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GIAMPIERO GODIO - resp. Legambiente
Piemonte
Nel comune di Trino esiste già da cinque anni funzionante questa megacentrale.
Sono 700 mw di energia elettrica prodotta bruciando metano. Qui di fronte, a
poco più di un chilometro di distanza, alla mia destra, c'é il progetto per
costruire una nuova megacentrale ancora più potente, 800 mw. Io mi chiedo il perché
scegliere di farla proprio qua questa nuova?
BENTIVOGLIO
- Bologna
Vorrei sapere perché hanno in mente di fare queste centrali, megacentrali,
nonostante che qui non ci sia bisogno di energia elettrica?
DURAZZANINO
- Forlì
Non capiamo perché qua vogliano fare in questa zona, in questo campo aperto,
una nuova centrale termoelettrica a gas metano?
MINERBIO -
Bologna
Perché la vogliono fare qui? La fanno qui solo per soldi?
CIVITAVECCHIA
E' una domanda che ci poniamo. Per quale ragione l'ENEL abbia deciso di
trasformare questa grande centrale a carbone?
IN STUDIO
MILENA GABANELLI
Il decreto Bersani del 16.3.99 ha liberalizzato il mercato dell'energia, il
monopolio non esiste piu' e l'Enel ha dovuto vendere ai privati circa il 50%
dei suoi impianti. L'anno scorso è intervento il decreto "sblocca
centrali" e di fatto chiunque oggi può chiedere l'autorizzazione per
aprire una centrale elettrica dove gli pare. Ricordiamo che una centrale
elettrica non da grande occupazione e ha un enorme impatto ambientale.
Quello che vorremo capire è perché se ne vogliono costruire così tante, dove,
che cosa bruceranno e soprattutto chi le deve autorizzare? Giovanna Boursier.
BENTIVOGLIO
- Bologna
Col discorso della privatizzazione stanno nascendo in Italia progetti di 150
centrali. Che é una roba assurda!
PIERLUIGI
BERSANI - ex Ministro dell'Industria
Bisogna chiarire un punto. Non c'entra assolutamente nulla la liberalizzazione
con questo proliferare di domande. Perché suscitare investimenti oggi significa
suscitare ammodernamento del nostro parco produttivo energetico. Questo é il
messaggio e questo deve essere il risultato. Quindi il governo avrebbe fatto
bene a prenderla da qui e non a lasciare correre nel paese allarmi che a volte
sono giustificati. Perché quando in un territorio imparano che forse gli
arrivano 6 centrali chiaramente anche io mi ribellerei!
AUTRICE
Quindi 4 anni fa Bersani liberalizza il mercato ma l'anno scorso arriva un
nuovo decreto legge che si chiama sblocca centrali, firmato dal ministro
Marzano, che in sostanza dice: le nuove centrali di potenza superiore ai 300 mw
sono dichiarate e vengono autorizzate con procedure semplificate. E siccome
l'iniziativa non ci manca sono stati presentati ovunque progetti per nuove
centrali.
CIVITAVECCHIA
Qua hanno presentato un progetto per riconvertire da olio combustibile a
carbone quella centrale che ha ciminiere da 250 metri di altezza.
DURAZZANINO
- Forlì
Proprio qua dietro, vedete, vogliono costruire una megacentrale termoelettrica
da 800 mw.
BENTIVOGLIO
- Bologna
Sì. E' un progetto di una centrale a turbogas da 800 mw elettrici e 1400
termici.
AUTRICE
Ma quante domande per nuove centrali avete avuto?
MAURIZIO
BERNARDO - Assessore alle Risorse idriche Lombardia
Io credo che a un certo punto siamo arrivati a una dozzina.
VASCO ERRANI
- Presidente Regione Emilia Romagna
Per quello che riguarda l'Emilia Romagna sono state presentate al ministero
dell'industria 21 domande.
UGO
CAVALLERA - assessore all'Ambiente e all'Agricoltura Regione Piemonte
Ecco noi dal punto di vista delle cosiddette nuove centrali dobbiamo segnalare
4 centrali autorizzate, queste già prima del decreto sblocca centrali. A fronte
di queste ci sono ulteriori 12 domande, per 8.800 mw, che sono in fase,
diciamo, di articolata valutazione.
GIAMPIERO
GODIO - responsabile Legambiente Piemonte
Qui (Trino - Vercelli) é particolarmente insensato andare a fare una nuova
megacentrale a fianco di una megacentrale costruita cinque anni fa che già di
per sé é insensata.
D - Ma la farete o no?
UGO
CAVALLERA - Assessore all'Ambiente e all'Agricoltura Regione Piemonte
E' difficile fare previsioni. Perché vorremmo avere una visione di insieme.
AUTRICE
Avere una visione di insieme significa che, prima di cominciare a costruire
centrali, bisognerebbe sapere quante ne servono in ogni regione. Ma chi esamina
i progetti e decide se fare una centrale in Emilia Romagna? Lei da Bologna o il
ministro da Roma?
VASCO ERRANI
- Presidente Regione Emilia Romagna
E' esattamente questo il punto. Il decreto sblocca-centrali aveva un'impostazione
ipercentralista che passava sopra le competenze dei comuni e delle regioni e
non rispettava in nessun modo il nuovo titolo V° della Costituzione. Le regioni
hanno protestato. C'è stata una lunga e difficile discussione con il ministero.
Alla fine abbiamo raggiunto un'intesa su un punto fondamentale, e cioè spetta
alle regioni e agli enti locali fare una valutazione complessiva del
fabbisogno.
AUTRICE
Cioè spetta al territorio come dice la Costituzione. Ma siccome il ministro
Marzano voleva decidere tutto da solo le regioni si sono messe di traverso -
Emilia Romagna in testa - e il ministro ha firmato un'intesa che ridà il potere
di decidere anche a loro. Solo che passano cinque mesi e spunta un nuovo
decreto che il potere alle regioni lo toglie di nuovo. E allora?
VASCO ERRANI
- Presidente Regione Emilia Romagna
Questo nuovo decreto rappresenta per noi una presa in giro rispetto al lavoro
serio che abbiamo fatto.
CARLO ANDREA
BOLLINO - Consigliere per l'Energia del Ministro Antonio Marzano
Era stata pensata proprio per aiutare al meglio la conclusione dei processi
autorizzativi in corso assieme alle regioni interessate, se il presidente che
lei ha citato pensa il contrario sarà opportuno parlarne.
AUTRICE
Insomma il ministero insiste . Le regioni, invece, minacciano il ricorso alla
Corte costituzionale se il governo non rispetterà gli accordi. E intanto dal
nord al sud la situazione é sempre la stessa: tante domande per nuove centrali
e anche i sindaci dicono che non possono decidere.
ALESSIO DE
SIO - sindaco di Civitavecchia
Siamo in presenza, dal punto di vista legislativo, di una situazione un pò
ingarbugliata.
RAFFAELE
FINELLI - sindaco di Malalbergo - Bo
Cioè se in questa zona non fosse possibile, dal punto di vista urbanistico,
fare la centrale, se il ministero dovesse dire di si, si sorpassano tutte le
autorizzazioni anche dal piano urbanistico. Quindi passa sulla testa dei
cittadini e degli amministratori.
CARLO ANDREA
BOLLINO - Ministero Attività Produttive
Se l'amministratore dice no per un buon motivo - qui c'è il fiume, qui c'è il
parco, qui c'è la zona agricola - la centrale non si può fare perché manca il
suo parere. Ma non può dire perché c'è un comitato di cittadini contrari solo
per ragioni di tipo politico.
AUTRICE
Vediamo perché i cittadini non vogliono le centrali.
DURAZZANINO
- Forlì
Da questa centrale, di dimensioni enormi, con camini da 100 metri,
fuoriuscirebbero delle emissioni dannose per tutto quello che é l'agricoltura
circostante.
ROMANO BEZZI
- proprietario ditta Bezzi, Ravenna
Questo é il mio capannone, qua c'è la centrale e questa é la linea dell'alta
tensione che deve essere triplicata e potenziata. Già da questa distanza vengo
bombardato continuamente da queste onde elettromagnetiche. Molto probabilmente
aumenterà ancora di più questo bombardamento. E nessuno mi ha avvisato di
quello che doveva essere fatto e tantomeno si sono mai cautelati neanche di
dirmi quali potevano essere le problematiche a livello di salute che mi si
potevano creare.
PORTO TOLLE
- bambino
Stavo camminando, é caduta come una pioggia e ho guardato sulle mani, così, era
olio. Piovevano delle gocce nere che sono corso in casa perché ero tutto sporco
di nero.
PORTO TOLLE
- mamma
Molto spesso succede di notte quando nessuno se ne accorge. E noi che abitiamo
vicino lo possiamo constatare dalle finestre, dal bucato, insomma é tutto
rovinato.
AUTRICE
Cittadini contrari e non sembra per ragioni politiche. Allora, ci chiediamo,
quante centrali si vogliono costruire? E qui non si capisce niente. Sembrano
centinaia, perché ci sono quelle nuove e quelle vecchie da modificare e
ripotenziare, progetti fatti prima e dopo lo sblocca-centrali, già autorizzati,
sotto procedura di verifica ambientale, sospesi e modificati. E gli elenchi non
coincidono.
CARLO ANDREA
BOLLINO - Ministero Attività Produttive
Sono circa una quarantina di progetti...sia chiaro: poi se io dico 40 c'é un
quarantunesimo che ha titolo e si sente titolato a essere valutato e avrà
perfettamente ragione. Sto dandole un'idea di massima.
AUTRICE
Un'idea di massima... Ma cerchiamo di essere precisi, visto che la regione
Emilia Romagna ci ha detto che ha 21 domande, il Piemonte 12 e la Lombardia
altrettante. Fa 45 solo in queste tre regioni. Poi ci sono tutte le altre...
SALVATORE
MACHÌ - Presidente GRTN, Gestore Rete Trasmissione Nazionale
Al momento risultano autorizzati, con la nuova procedura del decreto
sblocca-centrali, 11 impianti per una potenza di 7500 mw circa. Sono state
presentate al ministero delle attività produttive 56 domande per una potenza di
28.000 mw.
D - Ma di quanta energia
abbiamo bisogno?
SALVATORE
MACHÌ - Presidente GRTN, Gestore Rete Trasmissione Nazionale
Perlomeno noi avremmo bisogno di quei 6.000 mw che ci renderebbero
autosufficienti e non dipendenti dall'estero.
AUTRICE
Ma se mi ha appena detto che sono autorizzati 7.500, allora non bastano?
SALVATORE
MACHÌ - Presidente GRTN, Gestore Rete Trasmissione Nazionale
Eh, direi di no, perché i 6000 mw di cui parlavo sono quei megawatt che ci
renderebbero autosufficienti in termini di potenza. Ovviamente poi un sistema
elettrico per essere sicuro ha bisogno di riserve. Quindi lì si va molto aldilà
dei i 6.000 mw.
AUTRICE
Dunque tra nuove centrali e vecchie da riconvertire ci sono 56 progetti più 11
autorizzati per 7.500 mw pari, più o meno, a quello che importiamo. Ma ci
servono 6000 o 28000 mw? di quanta elettricità abbiamo ancora bisogno?
CARLO ANDREA
BOLLINO - Ministero Attività Produttive
Questo é un governo liberista. Non ha programmato tu fai una centrale qui, tu
fai una centrale qui, tu sei un mio amico e fai la centrale lì. Questo governo
ha detto ho bisogno di, sempre 8000 mw parliamo, ma ha lasciato al mercato fare
la prenotazione.
D - Ma per altre 56
centrali. Quante ne autorizzerete ancora?
CARLO ANDREA
BOLLINO - Ministero Attività Produttive
Dare una cifra in questo momento sarebbe dirigismo o programmazione indebita.
E' il mercato che deve decidere. Perché? Perché la prima che arriva si
costruisce e fa profitto perché comincia a vendere, poi la seconda, poi la
terza, arriverà l'ennesima in cui i dirigenti, gli industriali, i progettisti
di quella centrale rinunceranno spontaneamente perché la loro capacità di fare
profitto sarà troppo bassa rispetto all'investimento.
D - Voi quanti progetti
avete presentato?
MASSIMO
ORLANDI - amministratore delegato "Energia"
Pesentato abbiamo 5 o 6 progetti, uno dei quali, Termoli, ha già concluso il
primo iter autorizzativo ed é stato il primo progetto autorizzato con il
cosiddetto decreto sblocca-centrali.
D - E voi? quante centrali
volete fare?
STEFANO
CASALEGGI - direttore generale "Edison Energia"
Sono 7 centrali. E sono tutte a ciclo combinato, cogenerative, alimentate a
metano, cioè con le tecnologie che in questo momento hanno il minor impatto
ecologico e il maggior rendimento ed efficienza.
D- Ma di queste 7 quante
sono autorizzate definitivamente?
STEFANO
CASALEGGI - direttore generale "Edison Energia"
6 su 7 sono autorizzate in questo momento.
D - Ma cosa succederà? che
gli utenti potranno scegliersi il produttore?
STEFANO
CASALEGGI - direttore generale "Edison Energia"
Intanto non saranno più utenti ma saranno clienti. E potranno approvvigionarsi
da una pluralità di fornitori scegliendo quello che garantisce le migliori
condizioni economiche e quelle più vicine alle caratteristiche di consumo delle
famiglie.
AUTRICE
Qui ognuno dà i suoi numeri... Ma ci dicono che é la legge della concorrenza.
Perché le nuove centrali a metano miglioreranno impatto ambientale, efficienza
e rendimenti. E quindi abbasseranno i prezzi. E visto che nelle fasce di medio
consumo siamo il paese più caro d'Europa ben venga! Ma é vero che le tariffe
scenderanno?
PIPPO RANCI
- presidente Autorità per l'energia elettrica e il gas
Man mano che si aumenta il numero degli operatori in generazione di elettricità
si intensifica la concorrenza e i compratori riusciranno a fare shopping un po'
meglio.
MASSIMO
ORLANDI - amministratore delegato "Energia"
I prezzi potranno scendere nel campo dell'energia elettrica diciamo nell'ordine
da un 15, 20, 25%.
PIPPO RANCI
- presidente Autorità per l'energia elettrica e il gas
Eh, guardi, chiunque le dia dei numeri oggi non può venderglieli con certezza.
MASSIMO
SERAFINI - Legambiente, responsabile settore energia
I prezzi si abbasseranno nella misura in cui ci verrà fornita un'energia
procurata con fonti sempre più inquinanti e quindi che non hanno vincoli
ambientali da rispettare.
D - Per esempio?
MASSIMO
SERAFINI - Legambiente, responsabile settore energia
Per esempio l'utilizzo del carbone, per esempio il fatto che addirittura si
vuol fare passare l'acqua carbone, l'orimulsion, come una fonte rinnovabile.
AUTRICE
Che cos'è l'orimulsion? é una miscela di bitume e acqua, una specie di catrame
che importiamo, via nave, dal Venezuela. E a orimulsion l'Enel vuole convertire
la vecchia centrale a olio di Porto Tolle, una delle più grandi d'Italia, nel
Parco del Delta del Po.
GIORGIO
LAZZARI - ex responsabile del WWF di Ravenna
L'orimulsion, essendo un'emulsione, se cade in acqua, affonda leggermente
nell'acqua, si disperde nella colonna d'acqua e quindi tutto il bitume viene
uniformente distribuito all'interno della massa dell'acqua. Poi, col tempo, il
catrame si rilibera, essendo più leggero dell'acqua, viene a galla e quindi si
formano palle di catrame dappertutto. E' una cosa mostruosa!
COMITATO
CONTRO LA CENTRALE DI PORTO TOLLE
Questo combustibile prevede la movimentazione complessa di calcare, di gessi
che escono, di ammoniaca che deve entrare sotto forma di urea, la produzione di
polveri con un alto contenuto di metalli pesanti che dovrebbero essere smaltite
in Inghilterra o negli Stati Uniti. Noi ci chiediamo perché é stato proposto
l'orimulsion e non é stata ad esempio proposta la metanizzazione?
LEONARDO
ARRIGHI - Enel, direttore programmazione nuove costruzioni
la dimensione é di 2640 mw. Una centrale di queste dimensioni non é
tecnicamente praticabile convertirla a metano.
GIORGIO
LAZZARI - ex responsabile del WWF di Ravenna
Il metano riuscirebbe ad avere un inquinamento molto minore. Loro dicono che
non si può perché é una questione di costi. Loro dicono chiaro e tondo.
COMITATO
CONTRO LA CENTRALE DI PORTO TOLLE
Allora é giusto che sulla nostra pelle, sulla nostra salute, si faccia la
concorrenza dell'energia? é giusto che si facciano le politiche energetiche
sulla salute dei cittadini?
LEONARDO
ARRIGHI - Enel, direttore programmazione nuove costruzioni
E' necessario far diminuire l'incidenza dei combustibili costosi - olio e
metano - e far aumentare l'incidenza dei combustibili più a buon mercato. Per
questo il nostro piano industriale prevede da un lato la riduzione delle
centrali a olio, trasformandole in parte a metano, in parte, come nel caso di
Porto Tolle, da olio a orimulsion. Altrove da olio a carbone.
AUTRICE
Altrove significa, per esempio, a Civitavecchia, dove c'é il progetto di
convertire la vecchia centrale da olio a carbone, appunto. Perché - abbiamo
capito - per abbassare i prezzi ai consumatori bisogna far scendere anche i
costi dei produttori. E il carbone é il combustibile più economico. Ma nessuno
lo vuole. Nemmeno il sindaco. Perché?
ALESSIO DE
SIO - sindaco di Civitavecchia
Perché quando si parla di polveri ultrasottili, ultrafini, quando si citano
anche siti internet della stessa Enel o di altre istituzioni, che invece vanno
verso altri combustibili proprio per il miglioramento dell'ambiente e non si
cita il carbone, credo che a questo punto...siccome questo é un territorio che
comunque dal punto di vista ambientale ha pagato un prezzo molto alto, ho
deciso di dire no e di schierami per il no.
SALVATORE
MACHÌ - presidente GRTN
Oggi la tecnologia é tale da rendere indifferente, ai fini dell'impatto
ambientale, e delle emissioni, sia in atmosfera sia al suolo, rendere
indifferente l'utilizzazione del combustibile. Sia che esso sia olio, gas o
carbone.
GIANNI SILVESTRINI
- direttore "Quale energia?"
In realtà il carbone ha una serie di problemi di carattere ambientale, anche se
c'è da dire che le tecnologie si sono molto evolute anche sul versante del
carbone, però sono pesanti. E soprattutto in termini di Kyoto, di emissioni di
anidride carbonica, il carbone é molto più inquinante rispetto agli altri
impianti.
AUTRICE
Ma in provincia di Bologna, dove sono in progetto due centrali da 800 MW,
Bentivoglio e Minerbio, non vogliono nemmeno il metano. Perché?
COMITATO CONTRO
LA CENTRALE DI BENTIVOGLIO (Bo)
Viene fatta in questo luogo, la centrale. Dall'altra parte ci sono oasi
naturali...
DONNA
E io produco bietole, grano e frutta. E le pere, le pere pregiate dell'Emilia.
Non so?
RAFFAELE
FINELLI - sindaco di Malalbergo - Bo
Bisogna puntare sulla riconversione degli impianti già esistenti.
D - Ma cosa succederebbe a
costruire una centrale così?
NICOLA
ARMAROLI - Cnr Bologna
E' la domanda che mi sono posto anche io come chimico per vedere quale tipo di
inquinanti emettono queste centrali. Allora ho contattato il dipartimento
dell'energia del governo americano, in particolare il laboratorio di Bolder in
Colorado. E mi hanno dato esattamente le emissioni di questo tipo di centrali a
ciclo combinato a gas naturale. Per quanto riguarda le emissioni dichiarate di
anidride carbonica siamo certamente in linea tra i dati dei proponenti e i
dati, diciamo, di letteratura qui riportati. Dopodiché loro hanno dichiarato
particolato zero, invece si parla di 290 tonnellate all'anno, circa una città
di 300.000 abitanti.
CLAUDIO PO -
A.U.S.L Bologna
Il particolato é una miscela di particelle solide che si trovano nell'aria che
noi respiriamo. Normalmente le definiamo polveri, o particolato, o particolato
fine. Il particolato penetra profondamente nei nostri polmoni, fino negli
alveoli e nei bronchioli terminali. Significa che non si rimuove più.
AUTRICE
Tutto questo vuol dire che é meglio non costruire nuove centrali. Neanche a
metano. Che si può usare, invece, per convertire quelle esistenti. Una volta
fatto questo, perché non sfruttare anche energie pulite, eolica, solare o
fotovoltaica?
GIANNI
SILVESTRINI - direttore "Quale energia?"
L'Italia, che aveva cominciato bene un paio di anni fa con l'eolico,
quest'anno, nel 2002, nel 2003, si sta bloccando, é tutto paralizzato. Ci sono
delle posizioni anche da parte del governo sinceramente incomprensibili sulle
rinnovabili.
D - E perché?
GIANNI
SILVESTRINI - direttore "Quale energia?"
Perché non ci si crede, evidentemente. Non ci si crede. E alcuni ministri
remano contro. Dicono che gli impianti eolici sono orripilanti e hanno dato
disposizioni alle sovrintendenze, parlo del ministro Urbani, a non autorizzare
nuovi impianti. Quindi insomma la situazione dal punto di vista delle
rinnovabili é tragica in Italia.
CARLO ANDREA
BOLLINO - Ministero Attività Produttive
Dobbiamo sapere una cosa: l'eolico costa il doppio dell'olio combustibile, il
fotovoltaico costa dieci volte tanto. Ci sono dei sussidi, per renderli
convenienti al consumatore, ma che significa che paga sempre Pantalone.
VINCENZO
NASO - Presidente Ises Italia
Il punto é però che non si tiene conto di tutta una serie di costi che non sono
soltanto quelli di installazione dell'impianto ma i costi sociali, i costi
sanitari e ambientali in generale, tenendo conto dei quali probabilmente i
conti tornerebbero.
AUTRICE
Ognuno fa i suoi di conti...lasciamo stare le fonti rinnovabili. Ma prima di
fare nuove centrali, si fa qualcosa per risparmiare energia o la tendenza é
solo al massimo consumo?
VINCENZO
NASO - Presidente Ises Italia
Il problema é educare la domanda. Per esempio é classica la questione delle
lampadine ad alta efficienza, degli elettrodomestici ad alta efficienza,
sistemi che inizialmente possono costare un po' di più ma che nel tempo
costeranno addirittura meno di quelli convenzionali e consumano molto meno.
INTERNO
NEGOZIO ELETTRODOMESTICI
D - Scusi? ma lei, quando
compra qualcosa, controlla quanto consuma?
CLIENTE 1
Assolutamente no. Beh, perché so, grosso modo, il tipo di oggetto quanto
consuma, quindi...
D - Però, per esempio, se
deve comprare una lavastoviglie, ci pensa al basso consumo anche se costa di
più, o no?
CLIENTE 2
Personalmente no.
D - Tende a risparmiare sul
prezzo dell'elettrodomestico o a risparmiare energia?
CLIENTE 3
No, no, io a risparmiare energia. Anche se mi costa di più.
RAGAZZO
No. Mai pensato. Effettivamente non ci ho mai pensato.
AUTRICE
Perché uno non lo sa, ma esiste il frigo che consuma meno, e anche il forno, la
lavatrice o la lavastoviglie che riducono i nostri consumi di circa il 40% ogni
anno. E quindi anche le nostre bollette. Ma come si scelgono?
COMMESSA
NEGOZIO
Questi sono gli energy-labels, no? sono le targhette con il prodotto dove c'é
il basso consumo per quanto riguarda l'energia elettrica, l'efficacia di
lavaggio che é sempre in A e l'efficacia di asciugatura che é sempre in A.
D - Quindi consuma meno. Ma
quanto mi costa di più?
COMMESSO
NEGOZIO
questa lavastoviglie, che costa 459 euro, non é a bassissimo consumo. Viceversa
la Miele che gli sta a fianco é una lavastoviglie a basso consumo, che rientra
in doppia fascia A e che quindi le permette di ridurre i consumi elettrici.
AUTRICE
E mi costa 300 euro di più. Anche se risparmiare energia significa preoccuparsi
dell'ambiente e della nostra salute e quindi spendere meno in tasse, medici e
medicine. Ma ci sono altri modi per evitare sprechi?
GIANNI
SILVESTRINI - direttore "Quale energia?"
Sì. Attualmente il parco delle centrali elettriche italiane ha un rendimento
medio del 38%. Cosa significa questo? Che il 62% dell'energia viene persa.
Viene persa sotto forma di calore a bassa temperatura. Esistono delle
tecnologie che, appunto, sono tecnologie a cogenerazione, a trigenerazione, in
cui il calore di scarto non viene buttato via ma viene utilizzato per calore di
processo nell'industria o per scaldare case o per scaldare le città.
AUTRICE
La cogenerazione che, per semplificare, significa produzione combinata di
energia e calore, non é un discorso da salotto. Ci sono aziende che la usano e
non in Danimarca ma per esempio a Brescia, in una delle province più inquinate
d'Italia, dove fanno il teleriscaldamento. Non sprecano il calore ma lo
trasportano nelle case dei cittadini. Così viene riscaldato il 60% della città,
con un risparmio di circa 150.000 tonnellate annue di petrolio.
INTERNO
CENTRALE
CARLO
ZUANAZZI - dirigente ASM Brescia
Questo grosso scambiatore, vede, permette di cedere il calore all'acqua del
teleriscaldamento. Acqua che attraverso due tubi di diametro 1000 viene dalla
città e ritorna in città. I tubi sono questi...vede? Questo qui é il tubo che
viene dalla città, passa negli scambiatori e li attraversa, quelli che abbiamo
visto in precedenza, e poi l'acqua, una volta che si é riscaldata perché ha
preso il calore del vapore condensato, viene rimandata in città.
D - E nelle centrali
tradizionali questa parte qua non c'è?
CARLO
ZUANAZZI - dirigente ASM Brescia
Questa parte non c'è ma il calore viene mandato o in atmosfera oppure ceduto
all'acqua del fiume o del mare.
AUTRICE
Sprecato.
Come a Civitavecchia dove il calore scaricato in mare potrebbe riscaldare due
volte l'intera città. Ma perché il teleriscaldamento non lo fanno tutti?
CARLO
ZUANAZZI - dirigente ASM Brescia
Oggi la direzione per quanto concerne le grandi centrali di produzione
dell'energia elettrica é quella di andare nella direzione di avere altissimi
rendimenti. E lei altissimi rendimenti, per diminuire il costo del kilowattora
elettrico, lo può avere soltanto con le grossissime centrali, quindi...
D - Ma perché si fanno delle
centrali così grandi, anziché farle piccole e usare per esempio la
cogenerazione?
STEFANO
CASALEGGI - direttore generale "Edison Energia"
Ma sono scelte filosofiche diverse. In termini di ritorno economico la taglia
essenziale é una centrale di circa 800 mw. In questo momento é quella che
garantisce il maggiore risparmio nei costi di produzione.
AUTRICE
Si tira in ballo la filosofia per dire che bisogna produrre molto, al minor
costo possibile e se le materie prime sono inquinanti pazienza.
SALVATORE MACHÌ
- presidente GRTN
Il fatto poi che il settore elettrico sia anche un business é quella molla che
muove il sole e le altre stelle. Se non c'é il business non ci interessa far le
cose.
IN STUDIO
MILENA GABANELLI
A gratis non si muove neanche una foglia, ma se un'operazione economicamente
vantaggiosa ha delle ricadute sulla salute di tutti, prima di autorizzarla
bisognerebbe pensarci. E ricordarsi anche di quello che è successo in Germania,
che è l'esempio europeo nella liberalizzazione del mercato elettrico. Con la
diminuzione delle tariffe i pesci grandi si sono mangiati i piccoli e adesso
rialzano i prezzi. Intanto però ogni anno loro raddoppiano la quantità di
energia prodotta con il solare e l'eolico, sono a 12.000 megawatt, la Spagna
che era la piu' arretrata è a 5000 mgw, in Italia siamo bloccati a 780 e da lì'
non ci muove. Noi preferiamo pensare al profitto di oggi. L'imperativo è : dare
una mano alla libera iniziativa. Ma quando al posto del grande gruppo c'è il
singolo cosa succede?