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Novembre 2000
Da 14 anni
l'Italia non produce piu' energia nucleare, quindi il problema e' chiuso? No,
perche' le centrali sono sempre li', invecchiano, con il loro carico di
combustibile irraggiato (uranio e plutonio) e migliaia di rifiuti stoccati nei bidoni.
Tutti i Paesi che hanno una produzione di nucleare hanno provveduto a
costruirsi un sito sicuro dove mettere i rifiuti. L'Italia ci sta pensando
adesso.
Questo significa che il deposito dovrebbe essere pronto fra 20 anni. Intanto il
piu' grande impianto d'Italia si allaga per lo straripamento della Dora Baltea.
“Non c'e' problema.”, dice l'ARPA.
Aggiornamento
Queste sono le
pianure del vercellese e in questi campi nella stagione giusta cresce il riso
irrigato da questi canali che prendono acqua dalla Dora Baltea. Il 15 ottobre
la Dora e' uscita dagli argini e i canali sono straripati, e' la terza volta
che succede in 10 anni e a pochi metri dal fiume ci sono tre impianti nucleari
con migliaia di metri cubi di rifiuti radioattivi, ogni volta che l'acqua entra
qua dentro e' sempre piu' alta.
Massimo Ardissimo, esperto qualificato
radioprotezione Sorin Saluggia:
"L'altezza
all'incirca era questa (indica il segno lasciato dall'acqua sul muro di un
edificio).”
D - “E qui dentro cosa c'e'?”
“Qui dentro ci sono i residui radioattivi
generati dalle attivita' svolte negli anni sessanta, settanta, dalla Sorin
Biomedica.”
Questa e' la Sorin Biomedica, un gruppo di
societa' che producono radiodiagnostici. Su questo impianto 15 anni fa c'e'
stato un incidente che ha causato una contaminazione da cobalto 60 e dopo 15
anni la contaminazione e' ancora li'. Vicino alla Sorin c'e' FiatAvio: li'
dentro c'e' il reattore nucleare fermo da 30 anni e dentro la piscina
custodisce 471 barre di materiale irraggiato composto da ossido di uranio e
plutonio.
D - “Ma da dove e' arrivata per entrare nei
sotterranei, dai tombini?”
Franco Cannici, Resp. Sperimentazione
FiatAvio:
"Dai tombini, esatto. Quello che si chiama fontanazzi, sono proprio dei
tombini nell'interrato e ci hanno messo fuori servizio delle pompe, dei motori
elettrici.”
A poca distanza gli impianti Eurex dell'Enea,
l'acqua e' entrata anche qui.
Francesco Troiani, Direzione Centro
Enea:
"E' in questa zona dove abbiamo avuto il massimo livello d'acqua che e' di
circa 70-80 cm e si puo' vedere dall'infiorescenza che c'e' sul mattone della
guardiola.”
E poi c'e' un magazzino a pochi metri dal fiume
ci sono dentro 1600 mc di rifiuti solidi radioattivi. L'impianto e' proprio
li', a pochi metri dal fiume.
Giampiero Godio, Lega Ambiente
Vercelli:
"In questo centro e' vero che sono conservati rifiuti liquidi ad alta
attivita', che hanno dunque una pericolosita' particolare, ma anche quantita'
grandissime di rifiuti radioattivi a bassa e media attivita' che non esistono
in nessun altro posto d'Italia.”
E c'e' quella collina apparentemente innocua e
potenzialmente in grado di dividere l'Italia in due, come dice il Direttore
generale dell'Enea nella seduta della VIII Commissione.
Francesco Troiani, Direzione Centro
Enea:
"Se dovesse verificarsi un episodio alluvionale di eccezionale potenza e
dovesse interessare questa struttura e quindi fossimo nella condizione di
perdere questi rifiuti allora si' che il problema diventerebbe un problema
nazionale, di emergenza nazionale.”
D - “Cosa c'e' dentro?”
"I prodotti di fissione degli elementi
che sono stati ritrattati qui all'interno dell'impianto: cesio, stronzio, e'
presente ancora dell'uranio.”
Il materiale seppellito qua sotto e' liquido
contenuto in 12 serbatoi di acciaio protetto da calcestruzzo e rivestito di
terra. Questi liquidi hanno un potenziale radioattivo che si dimezza dopo
25.000 anni e qua sotto sembrano esserci anche 5 chili di plutonio puro. Ma e'
vero?
Michele Gili, Dir. Impianto Eurex:
"Che devo dire?"
D - “Che qui ci sono anche questi famosi 5
chili di plutonio.”
“Non posso commentare questa informazione. E'
una informazione riservata.”
Che questa bomba ad orologeria non puo' piu'
stare qui e' scritto su tutti i rapporti da anni, ma non si possono portare via
perche', secondo gli esperti, nessun mezzo di trasporto esistente al mondo e'
abbastanza sicuro. Bisogna prima trasformarli sul posto in materiale solido e
meno pericoloso, in termini tecnici si dice devono essere condizionati e poi
trasportati in un deposito che pero' ancora non esiste.
D - “Oggi come pensa di solidificare questi
rifiuti che avete, prima di portarli via?”
Michele Gili, Dir. Impianto Eurex:
"Non do' commenti.”
Ripetiamo: in riva ad un fiume che esonda c'e'
la piu' alta concentrazione italiana di rifiuti radioattivi. Un Paese che si
definisce civile avrebbe dovuto mettere la soluzione di questo problema
all'ordine del giorno, di tutti i giorni, di tutti i giorni di tutti i governi
che si sono succeduti negli ultimi 20 anni. Dal 1977 il Ministero dell'Industria
e' consapevole del problema, ma se si vanno a vedere le carte si legge che si
passa da una proroga all'altra, prima perche' non si sa se il nucleare avra'
sviluppi o no, dopo perche' il come condizionare i rifiuti deve essere fatto
per tappe, poi perche' l'Agenzia Nazionale per l'Ambiente dice che bisogna
procedere in un certo modo e demanda le responsabilita' al Ministero
dell'Industria e infine l'ultimo decreto, datato 7 dicembre 2000, che sull'onda
dell'urgenza alluvione dice: fate come vi pare ma entro il 2005 i rifiuti
devono essere solidificati. E secondo gli esperti questo termine, cioe' fra 5
anni, sara' sicuramente prorogato perche' l'impianto per rendere i rifiuti
inerti non esiste ancora e sulla sua costruzione non esiste nessun accordo. Di
sicuro dei decreti di facciata e delle relative proroghe il fiume non tiene
conto e quando e' in piena l'acqua viene su anche dai tombini.
Giampiero Godio, Lega Ambiente
Vercelli:
"Questa zona dove ci sono gli impianti e' piu' bassa del livello che
l'acqua viene ad avere nel fiume quando c'e' la piena e quindi, per il
principio dei vasi comunicanti, questa zona si e' inondata dal basso, per
salita dell'acqua dai tombini per capirci.”
Poco lontano c'e' l'acquedotto piu' grande del
Piemonte.
Giampiero Godio, Lega Ambiente
Vercelli:
"Da la' verso questo punto e qui al nostro fianco, c'e' il campo pozzi
dell'acquedotto del Monferrato, c'e' la zona da cui il piu' grande acquedotto
del Piemonte preleva l'acqua per distribuirla ad oltre 105 comuni dislocati in
varie province.”
D - “Ma non c'e' nessun problema?”
"Non c'e' nessun problema se non avviene
nessun incidente, purtroppo essendo esattamente a valle nel senso di
scorrimento della falda, se dovesse esserci un rilascio di sostanze radioattive
arriverebbero qui e potrebbero contaminare quest'acqua. Si farebbe in tempo ad
accorgersene ma questa falda d'acqua cosi' importante sarebbe persa per
sempre.”
D - “Voi avete fatto controlli nella falda?”
Laura Porzio, Resp. Arpa Vercelli:
"Abbiamo fatto controlli sulla falda, sui pozzi poco profondi delle
cascine e sui pozzi dell'acquedotto del Monferrato che si trovano a valle degli
scarichi e che servono una larga zona, e nessun pezzo e' risultato
contaminato.”
D - “Perche' l'acqua mi dicono che e' entrata
proprio dalla falda?”
"Si' nel centro Enea e per quel che
riguarda il reattore Avogadro, per quel che riguarda il sito Sorin invece e'
l'acqua che e' esondata dal canale.”
D - “Ma quindi se l'acqua entra dalla falda si
suppone che poi ritorni nella falda.”
“Si'.”
D - “Allora credo che qualcosa nella falda ci
va...”
“Questi sono fenomeni che vanno studiati nel
tempo.”
Intanto tutti scaricano nel fiume.
Michele Gili, Dir. Impianto Eurex:
"Queste sono 2 vasche gemelle, una in servizio, l'altra in attesa; a
riempimento di una cominciamo ad utilizzare l'altra, quando una vasca e' piena
eseguiamo tutta una serie di controlli in base a certi parametri legati alla
radioattivita' che dobbiamo rispettare. Quando questi parametri vengono
rispettati abbiamo l'autorizzazione per scaricare all'interno della Dora.”
D - “Cosa c'e' in questi liquidi?”
Massimo Ardissimo, esperto qualificato
radioprotezione Sorin Saluggia:
"Per la maggior parte iodio 125, iodio 131 e, in minor misura, cobalto e
cesio, vengono scaricati nel fiume Dora Baltea se la quantita' radioattiva e'
inferiore ai limiti stabiliti e la portata della Dora Baltea lo consentono.”
In questo fiume, secondo la prescrizione
annuale, si possono scaricare 350 miliardi di Becquerel ogni anno. In nessun
altro posto e' consentita una quantita' cosi' elevata e questo perche' la legge
si adegua alla realta' non necessariamente alla salute, e qualche metro piu' in
la' un contadino aveva pensato bene di mettere le tubazioni per irrigare il suo
campo di fagioli.
Giampiero Godio, Lega Ambiente
Vercelli:
"Penso il Comune abbia proibito questa attivita' che di per se' e'
legittima, e' legittimo attingere acqua per irrigare i campi, ma farlo pochi
metri a valle rispetto a dove avvengono questi scarichi di sostanze
radioattive, costituisce un pericolo.”
Rimane un'ultima domanda: ma perche' si sono
costruiti impianti nucleari nell'alveo di un fiume a rischio esondazione e si
e' situato la' dentro un potenziale radioattivo senza precedenti?
Roberto Mezzanotte, Dir. Rischio
Nucleare Anpa:
"Lei mi ha fatto una domanda: chi ha autorizzato. All'epoca non esisteva
alcun procedimento autorizzativo in Italia.”