ECONOMIA DELLA DECRESCITA( S.Latouche/ E.Goldsmith)

La decrescita è una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi, con l'obiettivo di stabilire una nuova relazione di equilibrio ecologico fra l'uomo e la natura, nonché di equità fra gli esseri umani stessi.                                                                                                                                          Come ha affermato più volte Serge Latouche, uno dei principali fautori della decrescita, essa è innanzitutto uno slogan per indicare la necessità e l'urgenza di un "cambio di paradigma", di un'inversione di tendenza rispetto al modello dominante della crescita e dell'accumulazione illimitata.                                                                                                                                                 Se la spina dorsale della civiltà occidentale risiede nell'aumento dei consumi e nella massimizzazione del profitto, parlare di decrescita significa immaginare non solo un nuovo tipo di economia, ma anche un nuovo tipo di società. Essa invita, dunque, ad una messa in discussione delle principali istituzioni socio-economiche, al fine di renderle compatibili con la sostenibilità ecologica, la giustizia sociale e l'autogoverno dei territori, restituendo una possibilità di futuro a una civiltà che sembra tendere all'autodistruzione.                                                                                          Nata come una critica alle dinamiche economiche prevalenti, attorno al progetto della decrescita si articola ormai un insieme variegato di proposte e riflessioni.                                                                            Esse investono la sfera ecologica, sociale, politica e culturale oltre a una molteplicità di "buone pratiche" (dai Distretti di Economia Solidale all'agricoltura biologica e alla permacultura, dai Gruppi di Acquisto Solidale alla difesa dei territori e dei beni comuni, dal risparmio energetico al consumo critico, dal cohousing al car pooling), che realizzano un'importante circolarità tra esperienze concrete e ricerca teorica.

 

ECONOMIA ECOLOGICA O STAZIONARIA (Dh.Daly)

 

L'economia di stato stazionario è un sistema economico dimensionato in modo relativamente stabile. Il termine si riferisce in genere ad una economia nazionale, ma può essere applicato anche al sistema economico di una città, una regione o di tutto il pianeta. In un'economia di stato stazionario non si verificano accelerazioni o decelerazioni dei due tassi di crescita.                                                                                                                                           L'economia dello stato stazionario è un concetto totalmente legato alla fisica.

Eventuali componenti non-fisiche di un sistema economico (ad esempio, la conoscenza) possono crescere indefinitamente, mentre le componenti fisiche (come le risorse naturali, le popolazioni umane, e gli stocks di capitale generati dagli esseri umani) sono vincolate alle leggi della fisica e sono obbligate da relazioni ecologiche. Un'economia può raggiungere uno stato stazionario dopo un periodo di crescita o dopo un periodo di ridimensionamento o decrescita. L'obiettivo ideale è che un sistema economico sia mantenuto all'interno di una scala di sostenibilità che non superi i limiti ecologici.no, uguagliano la somma dei tassi di crescita della forza lavoro e del progresso tecnologico.

Herman Daly, uno dei fondatori dell'economia ecologica definisce una economia di stato stazionario, come:

... “Un'economia con stocks costanti di persone e artefatti, mantenuta a determinati, desiderati e sufficienti livelli, da bassi tassi del "flusso" di mantenimento in quello stato, ovvero i flussi di materia ed energia più bassi possibili dalla prima fase della produzione all'ultima fase del consumo"…

L'economia dello stato stazionario, quindi, mira ad avere livelli stabili o mediamente fluttuanti di popolazione e consumo di energia e materiali. Parità tra natalità e mortalità nella popolazione e parità tra risparmio/investimento e deprezzamento.

 

ECONOMIA DELLA PARTECIPAZIONE (Michael Albert)

L'economia partecipativa (in inglese participatory economics, spesso abbreviata in parecon), è un sistema economico proposto dall'attivista e teorico politico Michael Albert.                                                                                                                       Essa utilizza il processo decisionale partecipativo come meccanismo economico che guida la produzione, il consumo e l'allocazione di risorse in una data società.                                                                       Proposta come un'alternativa alle contemporanee economie di mercato capitaliste ed anche al socialismo centralmente pianificato o coordinatorismo, essa è descritta come una “visione economica anarchica” [1] e potrebbe essere considerata una forma di socialismo, poiché nell'economia partecipativa i mezzi di produzione sono posseduti dai lavoratori.                                                                                                               L'economia partecipativa cerca di implementare i seguenti valori: equità, solidarietà, diversità, autogestione dei lavoratori ed efficienza.                                                                                           Albert sottolinea che la parecon deve essere accompagnata da visioni alternative ugualmente importanti nei campi della politica, della cultura e della famiglia.

 

ECONOMIA DELLA CONDIVISIONE

 

La Condivisione è l'utilizzo in comune di una risorsa o dello spazio. In senso stretto si riferisce all'uso congiunto o alternato di un bene finito come ad esempio una residenza. E'anche correlato al processo di dividere e distribuire. Oltre a questi usi ovvi, che possiamo osservare nell'attività umana, vi sono altri esempi che si possono trovare in natura. Quando un organismo si nutre o respira gli organi interni sono costruiti in modo tale da dividere e distribuire l'energia in ingresso e rifornire le parti del corpo che ne necessitano. I fiori dividono e distribuiscono i loro semi. In senso lato si può riferire al libero uso di un bene, come un'informazione. In senso ancora più largo la condivisione può significare un dono.

La condivisione in senso economico slega il concetto di proprietà dal concetto di prodotto. I prodotti sono spesso venduti venduti a qualcuno che li utilizzerà.

La condivisione di un prodotto può ridurre la domanda dello stesso diminuendo il numero di persone che intendono acquistarlo.

La condivsione è considerata un aiuto economico e ambientale attraverso pratiche come il carpooling.

Alcuni uomini d'affari pensano che sia una minaccia a causa di un diminuito profitto. Questo ha portato a leggi come il copyright per bloccare la condivisione.

L'effetto sulla profittabilità è difficile se non impossibile da calcolare poiché si basa sull'assumere alcuni assiomi sul comportamento e sulle scelte di diversi individui, divisi tra l'aumento di vendite dovute alla pubblicità data dall'uso del prodotto di un amico e l'effetto delle mancate vendite dovute all'uso stesso. Secondo altri esperti l'economia del dono può giocare un ruolo significativo nell'economia di mercato, come ad esempio il car sharing.

 

ECONOMIA NON VIOLENTA O GANDHIANA

 

L'economia gandhiana è una scuola di pensiero economico basata sui pricipi socio-economici esposti dal leader nonviolento indiano Mohandas Gandhi.

È largamente caratterizzata dalla sua affinità ai principi e agli obiettivi del socialismo umanistico nonviolento, ma con il rifiuto della lotta di classe violenta e la promozione dell'armonia socio-economica.

Le idee economiche di Gandhi hanno pure lo scopo di promuovere l'armonia e lo sviluppo spirituale, rifiutando il materialismo.