AUTORE
D - Mr Mac Michael, i governi americani sono mai stati terroristi?
Hanno mai sostenuto il terrorismo?
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro
America.
Si, lo sono stati e lo hanno fatto.
D - La sua risposta è sì?
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro
America.
Sì, lo hanno fatto.
D - Possiamo dunque dedurne che questa nazione possa essere chiamata
uno stato canaglia?
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro
America.
Secondo la definizione che ne dà la presente amministrazione americana, penso
che sì, gli Stati Uniti possano essere definiti uno Stato Canaglia.
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Un’affermazione grave, a carico del Paese che, insieme a Gran Bretagna e
Russia oggi guida la guerra al terrorismo, una guerra giusta. Per vincerla
occorrerebbe l’autorevolezza morale di riconoscere e perseguire tutti i
terrorismi. Ora, questi Paesi lo fanno? Un argomento difficile che
affronteremo solo sulla base di documenti ufficiali che abbiamo cercato e
trovato negli archivi di Stato. Prima però entriamo nell’incidente di Bhopal,
in India, cosa è successo dentro la fabbrica di pesticidi la notte del 2 dicembre
del 1984? La parola a Marco Paolini.
Monologo con Marco Paolini dal titolo: “Bhopal 2 dic. ‘84”
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Grazie a Marco Paolini per il drammatico e preciso resoconto di un incidente
e di un’ingiustizia. Ma gli orrori che avvengono o si compiono lontano da noi
non esistono. Gli Stati Uniti. Non esiste un paese al mondo nel quale la
libertà sia applicata in modo così esteso e la parola “legge” abbia un valore
così profondo.
Un paese credibile, così è e così appare e poi…c’è anche quello che non
appare.
Paolo Barnard e Giorgio Fornoni
Immagini di repertorio: discorso del presidente Bush allo State of
the Union del 2002:
“Finché le nazioni ospiteranno i terroristi, la libertà sarà in pericolo.”
AUTORE
Bush dice: Finché le nazioni ospiteranno i terroristi, la libertà sarà in
pericolo. Gli Stati Uniti ospitano e proteggono terroristi. Questa è Miami,
questa è New York.
(L’autore si avvicina a una casa di Miami in piena notte)
Forse questa è la casa di Orlando Bosch.
A Miami mi ero messo alla caccia di Orlando Bosch, uno spietato terrorista,
almeno secondo l'FBI. Le sue vittime furono cittadini americani o cubani
accusati di sostenere l'odiato Fidel Castro. Il Dipartimento di Giustizia
americano sostiene che Bosch fu implicato in attentati dinamitardi contro
uffici e ambasciate, sequestri di persona, tentativi di omicidio,
nell'affondamento di navi e nell'abbattimento di aerei. E' il principale
indiziato per l'abbattimento nel 1976 di un aereo civile cubano con la morte
di tutti i passeggeri a bordo e fu persino indagato per l'assassinio del
presidente Kennedy. Dai documenti del Dipartimento di Giustizia e dell'FBI:
Documento:
"Per trent'anni Bosch ha propugnato la violenza terrorista in modo
risoluto e senza cedimenti. Ha minacciato e portato a termine attacchi
terroristici contro numerosi bersagli...Le sua azioni sono state quelle di un
terrorista indifferente alle leggi e alla decenza umana, che ha inflitto
violenza senza considerazione alcuna per l'identità delle sue vittime."
AUTORE
Trovarlo è stata un'impresa non facile, in una ridda di contatti e indirizzi
andati a vuoto, ma poi alla fine…
(Autore suona alla porta di casa di Bosh)
Autore: Hallo.. (Salve)
(Senza aprire la porta) moglie di Bosh: Who is it..? (Chi è?)
Autore: My name is Paolo Barnard, I'm looking for Mr Orlando
Bosch.. (Mi chiamo Paolo Barnard, sto cercando Orlando Bosch)
AUTORE
E' la moglie che risponde ma non apre la porta. Dice che Bosch non c'è, poi
dice che è all'ospedale, poi che non sa se torna.... Bosch mi sfugge, non
aprirà più la porta di casa nonostante i miei ripetuti appostamenti, poi una
mattina sparisce, i vicini di casa lo hanno visto partire all'alba.
Vicini di casa: Lei è un investigatore privato?
Autore: No, no, sono un giornalista.
AUTORE
Max Lesnik vive, o meglio è ancora vivo per miracolo, a Miami. Bosch e
compagni hanno tentato di ammazzarlo 12 volte, con 12 bombe. Perché?
MAX LESNIK – Giornalista Miami
Perché sono stato direttore della rivista Replica che invocava la
riconciliazione fra Cuba e Washington. I terroristi del clan di Bosch nel
periodo compreso fra il 1984 e il 1987 piazzarono 12 bombe nei miei uffici,
nel tentativo di uccidere me e la mia pubblicazione.
AUTORE
Torniamo ai documenti. Nel 1989 il Dipartimento di Giustizia aveva deciso con
chiarezza: Orlando Bosch andava espulso dall'America. Ma allora perché un
terrorista così pericoloso è ancora libero e tranquillo nella sua casa di
Miami?
MAX LESNIK – Giornalista Miami
E' risaputo che questi terroristi avevano mire collimanti con quelle di
diversi governi americani, e infatti furono usati nelle operazioni sporche
che Washington portava avanti in Nicaragua, Salvador o Cuba. Si può dire che
costoro erano l'espressione del terrorismo coperto delle amministrazioni
americane.
AUTORE
Orlando Bosch e il suo terrore vengono ufficialmente perdonati dal Presidente
Bush senior nel 1991, e lo scandalo non sfugge alla stampa americana.
Immagini articolo sul New York times titolato “Il caso Bosch violenta
la giustizia”
AUTORE
New York. Sono sulle tracce di Emmanuel Constant, ex leader delle squadre
della morte di Haiti, chiamate FRAPH, responsabili di crimini che collimano
con la definizione di terrorismo dell'FBI. Constant, fuggito da Haiti, vive
oggi libero a New York, nel quartiere di Queens, ma si muove perennemente da
casa a casa per timore dei giornalisti e di chi lo vorrebbe processato. Gli
indirizzi che ottengo sono tutti obsoleti, e alla fine trovo solo il suo
numero di cellulare, sempre inattivo.
Amnesty International lo ha incluso nel suo rapporto intitolato "Stati
Uniti d'America, il rifugio dei torturatori", e questo dissero di lui le
massime autorità di Washington.
Documento del Dipartimento Immigrazione USA:
"Il Segretario di Stato americano ha decretato che la presenza del
signor Constant negli Stati Uniti è gravemente contraria ad essenziali
obiettivi di politica estera. Il governo americano ha concluso che il FRAPH è
una organizzazione illegittima i cui membri furono responsabili di molte
violazioni dei diritti umani ad Haiti. Come loro leader, il signor Constant è
stato accusato di condotta abominevole e notoria. Egli dovrebbe rispondere di
queste accuse di fronte al governo democratico di Haiti."
AUTORE
Un tribunale haitiano lo aveva infatti condannato all'ergastolo in
contumacia, ma nonostante questo e l'ordine di espulsione che abbiamo visto,
Emmanuel Constant rimane libero a New York. Amensty International avanza una
ipotesi sui motivi: che Constant mentre ammazzava e mutilava persone ad Haiti
fosse sul libro paga della CIA. Ma la cosa che più colpisce è questa:
(immagini attentato Torri Gemmelle di New York). E' la fine di settembre del
2001, l'America aggredita dal terrorista Bin Laden ne chiede l'estradizione
dall'Afghanistan. L'Afghanistan tergiversa, Washington lo bombarda a tappeto.
Ma negli stessi giorni sul New York Times appariva questa notizia:
DA UN ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES:
"Il presidente di Haiti, Jean Bertrand Aristide, chiede con urgenza agli
Stati Uniti l'estradizione di Emmanuel Constant, che vive a New York."
AUTORE
Gli Stati Uniti ignorarono la richiesta e il terrorista di Haiti rimane
impunito e protetto.
NOAM CHOMSKY - Prof. MIT - Boston
Se vogliamo essere minimamente onesti, se vogliamo avere almeno uno straccio
di moralità, dobbiamo applicare a noi stessi la legge che pretendiamo venga
applicata agli altri. Se non siamo disposti a fare questo tanto vale che
abbandoniamo ogni pretesa di distinguere il bene dal male.
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Non è mai esistito un Paese, nemmeno il più liberale e democratico che non
abbia intrattenuto, per convenienza o necessità, rapporti, diciamo,
“amichevoli” con terroristi o Paesi governati da feroci dittature. Qui però,
dobbiamo ribadire, stiamo parlando del Paese che ha dichiarato guerra al
terrorismo su cui grava l’accusa di essere lui stesso un paese terrorista. E’
un’accusa fondata?
Agli Stati Uniti è stato accordato davanti al mondo un ruolo sovrano fra
Stati sovrani. Sono di fatto i garanti e tutori dell’ordine mondiale . Un
credito di cui tutto il mondo sente il bisogno. E’ dal dopoguerra che gli
Stati Uniti sono i più accesi difensori dei principi di democrazia e dei
diritti fondamentali dell’uomo, ed è anche il motivo per il quale oggi
guidano la guerra al terrorismo, e in questa chiave va letto tutto quello che
questa sera vi proponiamo.
AUTORE
Anno 1986, Corte Internazionale di Giustizia all'Aia. Dopo due anni di
dibattimenti, i giudici del cosiddetto tribunale mondiale emettono una
sentenza storica: gli Stati Uniti d'America sono colpevoli di terrorismo ai
danni del piccolo stato del Nicaragua. Nella sentenza si accusa Washington di
"uso - illegale - della forza", e non solo, che nella terminologia
giuridico internazionale significa terrorismo. Fra l'altro anche l' FBI
americana impiega le stesse parole nella sua definizione ufficiale di
terrorismo : "uso - illegale - della forza".
Ma cosa era accaduto in Nicaragua?
NOAM CHOMSKY – Prof. MIT - Boston
Nel 1981 gli Stati Uniti lanciarono contro i civili del Nicaragua degli
attacchi terroristici sia diretti che indiretti, spedendo laggiù le squadre
della morte chiamate Contras. Il Nicaragua non reagì come fa oggi l'America,
non bombardò Washington. Al contrario, denunciò gli Stati Uniti presso la
Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia.
AUTORE
Gli attacchi terroristici contro il Nicaragua, ordinati dall'amministrazione
dell'allora presidente Reagan, miravano a rovesciare il governo nicaraguense
accusato di essere un pericoloso bastione del comunismo. Messa di fronte al
giudizio della più alta corte mondiale, Washington si rifiutò di presentare
la propria difesa.
NOAM CHOMSKY – Prof. MIT - Boston
Gli Stati Uniti reagirono alla sentenza ignorandola, e non solo, il Congresso
aumentò i finanziamenti alle squadre della morte dei Contras e il generale
Galwin gli diede l'ordine di attaccare i target cosiddetti
"soffici" del Nicaragua, e cioè uccidere giudici e amministratori.
AUTORE
Ecco le prove. Questo è il manuale operativo americano per i Contras, le
squadre della morte finanziate da Washington e spedite in Nicaragua. Vi si
insegnano tecniche di terrore implicito ed esplicito, e nel paragrafo
sull'uso selettivo della violenza si contempla l'assassinio di giudici,
piccoli allevatori, poliziotti e amministratori statali.
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro
America.
Gli atti più noti di terrorismo americano in Nicaragua, furono il
bombardamento del deposito petrolifero di Corinto nel 1983, poi minammo
diversi porti civili nel tentativo di mettere in ginocchio il paese
economicamente, e infine ci infiltrammo lungo la frontiera con l'Honduras e
assassinammo diversi funzionari civili del governo nicaraguense, fra cui
medici, insegnanti, sindacalisti. Per queste ultime azioni ci servimmo di
agenti addestrati e pagati da noi che erano noti col nome di Contras.
IN STUDIO MILENA GABANELLI
E’ un pugno nello stomaco, perché conosciamo bene il terrorismo dei
nostri nemici, lo condanniamo e lo combattiamo, mentre il nostro non lo
conosciamo. Ma cosa intendiamo noi per terrorismo? La definizione che ne dà
l’FBI è la seguente: “il terrorismo è l’uso illegale della forza e della
violenza contro persone o proprietà a fini intimidatori o coercitivi nei
confronti di un governo, della popolazione civile o di ogni loro parte per
l’ottenimento di obiettivi politici o sociali.”
E allora proviamo a ripassare un po’ di storia, quella che non è ancora
arrivata sui libri di scuola.
AUTORE
E' l'autunno del 1965, in Indonesia un colpo di stato militare porta al
potere il genenerale Suharto. A quel tempo la forza politica maggiore nel
paese era il PKI, Partito Comunista d'Indonesa, con un sostegno di massa fra
i contadini di quell'immenso arcipelago. Stati Uniti e Gran Bretagna temevano
che il PKI si potesse imporre trasformando l'Indonesia e le sue ricche
risorse in un bastione anti occidentale. Suharto si fece subito carico
dell'abolizione del partito comunista, un'abolizione non politica, fisica.
Nello spazio di pochi mesi l'esercito di Suharto, affiancato da bande di
estremisti musulmani, massacrò da un milione a due milioni di esseri umani,
nessuno sa con precisione, un olocausto della cui brutalità sia gli americani
che gli inglesi furono prontamente informati. Nei documenti segreti delle
ambasciate di Londra e Washington a Jakarta si legge:
Documento di Stato:
"Gli uomini e le donne del PKI vengono giustiziati in grandi numeri.
Sembra che dapprima gli offrano un coltello per uccidersi, al rifiuto vengono
ammazzati con un colpo alla schiena. La gente che viene così trattata sono
persone comuni, spesso nulla più che contadini spaventati che non sanno come
rispondere alle bande di assassini assetati di violenza."
AUTORE
L'ambasciata americana scrive:
Documento di Stato:
"Si stimano a Bali già 80.000 morti.... le stragi continuano e non se ne
vede la fine."
NOAM CHOMSKY – Prof. MIT - Boston
Gli americani sapevano e applaudirono! La stampa si profuse in lodi
sperticate. Il New York Times scrisse di Suharto " è un raggio di luce
in Asia", News Week dichiarò "è la speranza là dove non ve
n'era", l'Economist lo descrisse come "un moderato dal cuore
benevolo". E' ovvio, per noi stava facendo cose meravigliose, stava
massacrando un oceano di persone e distruggendo l'unico partito con sostegno
di massa nel paese per aprire i mercati indonesiani agli investimenti
occidentali.
AUTORE
Il governo di Londra non fu da meno, come testimonia lo storico londinese
Mark Curtis, autore di un noto e controverso volume sul terrorismo di stato
britannico.
MARK CURTIS – Storico Royal Institute of International Affairs -
Londra
La verità su quella pagina orrenda di storia è tenuta ben nascosta:
l'Inghilterra appoggiò con entusiasmo il massacro di più di un milione di
persone in Indonesia. In particolare Londra e Washington si fecero in quattro
per condurre operazioni coperte di sostegno militare e per rassicurare
l'esercito di Jakarta che non sarebbero intervenuti in alcun modo.
AUTORE
Nei documenti riservati americani e inglesi dell'epoca si legge:
Documento di Stato:
"Il Comandante in Capo britannico pensa che l'idea sia meritevole e che
potrà assicurare che l'esercito indonesiano non venga distratto da quello che
noi consideriamo un compito necessario."
Documento di Stato:
"E' stato detto chiaramente che sia l'ambasciata americana che il
governo degli Stati Uniti condividono e ammirano, quello che l'esercito sta
facendo."
Documento di Stato:
"Ci sembra da qui che la campagna militare indonesiana per distruggere
il PKI proceda veloce e liscia come l'olio!.... Potrebbe essere che le cose
si sviluppino con tale rapidità che fra poche settimane ci potremmo ritrovare
con la situazione che abbiamo sperato."
AUTORE
L'ambasciatore inglese Sir Andrew Gilchrist commentò:
Documento di Stato:
"Non vi ho mai nascosto la mia convinzione che "qualche
fucilata" in Indonesia fosse la condizione essenziale per un cambiamento
effettivo."
AUTORE
Washington andò oltre: organizzò operazioni segrete per armare Suharto.
Documento di Stato:
"Nel frattempo potremmo considerare la disponibilità di armi leggere,
meglio se non americane, che loro possono ottenere senza l'aperto
coinvolgimento del governo americano. Potremo fornire assistenza segreta
all'esercito per l'acquisto di armi."
AUTORE
E tutto questo perché?
MARK PHYTHIAN – Relazioni Internazionali Univ. Wolverhampton, GB
La Gran Bretagna aveva gli occhi puntati sui commerci con l'Indonesia e sugli
investimenti, al punto che l'allora ministro degli Esteri Sir Michael Stewart
scrisse parole chiare sul grande potenziale da sfruttare per gli esportatori
inglesi una volta che la situazione politica si fosse stabilizzata.
Documento di Stato:
"Se un giorno ci sarà un accordo con l'Indonesia, cosa che spero, credo
che noi dovremo prendere parte attiva e assicurarci una fetta della torta da
spartire."
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Ma gli interessi inglesi e americani dove cominciano e dove finiscono?
Andiamo dall’altra parte del mondo, in centro America, dove le dittature
militari sono state protagoniste per 30 anni di una complicata storia del terrore
su larga scala, appoggiata e finanziata dagli Stati Uniti.
Anche qui la ragione che ufficialmente legittimava Washington era il pericolo
per l’avanzata comunista. L’alto funzionario David McMichael era responsabile
delle stime politiche della CIA per l’emisfero occidentale.
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro America.
Alla CIA non abbiamo mai creduto che l'America latina potesse divenire un
blocco comunista in stile est europeo. Quello che si temeva era che le
nazioni latino americane potessero usare l'appoggio dell'URSS per portare
avanti programmi politici e sociali che erano contrari agli interessi di
Washington.
AUTORE
Peter Kornbluh è uno dei più stimati politologi d'America, e lavora
presso la George Washington University. E' esperto dell’America latina e nel
suo ultimo libro, Il dossier Pinochet, approfondisce, fra l'altro, proprio il
tema della presunta minaccia comunista in quell'area.
PETER KORNBLUH -
Politologo george Washington Univ. Washington
Lasci che le racconti la storia di come Nixon convinse la CIA a fomentare i
disordini in Cile dopo la vittoria del socialista Allende. Pubblicamente
dichiarò di voler fermare l'infezione comunista, ma i documenti di stato
riportano che in privato Nixon dichiarò al Consiglio di Sicurezza Nazionale
che Allende avrebbe portato nel mondo un modello politico di successo, un
modello antagonista agli interessi americani e dunque da distruggere.
AUTORE
Dal 1962, Cuba e la sua popolazione civile entrano nel mirino di Washington.
Negli archivi segreti americani si legge:
Documento di Stato:
"Top secret. I Capi di Stato Maggiore dell'esercito:
Potremmo fare esplodere una nave americana a Guantanamo e incolpare Cuba. Si
potrebbe organizzare una falsa campagna terroristica comunista a Miami o
persino a Washington, che deve colpire i rifugiati cubani . Potremmo
affondare una barca piena di rifugiati cubani, oppure incoraggiare i
tentativi di omicidio contro i rifugiati cubani negli Stati Uniti."
Documento di Stato:
"Operazione Mongoose... abbiamo discusso se minare le acque cubane....
E' stato detto che sono disponibili mine americane non riconoscibili....
potremmo farle piazzare da Cubani.
Documento di Stato:
"Operazione Break up: causare incidenti a navi, aerei o veicoli cubani
usando sostanze corrosive."
AUTORE
La contro-insurrezione divenne la parola d'ordine sia per l'America che per
le dittature da lei appoggiate, o meglio, divenne un passpartout che
giustificava qualsiasi efferatezza. Dal Guatemala, all'Honduras, dal Cile al
Paraguay il terrorismo di stato non ebbe limiti. E dal Guatemala arriva un
documento di straordinario valore storico: è il disperato appello che il
diplomatico americano Viron Vaky spedisce ai suoi superiori nel marzo del
1968, un atto di accusa contro la complicità del suo paese col terrorismo di
quegli anni.
Documento di Stato:
"La gente viene uccisa o scompare sulle basi di semplici accuse.... gli
interrogatori sono brutali, usano la tortura e mutilano i corpi.... Noi
abbiamo tollerato la contro insurrezione, l'abbiamo incoraggiata e
benedetta.... Siamo talmente ossessionati dalla paura delle insurrezioni che
ci siamo sbarazzati di ogni remora.... E così l'omicidio, la tortura e le
mutilazioni sono giusti se sono i nostri alleati a farlo e se le vittime sono
comunisti....Ma è possibile che una nazione così fedele alla legalità possa
così facilmente acconsentire a queste tattiche terroriste?"
AUTORE
Nel nome della contro-insurrezione Washington impiegò i seguenti strumenti:
passarono alla giunta militare del Guatemala una lista di persone da
assassinare , dove si legge:
Documento di Stato:
"Selezione di individui per l'eliminazione da parte della Giunta
militare"
"Categoria 1 - Persone da eliminare attraverso azione esecutiva."
AUTORE
Queste pagine, oggi cancellate dai servizi americani, contenevano i nomi dei
condannati.
Pubblicarono un manuale per assassini, che dichiara:
Documento di Stato:
"E' raro che si possa mantenere una coscienza pulita nell'assassinare
qualcuno. Chi è deboluccio di coscienza è meglio che neppure ci provi."
"Fra le tecniche: un incendio può causare la morte del soggetto, se lo
si droga e lo si lascia a bruciare nella casa. Ma non è un metodo affidabile,
a meno che la casa non sia isolata e altamente infiammabile."
AUTORE
E il manuale per interrogatori Kubark, che sarà usato per decenni, e dove gli
Stati Uniti insegnano apertamente la tortura:
Documento di Stato:
"Per gli interrogatori coercitivi, va richiesta approvazione da
parte del Quartiere Generale nelle seguenti circostanze: 1) Se si deve
infliggere dolore fisico; 2) se strumenti medici, chimici o elettrici devono
essere usati per indurre obbedienza."
"Le principali tecniche coercitive sono: l'arresto, la detenzione, la
deprivazione sensoriale, le minacce, la paura, la debilitazione, il dolore,
la suggestione, l'ipnosi e le droghe."
AUTORE
Il Salvador ha vissuto episodi di terrorismo di stato di una crudeltà
particolare, e anche qui si parlò molto dell'America.
SUOR TERESA ALEXANDER - Ordine Sorelle Maryknoll, San Salvador
Qui è dove trovammo i corpi delle quattro sorelle, presente era anche
l'ambasciatore americano White. Allora c'erano solo dei cespugli e del filo
spinato aggrovigliati, e loro erano state scaricate lì.
AUTORE
Due Dicembre 1980, quattro suore americane missionarie in Salvador vengono
rapite dall'esercito della giunta militare e trucidate. Suor Teresa Alexander
era con loro quel giorno, si salvò solo perché arrivò in ritardo
all'appuntamento con le altre. Il ritrovamento dei corpi malcelati fece
scalpore e ci si chiese il perché di tale atrocità. Suor Teresa mi porta oggi
sul luogo del delitto e risponde a quella domanda.
SUOR TERESA ALEXANDER - Ordine Sorelle Maryknoll, San Salvador
Noi portavamo un messaggio di libertà, ma soprattutto eravamo le uniche a
portare negli Stati Uniti le notizie di quello che veramente stava accadendo
in Salvador. La verità non veniva raccontata agli americani, noi denunciavamo
in particolare le sparizioni, i massacri di preti, di uomini e di donne.
AUTORE
All'arrivo della notizia, l'amministrazione Reagan finge di indignarsi, e
sospende gli aiuti al Salvador. Ma questo documento del Congresso dimostra al
contrario che gli aiuti economici ai terroristi di stato salvadoregni, agli
assassini delle quattro suore, verranno ristabiliti dopo 12 giorni, quelli
militari dopo appena un mese.
SUOR TERESA ALEXANDER - Ordine Sorelle Maryknoll, San Salvador
Una delle sorelle massacrate mi disse che suo padre negli Stati Uniti
fabbricava gli elicotteri militari che poi lei stessa vedeva volare qui. Andò
persino dall'Ambasciatore Wright a denunciare questa cosa, ma lui stentava a
crederle.
AUTORE
Undici dicembre 1981, villaggio di El Mozote, provincia di Morazàn, El
Salvador. Un corpo d'elite dell'esercito salvadoregno, il battaglione
Atlacatl, circonda le abitazioni. Gli abitanti sono separati in gruppi,
uomini, donne e bambini. Lo sterminio inizia dagli uomini, poi le donne e poi
i bambini, questi ultimi uccisi dentro la chiesa a fucilate e coltellate come
agnelli in gabbia. Alla fine la strage conterà quasi 1.200 morti, tutti
civili inermi. Il battaglione Atlacatl lascerà la sua firma.
CARTELLO LASCIATO SU UN MURO DAL BATTAGLIONE ATLACATL:
"Qui è stato il battaglione Atlacatl, il padre dei sovversivi,
seconda compagnia. Avete fatto una cagata, figli di puttana. Se avete bisogno
di palle chiedetele per corrispondenza al battaglione Atlacatl.”
AUTORE
Santiago Consalvi, giornalista dell'allora clandestina radio Venceremos, ha
memoria di come la scena si presentò ai primi testimoni alcune settimane
dopo.
SANTIAGO CONSALVI – Giornalista San Salvador
Fui uno di primi ad arrivare a El Mozote pochi giorni dopo
l'eccidio, quando se ne rumoreggiava ma si stentava a crederci. Quello che
vidi fu una scena dantesca. Contammo i corpi di 400 bambini massacrati,
cadaveri ovunque, braccia mozzate, un odore rivoltante. Alcuni resti umani
erano anche bruciati, perché l'esercito diede fuoco alle case prima di
lasciare il posto.
AUTORE
La gente che vive qui oggi a El Mozote ovviamente non ha ricordi del
massacro, perché ha ripopolato il villaggio solo molti anni dopo, nel 1993,
eccetto una persona, che ricorda tutto perché vide tutto.
Si chiama Rufina Amaya, è l'unico essere umano sopravvissuto all'eccidio, e
oggi vive a pochi chilometri da El Mozote. Rufina perse tre figli nel
massacro, di cui il più piccolo ancora lattante. Ci riporta a El Mozote, ma
non senza difficoltà, perché di mezzo ci si mette una frana e pure un
acquazzone tropicale. Ma alla fine ci arriviamo.
RUFINA AMAYA – Sopravvissuta a El Mozote
I militari arrivarono alle 6 del pomeriggio. Le donne furono subito
portate in due case diverse, quella di Alfredo Marques e quella di Benita
Dias, mentre gli uomini furono portati in chiesa. Poi la mattina seguente
arrivò un elicottero e iniziarono a torturare gli uomini. A mezzogiorno
cominciarono con le donne e lì iniziò la strage.
Le donne venivano uccise a gruppi. Io avevo i miei tre figli intorno, tra cui
una bimba che ancora allattavo, mi strapparono i figli, e così alle altre.
Nella confusione mi nascosi fra i cespugli, ma sentivo i bambini urlare e
anche i miei bambini mi chiamavano.... i bambini chiamavano le madri...i miei
figli mi urlavano "mammina difendici…ci uccidono con dei coltelli e con
le pallottole", ma non potevo fare nulla. Mi inginocchiai e chiesi aiuto
a Dio, che mi perdonasse o mi salvasse.
Non resistetti alle urla dei bambini e all'una di notte uscii, mentre nel
frattempo i soldati avevano dato fuoco alle case. Mi trovai fra il bestiame e
i cani che si erano rifugiati di fianco a un fuoco, e mi nascosi fra di loro
a gattoni, mentre continuavo a sentire gli urli dei bambini.
Io pregavo continuamente proprio per non piangere perché mi avrebbero sentita
e allora feci un buco nella terra.... ci ficcai la testa e scoppiai a
piangere.
AUTORE
I terroristi del battaglione Atlacatl, gli uomini capaci di fare
questo a 400 bambini e a 800 civili inermi, ebbero un sostegno diretto,
ripetuto e consapevole proprio dalla nazione che oggi si è posta alla guida
della guerra al terrorismo. Le prove nei documenti di stato americani.
L'eccidio, lo ricordiamo, avveniva nel dicembre del 1981.
Documento di Stato:
"Dal Sotto Segretario alla Difesa, all'Onorevole John Joseph
Moakley"
"Il battaglione Atlacatl fu in effetti addestrato dai militari degli
Stati Uniti nel 1981. Furono addestrati un totale di 1383 soldati.
L'addestramento fu condotto nel Salvador."
AUTORE
La strage di El Mozote divenne di dominio pubblico nel giro di pochi mesi, ma
nonostante ciò l'appoggio americano ai terroristi dell'Atlacatl non cesserà e
durerà per altri 8 anni, fino al 1989 quando l'Atlacatl firmerà un'altra
strage, quella dei 6 gesuiti e delle due perpetue.
Documento di Stato:
"All'interno della valutazione del distaccamento, abbiamo addestrato 150
soldati del battaglione Atlacatl. L'addestramento fu interrotto il 13
novembre del 1989."
AUTORE
E mentre le autorità salvadoregne mentivano su El Mozote, i diplomatici
statunitensi le rassicuravano e garantivano aiuti militari ribadendo comunità
di interessi con la giunta. In questo documento riservato del febbraio 1982
un diplomatico americano in Salvador scrive:
Documento di Stato:
"Oggi di fronte al Congresso Tom Enders ha difeso lo stanziamento di
altri 55 milioni di dollari in armamenti al Salvador."
AUTORE
E poi.
Documento di Stato:
"Il generale Garcia, ministro della Difesa salvadoregno, mi ha detto che
la storia di Morazàn e di El Mozote è una favoletta, è pura propaganda
marxista senza fondamento. Gli ho risposto che è chiaramente propaganda,
sapientemente costruita. E come zuccherino finale, gli ho ricordato che il
Washington Post sostiene le nostre politiche comuni."
Immagini di repertorio: discorso del presidente Bush allo State of the Union
del 2002:
“Lo riaffermiamo oggi. Noi scegliamo la libertà e la dignità di ogni vita.”
IN STUDIO MILENA GABANELLI
In più occasioni George Bush ha detto che la sua lettura preferita sono i
Vangeli. Nei vangeli c’è una famosa definizione dell’ipocrita: ipocrita è chi
rifiuta di applicare a se stesso il metro di giudizio che applica agli altri.
Ma torniamo in Salvador.
AUTORE
Terroristi furono gli assassini del cosiddetto santo protettore dei poveri
salvadoregni, il Monsignor Oscar Romero, ucciso in questa chiesa nel marzo
del 1980, ma anche questi godettero della protezione americana, a partire dal
maggiore Roberto D'Aubuisson, il mandante dell'omicidio.
Documento di Stato:
"L'ex Ambasciatore americano in Salvador Robert White ha dichiarato che
l'amministrazione statunitense sapeva da tre anni che Roberto D'Aubuisson
aveva pianificato e ordinato l'assassinio di Monsignor Romero, e che per tre
anni l'amministrazione Reagan aveva soppresso quei fatti."
AUTORE
D'Aubuisson era un terrorista, e a Washington non potevano dire di non saperlo.
Infatti lo scrisse lo stesso Elliot Abrahams al segretario di Stato
americano, nero su bianco.
Documento di Stato:
"Nel tabulato 2 si trova un memorandum del novembre 1984 che
riassume informazioni segrete sui collegamenti di D'Aubuisson col terrorismo."
AUTORE
Gli occhi di un altro testimone. Capo di Stato Maggiore della Difesa
del Salvador negli anni del terrore, il generale Blandon ci rivela cose
gravi: secondo lui i soldati americani parteciparono ad azioni con le truppe
salvadoregne e agirono nella totale illegalità.
GEN. ONECIFERO BLANDON – Ex Capo di Stato Maggiore esercito del
Salvador
Erano consiglieri militari americani inviati qui e che con il
consenso dei nostri vertici, parteciparono a diverse operazioni sul campo.
Questo è certo, lo confermo personalmente. E' stata una vera fortuna che
nessuno di questi militari americani fosse mai ucciso né ferito in
combattimento.
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro
America.
Il numero di consiglieri militari americani in Salvador, se ricordo
bene, non avrebbe dovuto superare i 60, secondo quanto stabilito dal
Congresso, ma segretamente mi risulta che fossimo più di 500 laggiù.
GEN. ONECIFERO BLANDON – Ex Capo di Stato Maggiore esercito del
Salvador
Io non so se si rendevano conto di violare i diritti umani, ma sono
certo che loro agivano senza il consenso dell'ambasciata americana. Erano
iniziative personali di soldati statunitensi, puro volontariato militare.
Erano affezionati alla guerra e non perdevano l'opportunità di combattere;
per loro combattere era una specie di sport.
AUTORE
Difficile credere che 500 soldati dell'esercito americano
combattessero senza direttive dall'alto. In ogni caso perché non furono mai
indagati?
D - Ma voi vedevate la presenza degli americani qui?
RUFINA AMAYA – Sopravvissuta a El Mozote
Sì, io li vedevo, e soprattutto durante la mia fuga, dopo la strage, mentre
vivevo nella boscaglia, vidi due cadaveri; erano soldati americani, erano
grandi e alti, diversi dai salvadoregni, ed è per questo che li riconobbi.
AUTORE
Oggi il Salvador appare come un Paese pacificato, ma il lascito degli anni
del terrorismo di Stato è come un velo che opacizza la vita di tutti qui. Il
paesaggio poi inquieta. Queste città sono la brutta copia dell'America di provincia,
costellate di fast food e ipermercati in puro stile USA sullo sfondo della
solita povertà estrema e tutto qui sembra essere stato prodotto negli Stati
Uniti e importato da là. E allora viene spontanea una domanda: il nostro
terrorismo, quello voluto o appoggiato dai paesi democratici, è servito
davvero a garantire i nostri investimenti nel sud del mondo? E' una domanda
che rivolgo a chi ha i titoli per rispondere, poiché è professore emerito di
finanza alla prestigiosa Warton School della Pennsylvania University, ed è
inoltre l'autore di questo libro, "Il vero network del terrore".
EDWARD HERMAN - Pennsylvania University
Tutte le ragioni politiche che si sono date per l'egemonia
occidentale nel mondo sono il corollario di quelle economiche. L'occidente è
business e il business deve espandersi. Per espandersi in condizioni
favorevoli richiede accettazione del libero mercato, soppressione dei
sindacati e liberi investimenti, e li pretende dalla classe politica. Fu così
dal Cile di Pinochet all'Indonesia di Suharto o nelle Filippine del dittatore
Marcos, che appena giunto al potere disse pubblicamente agli americani:
"Ditemi che leggi volete e io ve le farò". Ecco la ragione
dell'appoggio al terrore militare, perché solo col terrorismo su scala
globale si potevano tacitare milioni di persone contrarie a queste politiche.
D - Ma se lei dicesse all'americano medio che il suo paese
ha praticato e sostenuto il terrorismo, lei pensa che verrebbe creduta?
SUOR TERESA ALEXANDER - Ordine Sorelle Maryknoll, San Salvador
No, non mi crederebbero, loro non riescono a credere alle cose che
abbiamo fatto ad altri paesi.
AUTORE
Il presidente George W. Bush e il premier Britannico Blair hanno più
volte tuonato contro i Paesi che forniscono sostegno ai terroristi. Ma America
e Inghilterra sono accusati di aver armato e sostenuto il terrore che ha
devastato e ancora devasta il sud est turco.
AUTORE
Negli anni novanta il governo turco scatenò una campagna di terrore
contro la minoranza curda nel sud est del paese. Il pretesto era sempre lo
stesso, la contro-insurrezione per eliminare il PKK, un gruppo di
guerriglieri e talvolta terroristi curdi noti per i loro violenti metodi. Ma
cosa c'entravano i civili, le donne e i bambini? Due milioni di civili curdi
furono cacciati dalle loro case, furono torturati, ammazzati, incarcerati.
L'efferatezza di Ankara giunse al punto che nel 1994 lo stesso ministro turco
Azimet Koyluoglu dichiarò che quei metodi equivalevano a terrorismo di stato.
Human Rights Watch di Londra, fra le più rispettate organizzazioni per i
diritti umani del mondo, denuncia.
JONATHAN SUGDEN - Human Rights Watch - Londra
Le forze speciali dell'esercito bruciarono e distrussero 3.600
villaggi, con un esodo di rifugiati drammatico, dopo avergli sterminato il
bestiame su cui dipendevano per sopravvivere. Quello che accadde nel
Curdistan turco negli anni novanta fu senza dubbio voluto da Ankara. Va
aggiunto che quella repressione si assommava alla ordinaria brutalità
inflitta ai civili curdi dal governo, fra cui le torture dei carcerati. Fra
il 1990 e il 1995 la tortura fu usata sistematicamente, e sappiamo di almeno
90 persone torturate a morte laggiù.
AUTORE
Due milioni di rifugiati, villaggi distrutti, manifestanti
selvaggiamente picchiati e arrestati, torture, sparizioni.
NOAM CHOMSKY - MIT Boston
Nel solo anno 1997, sotto l'amministrazione del presidente Clinton,
Washington vendette più armi alla Turchia di quanto abbia mai fatto
nell'intero periodo della guerra fredda. E questo non è chiudere un occhio di
fronte alle atrocità, questa è partecipazione entusiasta in alcuni dei
peggiori atti di terrorismo contro civili di tutti gli anni novanta.
AUTORE
Nel 1995 Human Rights Watch pubblicava e inviava ai nostri governi
il seguente rapporto, dove si legge:
Documento di Stato:
"Gli Stati Uniti hanno riversato armi potenti nell'arsenale turco per
anni, divenendo complici in una campagna di terra bruciata che viola le norme
più fondamentali della legge internazionale."
"Human Rights Watch è arrivato alla conclusione che gli Stati Uniti
d'America sono profondamente implicati nelle azioni di contro insurrezione
del governo turco attraverso la fornitura di armi e il sostegno politico, pur
essendo consapevoli degli abusi che vengono commessi."
AUTORE
Oltre agli americani, il sostegno principale viene dalla Germania e
dall'Inghilterra: ecco la lista di armi vendute ad Ankara dal governo
laburista di Tony Blair.
E questo è il rapporto del Dipartimento di Stato Americano sulla Turchia, che
contiene chiare ammissioni.
Documento di Stato:
"Armi americane sono state usate nelle operazioni contro il PKK, durante
le quali sono stati commessi abusi dei diritti umani. E' molto probabile che
quelle armi furono usate durante l'evacuazione e distruzione dei
villaggi."
AUTORE
Ma alla fine del rapporto, ecco perché quel terrorismo non viene
chiamato terrorismo, perché quelle torture non sono torture, perché quei
morti contano di meno.
Documento di Stato:
"La Turchia continua a essere di grande importanza strategica
per gli Stati Uniti. Il suo orientamento pro occidentale è essenziale per le
nostre mire politiche in Medio Oriente e in Asia Centrale.”
D - Ma questa non è connivenza col terrorismo?
JONATHAN SUGDEN - Human Rights Watch - Londra
Penso che fornire armi che saranno usate per crimini contro
l'umanità a tutti gli effetti è connivenza in quei crimini.
Immagini di repertorio tratte da servizi giornalisti su Timore Est di vari
telegiornali
AUTORE
Alcuni ricorderanno che alla fine dell'estate del 1999 i nostri
telegiornali parlarono della piccola isola indonesiana di Timor Est, che
proprio in quei giorni votava in un referendum per staccarsi dall'Indonesia,
che l'aveva invasa e occupata nel 1975. Poche notizie, un nome ignoto ai più,
Timor Est.
AUTORE
Le squadre della morte anti indipendentiste, con l'appoggio
dell'esercito di Jakarta, scatenarono un regno di terrore prima e dopo il
referendum, dove il 78% dei timoresi dell'est diranno sì all'indipendenza
dall'Indonesia. Furono sterminati 4.000 civili e mezzo milione di timoresi fuggì
sulle montagne. E mentre laggiù scorreva sangue, Londra faceva affari.
Immagini documenti su vendita armi inglesi agli indonesiani:
esportazioni inglesi di armi all’indonesia, 1997-2002, totale 390 milioni di
sterline. ditte coinvolte: heckler, alvis, land rover, gkn, coultards.
AUTORE
Come si è detto, era dal 1975 che Timor est era stata illegalmente
occupata dall'Indonesia del generale Suharto, quello che aveva sterminato più
di un milione di civili dieci anni prima. Nel 1975 a Timor est Suharto si accontentò
e ne ammazzò 200.000.
MARK CURTIS – Storico Royal Institute of International Affairs -
Londra
Negli anni successivi all'invasione di Timor Est, mentre le stragi
stavano causando le migliaia di morti che oggi sappiamo, Londra aumentò
vertiginosamente il suo sostegno militare al regime, arrivando cinque anni
dopo a essere il secondo fornitore mondiale di armi a Jakarta.
AUTORE
L'America, come nel 1965, partecipò a quella sanguinosa pagina di
storia. Ma soprattutto, prima di invadere illegalmente Timor Est, Suharto
chiese il permesso al presidente americano Ford e al suo segretario di Stato
Kissinger, che acconsentirono apertamente.
Documento di Stato:
"Consiglio Per La Sicurezza Nazionale, Washington, Armi
americane usate durante l'invasione: due fregate coinvolte nei bombardamenti
su Timor Est, cinque mezzi da sbarco US511, cinque aerei da trasporto truppe
C47, 8 Hercules C130. Sia la diciassettesima che la diciottesima brigata
aerotrasportata indonesiane sono totalmente sostenute e addestrate dai nostri
militari."
Documento di Stato:
Suharto: "Noi desideriamo la vostra comprensione se dovessimo
decidere di agire rapidamente e drasticamente."
Ford: "Noi comprenderemo e non le faremo pressioni su questo. Capiamo il
suo problema e le sue intenzioni."
AUTORE
Kissinger aggiunse:
Documento di Stato:
Kissinger: "E' importante che qualsiasi cosa lei faccia abbia
un rapido successo. Potremo influenzare le reazioni in America se qualsiasi
cosa succeda accada dopo il nostro ritorno. Il presidente arriverà lunedì
alle
due del pomeriggio ora di Jakarta."
AUTORE
Al decollo dell'aereo presidenziale americano scattò l'invasione e
il seguente massacro di 200.000 esseri umani. Questo fu Suharto, ma ancora
nel 1995 il governo del presidente Clinton lodava questo terrorista
definendolo "un tipo che fa per noi", lo scrisse il New York Times.
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Ritorniamo ai nostri giorni, con la Scuola della Americhe, che
vedremo più avanti e con il conflitto in Cecenia, un conflitto fra Stato
Russo e terroristi ceceni che dura da 8 anni. Non entriamo nel merito di chi
ha torto o ragione, il punto sono i crimini contro la popolazione civile ad
opera dei militari russi, crimini condannati dall’occidente per loro
brutalità fino al 2001, anno in cui la Russia si è alleata con Stati Uniti e
Gran Bretagna nella lotta mondiale al terrorismo. Da Ottobre del 2001 quei
crimini non esistono più.
DONNA CECENA
Avevo una nipote che era incinta, aveva altri 5 figli con sé e partì
da Grozny il giorno prima di me. Era su un pulmino con tanti altri, i soldati
russi hanno circondato e fermato il mezzo e tirato fuori tutti i passeggeri,
compresa mia nipote. Tutti i soldati l’hanno violentata uno per uno, poi
hanno fatto risalire tutti a bordo e poi gli hanno dato fuoco.
AUTORE
Questa storia è solo un accenno di quanto è accaduto e accade nella
Repubblica Autonoma Cecena che da dieci anni cerca l’indipendenza da Mosca.
Dopo i fallimentari interventi armati di Eltsin, dal 1999 Putin decide di
reprimere le mire indipendentiste della Cecenia usando i mezzi del terrore su
larga scala e facendo terra bruciata. Da qui nascono i gruppi terroristici
kamikaze che la Russia cerca disperatamente di eliminare. Le vittime come
vedremo sono i civili.
DONNA CECENA
I russi ci chiamano terroristi, assassini, per loro tutti i Ce-ceni
sono kamikaze sanguinari. Eccoli qui, li vedete, questi sono i terroristi che
i russi vogliono sterminare. Siamo noi, donne e bambini, le vittime di questa
sporca guerra.
VIACHESLAV IZMAILOV – Ufficiale Armata Russa
Circa ogni 3 mesi giungevano dalla Russia nuovi poliziotti e nuovi
ufficiali che facevano quello che volevano, torturavano, uccidevano e poi
facevano sparire le prove dei loro delitti in fosse comuni.”
AUTORE
Il terrorismo delle forze russe contro i civili ceceni è documentato
per la prima volta in questo rapporto del governo ceceno filorusso e ottenuto
dal quotidiano francese Le Monde. Riporta 1314 civili assassinati, si parla
di esecuzioni sommarie con i segni della tortura, 49 fosse comuni per un
totale di 2.879, decessi avvenuti al di fuori di ogni scontro armato o
bombardamento nel solo anno 2002.
DONNA CECENA
Ditelo nei vostri paesi, raccontate come vivono i nostri bambi-ni,
come si vive qui. Prima le bombe, ora soldati dappertutto, sempre pronti a
sparare e a uccidere. Non finirà mai, non finirà più.
UOMO CECENO
Erano vera-mente momenti tragici. Case squarciate, macchine in
fiamme, cada-veri bruciati. Tutto era sottosopra, un mare di sangue. Erano
co-sì quei momenti, i cani mangiavano i cadaveri. Ho visto tutto questo. Ma
la cosa più difficile da sopportare era la crudeltà dei soldati russi.
AUTORE
Quest'uomo ha trovato un rifugio precario oltre il confine con la
Georgia. Con lui sono rimasti soltanto una sorella e un nipo-tino orfano dei
genitori.
UOMO CECENO
Ho accettato questa intervista perché conoscevo Antonio Russo. In
questo villaggio lo conoscevamo molto bene. Soggiornava spesso qui con noi e
una volta si è fermato addirittura due mesi. Gli volevamo bene perché davvero
quest'uomo aveva preso a cuore le nostre sciagure. Non aveva paura dei russi,
anche se poi proprio loro lo hanno ammazzato.
AUTORE
Antonio Russo, 40 an-ni, giornalista di Radio Radicale, venne
barbaramente ucciso in Georgia, con il torace sfondato. Per rapina si disse
subito. Ma in realtà la tecnica usata è quella tipica dei killer del KGB. E
molti sono oggi convinti che Russo avesse le prove dell'uso di armi non
convenzionali contro i civili ceceni da par-te dei russi. Sarebbe stata
questa la ragione della sua condanna a morte.
MILITARE RUSSO IMPEGNATO IN CECECNIA
La guerra si potrebbe concludere in pochi mesi. E' chi sta in alto
che non ha interesse a finirla. Per continuare a fare soldi, a riciclare
denaro sporco su armi, droghe e altre schifezze.
AUTORE
Non ci sono cifre né forse mai ci saranno sulle vittime civili dei
mesi di assedio, né su quelle delle rappresaglie tuttora in corso che ha
coinvolto l’intera popolazione maschile e i giovani sospettati di collaborare
con il partito armato. Prima della guerra, Grozny contava mezzo milione di
abitanti. Dopo il 1996, tra nuove speranze di rinascita, ne rimanevano
100mila. Sotto le bombe del 1999 e del 2000 sono sopravvissuti in poche
migliaia e ancora oggi la città è chiusa alle agenzie umanitarie e agli
osservatori in-ternazionali.
ANNA POLITKOVSKAJA – Novaja gazeta – Russia
Anch’io ho visto al bordo dei villaggi pezzi di corpo di persone che
erano state fatte saltare in aria. Poi i militari raccontavano che quelli
erano guerriglieri che avevano tentato la fuga e che si erano fatti saltare
in aria. Questo è falso, perché erano persone imbottite di esplosivo dai
militari e che loro facevano esplodere.
AUTORE
E questo con il plauso di gran parte dell’occidente democratico.
VALENTINA MELNIKOVA – Associazione madri militari russi - Cordinator
Council
La guerra in Cecenia non è un servizio reso alla patria. I sol-dati
e gli ufficiali che uccidono i ceceni non sono eroi ma cri-minali. Non
dobbiamo permettere che i nostri figli diventino anch'essi responsabili di
veri e propri crimini di guerra.
MARK CURTIS – Storico Royal Institute of International Affairs -
Londra
Il primo ministro inglese è arrivato al punto di vantarsi in
pubblico di guidare il Governo che maggiormente sostiene le politiche di
Putin in Cecenia. Eppure se volesse Blair potrebbe esercitare pressioni su
Mosca essendo noi inglesi fra i 5 più ricchi investitori in Russia.
AUTORE
La base americana di Fort Benning è stata la sede della Scuola delle
Americhe, che avrebbe dovuto essere un normale centro di addestramento
dedicato alle leve militari dell'America latina. In realtà dentro la base
accadde ben altro. Ne parlo con padre Roy Bourgeois, un veterano del Vietnam
che ha conosciuto gli orrori della guerra. Convertitosi al sacerdozio, padre
Roy denuncia da anni la Scuola delle Americhe.
PADRE ROY BOURGEOIS – Dir. School of the Americas Watch – Fort
Benning USA
Dentro quella base, a due miglia da qui c'è una fabbrica di morte.
Si tratta di una scuola di combattimento che ogni anno addestra circa 1000
soldati provenienti da 18 paesi sudamericani in tecniche di commando e contro
insurrezione. Questa è una scuola di assassini e di terroristi, da cui sono
passati più di 60.000 ufficiali responsabili delle peggiori atrocità commesse
in America latina, e il tutto a spese del contribuente americano.
AUTORE
E dalla Scuola delle Americhe passarono anche gli ufficiali del
battaglione Atlacatl, quello di El Mozote, come si legge in questo documento.
Ma c'è di più. Questa base insegnava il terrorismo e la repressione alla luce
del sole, su manuali regolarmente stampati.
PADRE ROY BOURGEOIS – Dir. School of the Americas Watch – Fort
Benning USA
Avevamo spesso sentito parlare di questi manuali segreti che
venivano usati dalla Scuola delle Americhe. Oggi, grazie all'intervento del
deputato Joe Kennedy e del Congresso degli Stati Uniti abbiamo saputo che
quei manuali esistono veramente e sono stati usati per almeno 11 anni.
AUTORE
Eccoli. Vi si insegna come neutralizzare e cioè ammazzare i bersagli
della contro-insurrezione, e nella lista nera vengono inclusi i leader
politici anche solo sospettati di essere ostili alle forze armate. E poi, vi
si afferma:
Documento di Stato:
"In tutti i casi la missione delle forze militari ha priorità
sulla sicurezza dei civili della zona."
AUTORE
Un dettame questo che viola in pieno la Convenzione di Ginevra e
che, ricordiamolo, fu scritto e insegnato degli Stati Uniti d'America. E poi,
le solite tecniche di tortura.
D - Si può argomentare che questi manuali furono il prodotto
di agenti deviati all'interno dei servizi americani, che hanno creato
imbarazzo nei governi, o c'era una direttiva dall'alto?
DAVID MAC MICHAEL - ex agente della CIA, zona operativa Centro
America.
No, questi manuali erano ordinaria amministrazione. E' una vergogna
che il Congresso degli Stati Uniti e la commissione di controllo fossero al
corrente e abbiano ignorato la cosa fino all'ultimo.
Immagini di repertorio: discorso del presidente Bush allo State of the Union
del 2002:
“Prima cosa, noi distruggeremo i campi di addestramento dei terroristi, gli
rovineremo i piani e li porteremo davanti alla giustizia.”
Immagini di repertorio: discorso del primo ministro inglese Tony Blair
“Siamo tanto più potenti dei terroristi, ma nonostante il nostro potere, ci
viene insegnata l’umiltà. Non sarà solo il nostro potere a sconfiggere quel
male, la nostra arma finale non saranno I nostri fucili, ma i nostri valori.”
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Per sconfiggere quel male, la nostra arma finale non saranno i
nostri fucili, ma i nostri valori dice giustamente Tony Blair. Chi subisce la
legge del più forte aspetta che quei valori vengano applicati. Per vincere
una guerra nella quale siamo tutti potenziali vittime occorre il ripristino
di un decalogo morale, senza il quale, non potremo più dire di essere dalla
parte dei giusti.
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