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Cenni di storia della Circoscrizione 6

Il Territorio della Circoscrizione 6, che si sviluppa nella zona nord della città, è il più esteso e tra i più popolosi fra le dieci in cui è suddivisa la città. Esso ha subito, nel corso degli ultimi cento anni, molte trasformazioni (dalla prima immigrazione del novecento all' industrializzazione e successiva deindustrializzazione) ed è costituitochiesa di San Gaetano da Thiene da quartieri molto diversi tra loro per storia, tipologia, vocazioni storico culturali. La storia del territorio si intreccia con le storie e la fisionomia dei quartieri che lo compongono.

la chiesa di San Gaetano da Tiene

Barriera di Milano, primo insediamento al di là della cinta daziaria verso Milano, è uno dei simboli dello sviluppo industriale di Torino tra il XIX ed il XX secolo e dei rapporti sociali da esso generati, roccaforte di una classe operaia con propri modelli sociali e culturali di riferimento. Il quartiere ebbe un notevole afflusso di immigrati già a partire da fine Ottocento, data la prossimità degli stabilimenti industriali (Fiat Grandi Motori, Officine metallurgiche, Barone, Filatura Tollegno, Manifattura Tabacchi ecc.).

 

Fu conseguente roccaforte del movimento operaio e fu fulcro del flusso migratorio degli anni Cinquanta-Settanta del Novecento, arrivando presto ad una saturazione urbanistica ed alla lacerazione del tessuto socio culturale. La deindustrializzazione, con la riconversione degli edifici industriali per il terziario e per le attività commerciali, nonché una ulteriore immigrazione, questa volta straniera, hanno ulteriormente modificato il volto del quartiere. Alla fine del XIX secolo il Regio Parco era ancora un susseguirsi di campi e pascoli, interrotto solo da cascina: l'Ariale, la Falchera, la Verdina, il Casotto. Vi era poi un nucleo abitato, in prossimità dello stabilimento della Manifattura Tabacchi, che ospitava anche spazi per la vita associativa.

asilo Umberto I

Un altro insediamento era quello delle Maddalene. Nel 1880 fu costruito l'asilo Umberto I; nel 1882 il primo nucleo della scuola elementare Giuseppe Cesare Abba e nel 1889 la chiesa di San Gaetano da Tiene. Diverse trasformazioni urbanistiche si susseguono anche all'inizio del Novecento, con l'ampliamento della cinta daziaria fino a piazza Rebaudengo e la creazione di una fitta rete viaria, dalla quale emerse per importanza via Bologna, nodo strategico nei collegamenti fra la città ed il borgo. Barca Bertolla, che si estende in prossimità del confine del comune di San Mauro, era il borgo dei "Lavandieri" che lavavano i panni per conto terzi. Il primo gruppo si trasferì attorno al 1872, quando - per far posto ai Murazzi - si iniziarono le demolizioni del borgo del Meschino. In seguito ad un ordinanza comunale del 1935 - che vietò di sciorinare i panni lungo i fiumi cittadini - tutti i lavandai torinesi si trasferirono verso San Mauro e Bertolla, dove utilizzavano l'acqua proveniente dalle balere e stendevano i panni nei vasti prati allora esistenti. Si lavò a mano fino al dopoguerra, ma i lavandai di Bertolla continuarano ad andare nelle case della città a ritirare la biancheria da lavare sino a pochi anni fa.

 

L'area del quartiere Falchera era sino al 1950 interamente agricola, occupata prevalentemente dalle pertinenze dalla cascina dei fratelli Falchero, in strada Cuorgnè, oggi sede di un centro di di educazione ambientale della Città. Vi era poi un osteria ad uso carrettieri in transito da e per il Canadese. Nel 1951 un gruppo di architetti diretti da Giovanni Astengo presentò un progetto urbanistico di edilizia popolare che prendeva a modello gli insediamenti rurali quasi tutti con pianta a "U" aperta a Sud. L'insediamento avvenne tra il 1954 ed il 1961. Agli inizi degli anni Settanta fu costruita Falchera 2 - oggi Villaretto comunemente denominata "Falchera Nuova" - in prosecuzione geografica, ma staccata, dal primo insediamento. I due quartieri costituiscono un unità urbana comune e sono rimasti isolati, non inglobati o travolti dall'espansione della città: destino quasi unico in Italia.

Il Villaretto

Il Villaretto è situato al confine con il comune di Borgaro, al centro di un vasto territorio agricolo, già dal 1500. Durante l'assedio di Torinonel 1706, il Villaretto fu occupato dai francesi e subì gravi danni, ma venne subito ricostruito. Nel 1733 divenne feudo dei Tana che assunsero il titolo di "marchesi di Villaretto e Cascinette". Quest'ultima borgata fu abbattuta per edificare gli stabilimenti Fiat in Lungo Stura Lazio. La frazione è ancora oggi ricordata sopratutto per i mulini che per secoli, unitamente a quelli situati lungo le sponde del Po e della Dora, macinarono il grano necessario alla città di Torino. Questa zona oggi è circondata da fabbriche e da nuovi insediamenti residenziali.

 

Ultimo aggiornamento: 25/11/2019