Almaterra, dalle donne per le donne

Punto di riferimento per moltissime donne, l’associazione Almaterra è stata audita il 5 maggio 2022 dalla Commissione consiliare Diritti e Pari opportunità della Città di Torino.

La presidente della no profit ha spiegato che l’associazione gestisce il Centro interculturale delle donne Alma Mater, in via Norberto Rosa 13/A a Torino, tra il quartiere Regio Parco e Barriera di Milano, aperto nel 1994 da donne italiane e donne migranti: prima realtà del genere in Italia.

Nella sede, tutti i giorni è operativo uno Sportello di accoglienza con tre mediatrici interculturali. Sono attivi anche sportelli per donne che cercano lavoro e offerte formative, hanno bisogno di consulenze giuridiche o assistenza psicologica.

Vengano realizzati laboratori di italiano, alfabetizzazione informatica e alfabetizzazione finanziaria, oltre a progetti per favorire l’autonomia abitativa, assistere le vittime di tratta e le donne trans, doposcuola per bambini e iniziative di cooperazione internazionale.

Inoltre, c’è una mensa aperta tutti i giorni, a cui quotidianamente accedono 40-50 donne. E con la fine dell’emergenza Covid-19, stanno riprendendo le iniziative culturali: nello scorso marzo, ad esempio, è stata attivata una Scuola sul linguaggio di genere.

A breve verrà avviata in via sperimentale un’unità di strada per agganciare e assistere le “sex workers”.

Ogni anno vengono ricevute per la prima volta 600 donne, la maggior parte delle quali – ha spiegato la presidente di Almaterra – non è mai stata assistita da servizi della Città e arriva al centro grazie al passaparola.

Ci sono circa 5mila “passaggi” annuali, per varie richieste di supporto, di persona, per telefono oppure via e-mail.

L’associazione ha due dipendenti e una cinquantina di volontari e volontarie. Nel 2021 ha chiuso il bilancio a 358mila euro, per circa la metà provenienti da fondi pubblici e metà da privati (fondazioni bancarie e donazioni).

La sede di via Norberto Rosa – ha affermato l’assessore al Welfare – sarà a breve oggetto di ristrutturazione, grazie ai fondi del Pnrr.

Massimiliano Quirico