Casa di riposo Carlo Alberto lavoratori in esubero dopo il cambio di gestione

Due audizioni in due giorni entrambe dedicate alla casa di riposo Carlo Alberto, che il Comune ha recentemente affidato in concessione trentennale all’unico partecipante al bando pubblico: la cooperativa Quadrifoglio.

Lunedì 30 ottobre è la volta di rappresentanze sindacali e lavoratori, che davanti alla commissione lavoro, presieduta da Andrea Russi, e alla commissione servizi sociali, denunciano la riduzione del personale da parte della Cooperativa: circa 31 lavoratori sono stati dichiarati in esubero. Le contestazioni al Comune ed alla Giunta, rappresentata in questa seduta dall’assessore Alberto Sacco, riguardano la procedura di concessione ed il capitolato di gara che non avrebbe previsto garanzie per la salvaguardia dei posti di lavoro.

I sindacati denunciano inoltre, il peggioramento delle condizioni lavorative, la riduzione degli orari di lavoro e degli stipendi, il mancato riconoscimento, nel nuovo inquadramento contrattuale, dell’anzianità lavorativa maturata, e una compressione di tempi di lavoro e funzioni che ricadrebbe sulla qualità del lavoro e dell’assistenza agli ospiti del Carlo Alberto.

A distanza di 24 ore, nell’audizione del 31 ottobre, a rispondere alle preoccupazioni espresse dai Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, presente l’assessora ai Servizi sociali, Sonia Schellino, è Angelo Visentin, responsabile del personale della Cooperativa.

da sinistra: Visentin, Schellino, Russi

Visentin spiega che 95 dei 126 lavoratori sono stati riassorbiti e che tra coloro che hanno rinunciato al colloquio per valutare la riassunzione, coloro che hanno chiesto di terminare il sevizio con il non superamento del periodo di prova  (per non rifiutare formalmente l’assunzione e accedere al sussidio di disoccupazione) e coloro che, già in part time hanno rinunciato di fronte alla proposta di una riduzione dell’orario di lavoro, gli attuali esuberi sono solo otto.
Aldilà della definizione giuridica del termine esubero, resta il nudo dato aritmetico e occupazionale, fa osservare la Consigliera Eleonora Artesio. La cooperativa KCS che gestiva l’istituto precedentemente per conto di una delle Asl torinesi, aveva formalizzato, a chiusura del proprio servizio, la non esistenza di esuberi. “O erano dei benefattori – argomenta Artesio – oppure sono fondate le preoccupazioni sulla qualità del servizio offerto, a fronte di una riduzione così importante del personale, anche in considerazione che gli ospiti, non autosufficienti, non ringiovaniscono e anzi tendenzialmente si aggravano”.

Deborah Montalbano, presidente della Commissione servizi sociali, riferisce dell’intenzione dichiarata da alcune famiglie di spostare i loro congiunti in altra struttura e chiede di capire, come pure la Consigliera Giovanna Buccolo, quale sia, dietro la danza dei numeri, il vero totale degli esuberi. “Se è vero che il capitolato non prevedeva l’obbligo di assorbire il personale, Quadrifoglio aveva comunque la possibilità di farlo”. All’assessora Schellino Montalbano chiede di esplorare tutte le possibilità di riassorbimento del personale e di allertare la Commissione di vigilanza dell’Asl per effettuare costanti verifiche”.
Secondo Elide Tisi è mancato un adeguato accompagnamento della transizione da parte dell’Amministrazione. “Accompagnamento che nasce anche dalla disponibilità delle parti sociali: centrali sindacali e impresa”. Anche da lei la richiesta di una verifica sulla qualità del servizio da parametrare con quella precedentemente garantita.
La temperatura dell’audizione si alza ulteriormente con l’intervento della Consigliera Maria Grazia Grippo, che chiede se le politiche della Città siano decise dai tecnici invece che dai politici. La replica dell’assessora Schellino rivendica la correttezza del bando e del relativo capitolato, frutto di una scelta obbligata nel quadro normativo attuale.