Inviato da Andreagan di 12 Ott 2004 - 09:28 PM
Dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi ai
dirigenti delle principali industrie armiere italiane in occasione
della presentazione ufficiale del primo volo del caccia M-34,
arrivano le reazioni del mondo pacifista.
Sarò il vostro
"commesso viaggiatore". Così ha detto oggi il Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi ai dirigenti delle principali industrie
armiere italiane in occasione della presentazione ufficiale del
primo volo del caccia M-346. ''Mi chiedete che il vostro presidente
del Consiglio divenga il vostro commesso viaggiatore - ha detto
Berlusconi. Lo sto facendo: credo che attirerò l'attenzione dei miei
colleghi su questo nuovo prodotto della tecnologia italiana
all'avanguardia nel mondo. Si prevede di avere ordinativi cospicui.
Abbasseremo i costi attraverso la quantità". "Ciò - ha aggiunto il
premier - è reso possibile dal gran peso che l'Italia gode in
politica estera grazie al lavoro di questo governo: il presidente
del Consiglio - ha sottolineato Berlusconi - ha assunto nel panorama
internazionale un ruolo tale che gli permette di alzare il telefono
in qualsiasi momento e di ottenere risposte immediate dai suoi
interlocutori internazionali''. "Nel panorama globale - ha
proseguito il Presidente - l'Italia può finalmente recitare il ruolo
di protagonista, un ruolo che le spetta e che corrisponde al suo
effettivo peso nelle questioni internazionali. L'Italia è la sesta
potenza mondiale, ed è il terzo paese nel mondo che ha impegnato la
sua potenza militare a supporto della pace"'. Per questo "attirerò
l'attenzione dei miei colleghi internazionali su questo gioiello
dell'Aeronautica militare italiana" - ha ripetuto Berlusconi
rassicurando i rappresentanti di Aermacchi, Alenia e Finmeccanica.
''Si prevede di avere per questo gioiello ordinativi copiosi in modo
da poter così abbassare i costi''. Il premier non avrebbe infine
rinunciato alla solita battuta: ''Basta fissare la percentuale che
spetta al Presidente del Consiglio che ovviamente devolverà a usi
condivisi da tutti''.
Pronte le reazioni del mondo
pacifista. "Finalmente il premier ha spiegato com'è che in questi
ultimi due anni sono esplose le vendite di armi italiane" - ha
commentato Francesco Vignarca della Rete italiana per il disarmo. "E
non si può dire adesso che il Premier non sappia a chi le vendiamo".
Sono giunte infatti a quasi 1 miliardo e 300 milioni di euro le
autorizzazioni all'esportazione di armi rilasciate dal Governo nel
2003 con un incremento che sfiora il 40% rispetto ai circa 920
milioni di euro del 2002, quando già si era registrato un aumento
del 6,6% rispetto al 2001. Nella lunga lista degli oltre 60 Paesi
destinatari delle armi "made in Italy" Dati e analisi sull'export di
armi italiane figurano nazioni in stato di conflitto (come India e
Pakistan), verso i quali vige l'embargo da parte dell'Unione europea
(come la Cina), una lunga lista di Paesi dove vi sono costanti
violazioni dei diritti umani (dall'Arabia Saudita alla Malesia,
dalla Nigeria alla Turchia) e Paesi altamente indebitati (come
Bangladesh e Argentina) ai quali - secondo la legge 185/'90 che
regolamenta la materia - non dovrebbero essere vendute.
"Non
avevamo dubbi che questo governo non avesse scrupoli in materia di
vendita di armi" - sottolinea Tonio dell'Olio di Pax Christi Italia.
"Il Presidente del Consiglio ha finalmente esplicitato il suo
rapporto con l'industria armiera. Un fatto che ci preoccupa
ulteriormente visto anche l'elenco dei Paesi ai quali esportiamo le
"nostre" armi. Da parte nostra continueremo a sostenere l'impegno
per la riconversione dell'industria armiera" - ha concluso
Dell'Olio.
Già dal febbraio scorso un cartello di
organizzazioni si è attivato, proprio in Lombardia (sede delle
industrie visitate oggi dal premier Berlusconi) per chiedere di
riattivare la legge regionale per l'Agenzia per la riconversione
dell'industria bellica istituita con la L.R. n. 6, dell'11 marzo
1994 che dall'insediamento della Giunta Formigoni è rimasta
inattiva.
"Il fatto si commenta tristemente da sè" - nota
Riccardo Troisi della Rete di Lilliput. "Il Presidente del Consiglio
continua ad indossare senza troppe ambiguità la veste che non ha mai
dimesso, quella di "mercante di morte", continuando ad aumentare le
spese militari, modificando la legge sul controllo del commercio
delle armi (185/90), sostenendo guerre illegali e riducendo gli
aiuti allo sviluppo dei tanti sud del mondo. Per cui trovo coerente
il suo impegno da commesso viaggiatore di armi, spero solo che i
suoi viaggi si concludano presto e che l'Italia sia capace al più
presto di avere un capo di governo che esporti una cultura di pace
fatta di politiche di disarmo, prevenzione di conflitti e di
rinnovata legalità internazionale" - conclude Troisi. [GB]
Articolo tratto dal sito
http://www.unimondo.org/