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Ultimo aggiornamento: 19/10/2016
 
 

Intitolazione giardino a ricordo di Gino Bartali

Mercoledì 19 ottobre 2016, alle ore 11,00
si svolgerà la cerimonia di intitolazione del giardino compreso tra piazza Guido Cavalcanti, via Chiaro Davanzati e Corso Quintino Sella
a ricordo di Gino Bartali
 
saranno presenti:
Il Presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci
Il Presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri

Gino Bartali
(Ponte a Ema, Firenze, 18.7.1914-Firenze, 5.5.2000)
Campione di ciclismo, la sua passione inizia quando, terminata la scuola dell'obbligo, lavora come apprendista meccanico presso una piccola officina di biciclette dove conosce i più affermati corridori dell'epoca e inizia ad appassionarsi alle vicende del ciclismo. Nel 1931 prende il via la sua grande avventura sulla bici ma è nel 1935 che Bartali viene conosciuto dal grande pubblico vincendo il campionato italiano e arrivando quarto alla Milano-Sanremo. Nel 1936 e nel 1937 trionfa al Giro d'Italia diventando il protagonista assoluto del ciclismo italiano. Viene preparato per il Tour de France dal commissario tecnico nazionale Costante Girardengo e vince il titolo nel 1938.
Nel 1939 vince la sua prima Milano-Sanremo, a cui seguiranno, negli anni successivi, altre tre vittorie. Durante la guerra, grazie alla celebrità acquisita, aiuta molti ebrei facendo la spola con la bicicletta per trasportare documenti per l'espatrio, meritando la medaglia d'oro al valore civile postuma assegnatagli nel 2005 dal Presidente della Repubblica e il riconoscimento conferitogli nel 2013 dallo Stato d'Israele di Giusto tra le Nazioni.
Nel 1946 in Italia si corre il Giro della rinascita. In un Paese che fa i conti con la fame e con il dramma della ricostruzione, "pedalare" entra nel gergo degli italiani. E gli italiani "pedalano" con Bartali che vince il Giro per la terza volta. Nell'estate del 1948 è il protagonista di un capolavoro sportivo con la seconda grande vittoria al Tour de France.
Annunciato il ritiro dalle corse nel 1954, rimane nell'ambiente ciclistico in qualità di inviato speciale de La Gazzetta dello Sport e di allenatore di diverse squadre.
Dopo la sua morte sono stati dedicati a Bartali oltre un centinaio di libri, sceneggiati televisi e canzoni. A lui è anche dedicato il Museo del ciclismo, aperto nel 2006 a Firenze.