo tempo aveva dato il proprio nome al carcere. Un nome che a quest’ultimo è rimasto cucito, tanto da figurare ancora nei suoi account di posta elettronica.  Questa mattina, la presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo ha incontrato le detenute della sezione femminile. Dopo la recente visita della commissione consiliare Legalità, è stato un ulteriore atto di testimonianza di quanto Palazzo Civico e il suo Consiglio comunale considerino il carcere una parte integrante della comunità.

Mura e recinzioni, per quanto inevitabili, non devono interrompere la continuità tra l’insieme della società e questo suo segmento problematico e dolente” ha spiegato la presidente Grippo, che ha portato alle donne carcerate un piccolo aiuto pratico messo a disposizione dall’ufficio della Garante dei detenuti Monica Cristina Gallo, costantemente impegnata nella tutela dei diritti delle persone private della libertà.

In particolare, si è trattato di confezioni di shampoo, detergente intimo, latte detergente e crema per le mani, articoli necessari per l’igiene quotidiana. “Tra i diritti fondamentali che vanno garantiti a chi si trova in carcere, restano centrali quelli alla salute e alla cura della persona”, ha commentato la presidente Grippo, aggiungendo: “Anche alla luce dell’incontro di questa mattina, auspico fortemente che il nuovo governo eviti di interrompere le misure straordinarie in precedenza assunte, con l’emergenza Covid, in materia di pene alternative per i reati di minore entità (come la detenzione domiciliare o la semilibertà anche notturna), misure che andrebbero anzi rese strutturali o almeno prorogate. Questo al fine di migliorare le condizioni di vita dei detenuti e delle detenute nonché del personale di custodia stesso, data la situazione di sovraffollamento e carenze strutturali che caratterizza il sistema penitenziario del Paese”, ha concluso la presidente.

Nelle prossime settimane, l’ufficio della Garante dei detenuti della Città di Torino consegnerà palloni, scarpe da calcetto e borse sportive agli ospiti dell’istituto “Ferrante Aporti”, poiché la pratica sportiva non solo è un diritto per i giovani ma anche un veicolo per affermare valori quali il rispetto delle persone e delle regole di convivenza.

Claudio Raffaelli