GRUPPO DI LAVORO

"SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE E PERCETTIVE

NEI TRASPORTI, NELLA COMUNICAZIONE E NELL’AMBIENTE COSTRUITO"

in collaborazione con la

Federazione Italiana Superamento Handicap Piemonte

 

L'attivazione di questo GRUPPO DI LAVORO nasce del fatto che i due aspetti classici delle quotidiane situazioni di discriminazione e di violazione di  fondamentali diritti che sperimentano le persone con disabilità in Piemonte concernono proprio l'impossibilità di accesso e partecipazione determinati dalla perdurante presenza di b.a./percettive e da un'insufficiente possibilità di mobilità accessibile.

Il Gruppo si è attivato il 2 dicembre 2013 presso il presso il Centro Pace – InfoH5 (struttura pubblica di servizio al territorio sulle problematiche connesse rivolto a cittadini e associazioni) alle ore 17,15 in Via Stradella 192 a Torino. Il Gruppo si ritroverà ordinariamente a livello mensile ogni 4° giovedì e, straordinariamente e su richiesta, presso le sedi delle Associazioni locali previo appuntamento concordato.

Il referente Coordinatore di tali gruppi è Giancarlo Posati, al quale si dovrà affiancare almeno un altro referente disponibile tra le varie Associazioni componenti la FISHP.

Il suddetto Gruppo sarà composto da persone, gruppi e Associazioni anche non aderenti alla FISHP, disponibili e interessate a produrre e sviluppare informazioni, proposte e iniziative sui temi di riferimento, nell’ottica degli obiettivi e delle modalità operative che ispirano la FISHP, secondo gli articoli 2 e 3 dello Statuto.

 

Esso avrà come comune metodologia le seguenti caratteristiche di massima:

- Raccogliere e sistematizzare quanto già prodotto dalla FISHP sull’argomento.

- Raccogliere quanto prodotto dalle Associazioni locali sulla tematica.

- Raccogliere e rendere disponibile la legislazione regionale attiva.

- Sviluppare idee e proposte di intervento ed iniziative rispetto alle problematiche evidenziate, da far poi girare all’interno della FISHP arrivando a delle sintesi operative massimamente condivise, che non rappresentino dei punti dogmatici insuperabili ma sintesi da cui partire per nuovi sviluppi.

- Raccordarsi con gruppi, Coordinamenti, tavoli che a livello Regionale portano avanti la stessa problematica.

- Essere da supporto alle varie Associazioni locali componenti la FISHP che portano avanti iniziative sul tema nei vari territori locali.

 

Più in generale le sue modalità operative sono quelle tipiche dei Gruppi di Lavoro FISHPiemonte e cioè:

-       coordinamento tecnico su mandato del Direttivo, che ne ratifica anche le proposte di intervento e ne dà gli imput relativi al piano di lavoro;

-       ottica d'intervento centrata sul confronto istituzionale regionale, pur partendo anche da problemi locali e trovando nel locale un momento di radicamento e concretizzazione;

-       massima apertura alle realtà del territorio, associazioni, gruppi, ecc., nonché a singoli cittadini interessati alle tematiche di riferimento che elaborano idee e proposte nella massima libertà ed autonomia;

-       lavoro di rete tra i componenti, in un ottica decentrata sull'intero territorio regionale, privilegiando la comunicazione telematica ed informatica.

 

 Per quanto riguarda gli obiettivi e una prima bozza di piano di lavoro regionale:

 

Barriere architettoniche e percettive

Osservazioni generali

 

L'impossibilità fisica, a causa della presenza di barriere architettoniche anche di natura comunicativa, di accedere a determinati spazi e servizi pubblici o aperti al pubblico (scuole, anagrafi, ASL, cinema, alberghi, giardini, ecc.) o ad ambiti anche privati ma essenziali per la vita personale e sociale (luoghi di abitazione, di lavoro, di commercio, ecc.) da parte di consistenti fasce di popolazione (disabili, anziani, traumatizzati temporanei, ecc.), nonchè l’impossibilità di fruire ed utilizzare pienamente i prodotti culturali e gli strumenti della comunicazione impone una situazione di  subordinazione e svantaggio che esclude questi cittadini, direttamente o indirettamente, dall'esercizio di fondamentali diritti di partecipazione.

Tutte le azioni quotidiane possono risultare difficili da compiere quando gli ambienti nei quali si vive o gli oggetti che si debbono usare e quelli che servono per comunicare non sono adeguati alle possibilità di tutti, quando cioè essi non sono stati studiati in relazione alle diverse possibilità psichiche, fisiche e sensoriali.

Tutti gli elementi costruttivi, quando non sono tenuti correttamente in conto nella progettazione o nella esecuzione, costituiscono una vera e propria barriera per chi non può così farne uso, quando non sono addirittura causa di infortunio o logorio fisico.

La progettazione deve tener quindi conto di tutte queste situazioni per non escludere nessuno dall'uso di un oggetto o di un ambiente. Per ottenere ciò non è sufficiente fare una "media" tra tutte le diverse esigenze, perché si rischierebbe di non soddisfarne realmente nessuna; occorre invece considerare quali sono le vere richieste irrinunciabili per offrire contemporaneamente una risposta adeguata a tutte.

Pertanto, affinché non si creino situazioni di emarginazione o pericolo è necessario che la progettazione in generale si basi sulla conoscenza reale delle esigenze psichiche, fisiche e sensoriali della persona, in tutte le sue diverse età e condizioni.

Se si imposta così il problema dell'eliminazione delle barriere architettoniche, almeno sul piano architettonico, si può affermare che una progettazione corretta fin dall’inizio non richiede costi aggiuntivi nella costruzione, anche in considerazione del fatto che non richiederà successivamente dispendiosi interventi di adattamento.

Occorre prioritariamente tener conto delle implicazioni sociali derivanti da strutture emarginanti. Questo stesso motivo sottolinea la necessità di intervenire anche sulle strutture già esistenti, modificandole secondo i criteri di antinfortunistica e di eliminazione delle barriere architettoniche: quest'obbiettivo è un "momento" non unico, né l'ultimo della lotta all'emarginazione. Il problema dell'inserimento sociale, infatti, non finisce con la possibilità di un autonomo uso delle strutture, ma anzi inizia proprio quando ciò si è verificato.

 

A livello regionale occorre quindi:

·      determinare l'applicazione delle norme esistenti in tema di non costruzione e eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici e negli spazi ad uso pubblico e privato aperto al pubblico, e nell’edilizia privata, anche ad uso lavorativo ed abitativo, nell'ambito delle attività procedurali proprie agli Enti preposti al controllo dell’attività urbanistica ed edilizia,

·      favorire l'inserimento di tali norme nei regolamenti igienico‑edilizi comunali ed incentivare, con l’erogazione di appositi finanziamenti, l’attuazione dei necessari interventi di adeguamento

·    facilitare il reperimento e l’assegnazione di alloggi accessibili a persone con grave disabilità motoria a nuclei famigliari nel cui contesto siano presenti disabili intellettivi, sensoriali e motori, utilizzando a tale fine le risorse per l’edilizia abitativa pubblica e convenzionata previste dalle norme vigenti.

 

In particolare occorre un’apposita legge regionale, analogamente a quanto già avvenuto in altre regioni italiane, allo scopo di :

1. prevedere il coordinamento dei regolamenti edilizi e dei piani e programmi urbanistici con la normativa vigente in tema di eliminazione delle barriere architettoniche;

2. fornire un’interpretazione delle norme vigenti sul concetto di ristrutturazione di interi edifici e sugli interventi da effettuare obbligatoriamente in caso di intervento edilizio in tema di eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici esistenti, siano essi pubblici oppure privati aperti al pubblico o privati.

3. definire le modalità per l’approvazione dei progetti e per l’effettuazione delle verifiche;

4. prevedere l’obbligo per i Comuni di destinate una quota degli oneri di urbanizzazione agli interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche;

5. introdurre appositi fondi finalizzati a finanziare interventi di eliminazione ed il superamento delle barriere architettoniche in edifici e spazi pubblici, edifici e spazi privati aperti al pubblico, edifici privati, acquisto e posa in opera di ausili ed attrezzature;

6. prevedere appositi finanziamenti aggiuntivi a quelli già erogati ai sensi della legge 13/89 per l’eliminazione delle barriere architettoniche l’adattamento e l’acquisto di appositi arredi e/o attrezzature nelle abitazioni private;

7.  Prevedere l’adozione da parte della Giunta regionale del Piano annuale d’intervento per l’eliminazione delle barriere architettoniche;

8. Disporre la costituzione di un Centro regionale di Documentazione sulle barriere architettoniche, descrivendone le finalità e le modalità di funzionamento e prevedendo la partecipazione delle associazioni dei disabili;

9. Prevedere la possibilità di attivare progetti speciali di superamento delle barriere architettoniche negli edifici soggetti a vincolo.

A tal proposito risulta utile il riesame del TESTO  DELLA  PROPOSTA DI LEGGE ELABORATA DAL C.R.E.B.A.P. E DAL COMITATO PROMOTORE F.I.S.H. PIEMONTE NEL SETTEMBRE 2000 "Norme tecniche e interventi finanziari per favorire l’autonomia e la vita di relazione delle persone disabili attraverso l’accessibilità ambientale"per una sua eventuale modifica e riproposizione, integrandola con  analisi e proposte per l’eliminazione delle barriere percettive.

 

 

I TRASPORTI

Osservazioni generali

 

Nella quasi totalità dei Comuni piemontesi e nei collegamenti tra di essi, non solo i tradizionali mezzi di trasporto  su gomma, rotaia, ecc. e le rispettive infrastrutture sono ancora per buona parte inaccessibili e manca anche qualsiasi rete di servizio alternativo che consenta una accettabile possibilità di mobilità ai cittadini disabili, a parte qualche eccezione come a Torino. Le persone con disabilità nel migliore dei casi sono confinati e segregati all'interno del proprio comune, quando non del proprio isolato e della propria abitazione, non è loro permesso  di spostarsi nei Comuni limitrofi, né tanto meno viaggiare nel  territorio regionale, impedendo così ad essi di poter cogliere opportunità lavorative, abitative, turistiche, culturali, scolastiche, professionali, terapeutiche, ecc. che qualificano  in modo essenziale l'appartenenza alla comunità di un dato territorio.

La legislazione nazionale vigente in tema di barriere architettoniche  prevede, fin dal lontano 1971, che TUTTI i cittadini siano messi in grado di potersi spostare agevolmente sul territorio e di usare qualsiasi porzione di spazio edificato o mezzo di trasporto senza incontrare ostacoli insuperabili al massimo livello di autonomia individuale, indipendentemente dalla specifica condizione fisica, sensoriale o mentale.

Nella realtà dei fatti, la situazione è ben diversa, nonostante che nuovi e significativi atti legislativi si siano aggiunti anche negli ultimi anni, sia a livello nazionale (tra i più significativi la legge 104/92 e il DPR 503/96) sia a livello della regione Piemonte, la quale, al comma 5 dell'art.7 della Legge 62, già nel 1995 si proponeva di "…predispone altresì un piano per l'adeguamento alla normativa vigente dei mezzi di trasporto pubblico gestiti da enti locali e da società concessionarie, e per l'attivazione e gestione di servizi di trasporto non di linea particolarmente dedicati a persone con grave disabilità da parte dei comuni; a tale fine sono previsti specifici finanziamenti integrativi e relativi stanziamenti di bilancio da trasferire agli enti gestori ed ai comuni, secondo criteri che verranno definiti con specifica deliberazione del consiglio regionale."

Poco invece è stato fatto in tal senso ed anzi sembrano non esistere ancora nemmeno norme efficaci che banalmente blocchino i finanziamenti pubblici stanziati per l'acquisto di nuovi mezzi o attrezzature se questi non rispettano gli 'standard' di accessibilità.

Occorre quindi realizzare a livello regionale un piano organico sulla mobilità delle persone disabili che promuova, normi, finanzi e coordini le iniziative necessarie,  che definisca competenze, responsabilità  e sanzioni, dando indicazioni e disposizioni chiare e il più possibilmente complete, colmando disparità territoriali e discriminazioni che penalizzano pesantemente proprio queste fasce sociali più deboli ma tutt'altro che in via d'estinzione.

I dati relativi all'incidenza di menomazioni e disabilità nella popolazione italiana sono ancora tendenzialmente in crescita: tutto ciò per la diminuzione della mortalità infantile, per l'efficacia delle terapie che mantengono in vita i soggetti con gravi menomazioni, per l'aumento di eventi causa di invalidità grave e permanente (incidenti stradali, lavorativi, sportivi, domestici), nonché per l'allungamento medio della vita che progressivamente fa crescere il numero degli anziani, con la conseguente maggiore incidenza di eventi invalidanti e dei fattori di rischio.

Va poi segnalato non solo l'aumento assoluto del numero delle persone con disabilità, quanto l'aumento relativo del numero delle disabilità gravi/gravissime; occorre ricordare, a titolo d'esempio, l'aumento in termini assoluti e relativi del numero di persone con tetraplegia post-traumatica: da una parte, la diversa dinamica degli incidenti stradali e l'aumento della loro frequenza,  dall'altra il miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi di soccorso urgente, di cura e di riabilitazione, favoriscono la sopravvivenza, anche prolungata negli anni, di soggetti, che in altri tempi, anche relativamente recenti, erano destinati a morire precocemente.

E' necessario mettere in atto provvedimenti differenziati che abbiano come obbiettivo il rendere possibile alle persone disabili lo spostarsi effettivamente ed agevolmente, potendo disporre di una pluralità di soluzioni ed alternative.

In tale modo diventa possibile consentire la scelta del sistema di trasporto e le modalità delle operazioni di spostamento  in rapporto alle caratteristiche della persona, all'interazione ecologico-funzionale con l'ambiente ed alla gravità della sua disabilità, dal mezzo pubblico accessibile che, oltre a migliorare e velocizzare la qualità del trasporto per tutti, consentirà un'agevole spostamento agli anziani, bambini e persone con handicap sensoriali e motori medio-lievi, fino a pulmini debitamente attrezzati per disabilità gravi e gravissime.

Non esiste, infatti, un solo sistema di trasporto che sia in grado di rispondere bene ad ogni tipo di esigenza.

I provvedimenti per rendere effettiva ed efficace la mobilità dei cittadini disabili debbono perciò interessare i vari tipi di sistemi di trasporto: urbano ed extraurbano, collettivo ed individuale, pubblico, d'uso pubblico o privato, nonché le loro interazioni ed integrazioni in piani coordinati e flessibili con la mobilità più in generale.

 

A livello regionale occorrerà quindi:

·      che venga data tempestiva  attuazione art. 8,  comma 1 punti c) e )  e art. 26, commi 1 e 2, della legge 5/2/92 n. 104 per l'eliminazione delle barriere architettoniche dai mezzi pubblici di trasporto collettivo  ed istituzione di sistemi alternativi di trasporto, con la piena accessibilità dei trasporti pubblici e l'attivazione di servizi di trasporto integrativi quali pulmini accessibili, utilizzo di taxi ed autonoleggio;

·      che tutte le reti ed i servizi, comprese le infrastrutture fisse ad uso del pubblico, dovranno essere progressivamente adeguati alle esigenze degli utenti con ridotta o gravemente impedita capacità motoria o sensoriale, e dovranno impiegare materiale rotabile idoneo a tale scopo, in attuazione degli articoli 24, 25, 27 e 29 del DPR 24.07.96 n. 503;

·      che la Giunta regionale elabori finalmente il piano di mobilità delle persone handicappate previsto fin dal 1992 dall'art. 26 comma 3 della legge n. 104;

·      che la R.P. conceda contributi a fondo perduto per la applicazione, sugli autobus attualmente in servizio di linea, dei dispositivi atti a consentire il trasporto dalle persone con handicap anche quando in carrozzella;

·      che la R.P. stanzi dei contributi per concorrere nella spesa per attrezzare autovetture da adibire a taxi con dispositivi atti a consentire il trasporto anche di handicappati gravi od in carrozzella;

·      che la R.P. stanzi fondi per contribuire all'acquisto diretto di autobus attrezzati o di autoveicoli per il trasporto specifico di persone disabili e di loro accompagnatori, con contestuale assegnazione in ai soggetti gestori di servizi a chiamata e di servizi di linea,  rivolti anche od esclusivamente alle persone handicappate;

·      che vengano aumentati fino almeno al 50% i contributi per l'allestimento dei sistemi alternativi di guida per disabili (ora previsti al 20%);

·      che vengano stanziati contributi analoghi fino al 50% per l'allestimento personalizzato (scivoli, pedane, seggiolini girevoli ed abbassabili, ecc.) di mezzi per il trasporto di disabili;

·      che vengano attivati interventi per garantire una mobilità, autonoma dai familiari, anche a persone con disabilità intellettiva e sensoriale attraverso opportuni servizi di accompagnamento.

 

La lotta dei disabili per un inserimento nella società, nei luoghi ordinari di convivenza e in eguaglianza di opportunità, assicurato da un contesto ambientale privo di b.a. e nel quale sia garantita la più ampia mobilità e comunicazione, è soprattutto una lotta per l'affermazione del diritto alla vita, dei fondamentali diritti umani e civili.

 

Non a caso la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità , adottata il 13 dicembre 2006, dedica un intero articolo, il 9, per promuovere l’ACCESSIBILITA’ stabilendo che:

“1. Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, gli Stati Parti devono prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità, su base di eguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico, sia nelle aree urbane che nelle aree rurali.

Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicheranno, tra l’altro a:
(a) Edifici, strade, trasporti e altre attrezzature interne ed esterne agli edifici, compresi scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro;
(b) Ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi elettronici e quelli di emergenza.
2. Gli Stati Parti inoltre dovranno prendere appropriate misure per:
(a) Sviluppare, promulgare e monitorare l’applicazione degli standard minimi e delle linee guida per l’accessibilità delle strutture e dei servizi aperti o offerti al pubblico;
(b) Assicurare che gli enti privati, i quali forniscono strutture e servizi che sono aperti o offerti al pubblico, tengano conto di tutti gli aspetti dell’accessibilità per le persone con disabilità;
(c) Fornire a tutti coloro che siano interessati alle questioni dell’accessibilità una formazione concernente i problemi di accesso con i quali si confrontano le persone con disabilità;
(d) Dotare le strutture e gli edifici aperti al pubblico di segnali in caratteri Braille e in formati facilmente leggibili e comprensibili;
(e) Mettere a disposizione forme di aiuto da parte di persone o di animali addestrati e servizi di mediazione, specialmente di guide, di lettori e interpreti professionisti esperti nel linguaggio dei segni allo scopo di agevolare l’accessibilità a edifici ed altre strutture aperte al pubblico;
(f) Promuovere altre appropriate forme di assistenza e di sostegno a persone con disabilità per assicurare il loro accesso alle informazioni;
(g) Promuovere l’accesso per le persone con disabilità alle nuove tecnologie ed ai sistemi di informazione e comunicazione, compreso Internet;
(h) Promuovere la progettazione, lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di tecnologie e sistemi accessibili di informazione e comunicazioni sin dalle primissime fasi, in modo che tali tecnologie e sistemi divengano accessibili al minor costo.”

 

La Ricerca delle strategie concrete e specifiche, nonché le iniziative più idonee per raggiungere questi obiettivi e il loro sviluppo, sono l'ambito d'azione di questo Gruppo di Lavoro.