Edizione aggiornata al 16 luglio 2004 "Difesa senza guerra". Bibliografia storica
delle lotte nonviolente Testi sulle lotte nonviolente 1) in generale 2) nella
Resistenza al nazifascismo. Questa bibliografia (comprendente fino ad ora
circa 120 libri, opuscoli, articoli, circa 80 nella prima parte e oltre 40
nella seconda) non è una bibliografia generale sul pacifismo e sulla
nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di
diritti umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza
uso della violenza armata. 23 agosto 2004 D I F E S A S E N Z A G U E R R A a cura di Enrico Peyretti >>> Ultimo aggiornamento e correzioni 16
luglio 2004 <<< «Esiste una storia della nonviolenza, che è anche la
storia delle lotte Questa bibliografia (comprendente fino ad ora circa
120 libri, opuscoli, articoli, circa 80 nella prima parte e oltre 40 nella
seconda) non è una bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza,
ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti
umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della
violenza armata. Questa raccolta è sempre in corso di completamento e
aggiornamento. È nata come appendice ad una mia relazione Possibilità del
pacifismo nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, il 21
gennaio 1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 è comparsa,
insieme a quella relazione, su Testimonianze n. 376, giugno-luglio 1995, pp.
7-26. Un aggiornamento al marzo 1996 è stato pubblicato in appendice alla mia
lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in
Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del
Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle
principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi
storici è contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in
Effe, rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39.
La bibliografia, aggiornata a quella data, è pubblicata anche nell’Annuario
di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, ed. Asterios, Trieste 2001, pp.
339-352 ed è comparsa più di una volta nel quotidiano telematico La
nonviolenza è in cammino (nbawac@tin.it).
Una selezione della bibliogtrafia è pubblicata in Assessorato all’Istruzione,
Regione Campania, Ponti di pace sul Mediterraneo, Agenda 2004, a cura di
Giuliana Martirani, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi, AQ, 2003. Una
versione adattata uscirà in appendice al volume di Jean-Marie Muller, Il
principio nonviolenza. Una filosofia della pace, di prossima pubblicazione
presso l’editrice Plus, Università di Pisa. Intera, e via via aggiornata, la
bibliografia si può trovare ora nei siti: * 1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza,
parte IV, Feltrinelli, MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, 1989).
Riporta casi storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e
1952, all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43. 2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta
non-violenta del buddismo nel Vietnam, Città Nuova Ed., Roma 1970. * 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della
nonviolenza, Prefazione di Matteo Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969).
L'Autore analizza la resistenza morale francese all'occupazione nazista
consistente nella noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata
da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer
(Ed. de Minuit, Paris, 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin
Michel, 1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a
partire dal 1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti
norvegesi sotto il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese
all'occupazione nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto
1968, le lotte operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici. * 4. M.K. Gandhi Teoria e pratica della nonviolenza
(a cura di Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz.
economica Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero
etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'Autore, a p.
CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in
ogni parte del mondo, già registrati in altri punti di questa bibliografia.
Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile soprattutto per il caso
indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti. 5. AA.VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del
convegno di studio di Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi
storici del '900 - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia,
Algeria, India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di
lotte sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle
commissioni. * 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta,
Ed. Gruppo Abele, Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti
casi: Berlino 1920, Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia
1948, Berlino 1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980. 7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Ed.
Gruppo Abele, Torino 1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937,
testimonianze di generali nazisti nella 2a guerra mondiale, Norvegia 1942,
Cecoslovacchia 1968, Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980,
Irlanda 1916-1976 e 1981, opposizione di Sacharov 1981. * 8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3
volumi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973). 9.
W.H.Conser, R.M.McCarthy, D.J.Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and
the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner Publishers
1986, Boulder, Colorado, 580 pages. 10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Ed. Gruppo Abele,
Torino 1987. Vi si trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte
da Gandhi. * 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una
soluzione nonviolenta?, Ed. Sonda, Torino 1989 (1989). Insieme a scritti
precedenti la prima Intifada (1987), il libro contiene una riflessione su
questa lotta (violenza limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e
scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di
lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e
nell'88. Sulla componente nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese
cristiane: Paolo Naso, Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei
cristiani palestinesi, Claudiana, Torino 1990. Su Mubarak Awad e lo stato
attuale delle correnti nonviolente in Palestina: Francesca Paci, La non
violenza è viva, in La Stampa, 22 agosto 2003. (Vedi sotto, il n. 58). * 12. Sull’importantissimo contributo del movimento
femminile e femminsta ai metodi nonviolenti di lotta: 13.
Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing Group,
Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche sull’esperienza nonviolenta di
Solidarnosc. 14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist
Insurgency in Finland, SHS, Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei
finlandesi alla Russia nell’800. * 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran,
Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Ed. Sonda, Torino 1990 (1984). Anche
popolazioni guerriere e feroci come i Pathan della Frontiera indiana,
musulmani, seppero adottare la nonviolenza contro le repressioni molto
violente del dominio inglese. Il loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovò nella
sua fede islamica l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservò che proprio
il violento coraggioso nella difesa di diritto e dignità è il più disponibile
a capire e vivere la "nonviolenza del forte". 16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio
Giannini per L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e
Guglielmo Minervini, Ed. La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89. * 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili
negli Stati Uniti il libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King,
Claudiana, Torino 1993, contiene un'ampia bibligrafia. * 18. Sulle esperienze e ricerche di riconciliazione
nella verità e giustizia, senza violenza, nei conflitti profondi, troviamo
anzitutto lavori sul caso della lotta contro la segregazione razziale in
Sudafrica, poi su altri casi nel mondo: - A numerose altre ricerche e azioni di
riconciliazione è dedicato un numero della rivista teologica Concilium, n.
5/2003 (www.queriniana.it). La prima parte tratta di esperienze in Perù,
Nepal, Australia, Stati Uniti e Canada (popoli nativi), America Centrale; la
seconda parte contiene riflessioni di autorevoli rappresentanti di buddhismo,
induismo, ebraismo, cristianesimo; la terza parte offre articoli sulla
prospettiva delle Nazioni Unite, sul processo di riconciliazione sociale,
sulla religione come risorsa di riconciliazione, sull’amore dei nemici nelle
lotte sociali. Una conclusione fa il punto sul movimento verso una cultura di
riconciliazione. 20. AA.VV. La nonviolenza come strategia di
mutamento sociale, Cedam, Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico
raccolti in questo volume (altri saggi sono teorici) riguardano casi studio
di lotte nonviolente. * 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN
(Progetto Nazionale di Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato
Scientifico, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel
081/55.10.286, fax Antonino Drago 081/239.45.08) ha pubblicato gli atti di
quattro dei cinque Convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche
esempi storici di lotte popolari nonviolente: * 22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta
(DPN) comprendono ormai oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento
Nonviolento, poi dalla Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su
precisi casi storici in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca,
Cecoslovacchia, Germania Est, Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine,
Resistenza a Forlì. * 23. Il n.22 della collana Quaderni della DPN, col
titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (già citato sopra, al n.
15), illustra ampiamente i casi: Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India
1915-1948, Germania 1920, Ruhr 1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960,
Germania Est 1953, Congo-Zaire 1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968,
Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia 1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987.
La traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla
Resistenza per non interferire col libro di Semelin Senz'armi di fronte a Hitler,
indicato nella seconda parte di questa bibliografia. Purtroppo la traduzione
italiana esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese sul
sollevamento popolare in Iran 1978-1979, che portò alla cacciata dello Scià
senza alcuna violenza. Solo dopo il ritorno dell’ayatollah Khomeiny
dall’esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. * 24. Sulla straordinaria decennale resistenza
nonviolenta di massa del 90% di popolazione albanese (in massima parte
musulmana; vedi sopra, n. 15) del Kosovo al regime di occupazione militare
serba: * 25. François Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo,
prefazione di Filippo Gentiloni, Ed. Gruppo Abele, Torino 1994 (originale
1991). Vaillant, considerando la situazione storica e politica in cui visse
Gesù, esamina alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei
mercanti dal tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la
donna adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia
decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58).
Anche Gesù, minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella
preghiera si convertì alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad
accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91). 26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della
non-violenza, in Il Regno-attualità, n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445.
Le realtà storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed
ampio giro d'orizzonte, a mostrare la possibilità della strategia
nonviolenta. 27.
Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection
encyclopédique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France,
Paris 1994. In
appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il 1770
e gli anni successuvi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni non
ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la Francia tra
il 1957 e gli anni '90. * 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del
1989, che sono un notevole esempio delle possibilità dell'azione nonarmata e
nonviolenta: 30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto
Bobbio sulla nonviolenza e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N.
Bobbio Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994,
p.44. Questo testo riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Ed. Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e
politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95). 31.
Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict. The
Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport
Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima rivoluzione
russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana 1930-1931;
Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Soldarnosc 1980-1981. 32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale
per imparare a costruire un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la
Difesa Popolare Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede,
ampliabile, preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A.
Zangheri, per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel e fax
049/80.73.836). La prima parte presenta, in ampie schede con relativa
bibliografia, undici casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930,
Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia
1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar
1991-93. 33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in
ex-Jugoslavia, a cura di Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Ed. Alfazeta,
Parma 1995. Documenta la realtà di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non
accoglie né riconosce come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro
quell'assurda guerra e le sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana,
di fatto non applicata alla frontiera. 34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla
via filippina verso la pace, in Testimonianze n. 380, dicembre 1995, pp.
84-96. La leader filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della
rivoluzione del 1986, con speciale riferimento al ruolo della religione. 35.
Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford),
Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian
Conflict, in Journal of Peace Research, vol 32, no. 4, 1995, pp. 453-467. L'articolo dimostra che le
possibilità di intervento nonviolento sono molto più ampie della sola
interposizione testimoniale o sacrificale. 36.
Alexander Allan, Le Larzac et après: l'étude d'un mouvement social novateur,
ed. L'Harmattan,
Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie dell'altopiano del Larzac contro
l'esproprio militare, lotta che coinvolse fino a 100.000 persone (1971-1981),
infine vittoriosa e proseguita come movimento per unire il Nord col Sud del
mondo (1981-1992). 37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare
nonviolenta: storia, teoria, esempi concreti. Aperture dell'ordinamento
giuridico italiano, Eirene, Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri
1/C, 24100 Bergamo, tel 035/26.00.73). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi
storici. Questo è il 16° opuscolo della collana "Ricerche e
Documentazione", che comprende anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B.
Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino
1989. 38. Alberto Melandri, José Ramos Horta e mons. Carlos
Felipe Ximenes Belo, leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in
Azione Nonviolenta, nov. 1996, pp. 6-7. * 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza
civile nel Novecento. Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento
per insegnanti, organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal
Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto
Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (via
Fabro 6, 10122 Torino, tel. 011-56.28.836). Sono 15 lezioni distribuite nelle
seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la
seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A.M. Bruzzone, E. Peyretti, A.
Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G.
Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E.
Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile
nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I
movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio). 40. AA.VV., Invece delle armi: obiezione di
coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, a cura della
Segreteria per la Difesa Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del
Centro Eirene di Bergamo, ed. Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene
nella prima parte gli atti di una importante conferenza internazionale su
"Difesa nonviolenta, Partecipazione Popolare, Obiezione di
Coscienza" tenutasi a Firenze nel settembre 1992 con la presenza dei
maggiori studiosi mondiali (Pontara, Papisca, Sharp, Ebert, Muller, Galtung);
nella seconda parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo
civile di pace europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici
proponendone una classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia
bibliografia (pp. 29-31), molto meno aggiornata e completa della presente.
Alberto L'Abate ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962,
Aden 1967, Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp.
145-148) - e indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste
internazionali di peace research. 41. Voci e azioni di nonviolenza nell’antichità
classica, a cura di Rocco Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, 1996. Nel
libro leggiamo le pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza
nonviolenta degli ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola
(37-41 d.C.) e quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel
494 e nel 471 a.C.). * 42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri
Ramachandaran, Media, guerre e pace, Ed Gruppo Abele, Torino 1996. Nella
seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace),
Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp.
132-146), raccoglie ed esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, i
casi Iran 1979, India 1975-77, OLP, Filippine 1986, Europa orientale 1989,
America Latina in vari momenti. Si può aggiungere qui la Resistenza danese,
caratterizzata dal mezzo della comunicazione popolare (v. il n. 1 della
seconda parte di questa bibliografia). 44. Robert L. Holmes, La sfida della non violenza
nel nuovo ordine mondiale, nel volume di James Burk, La guerra e il militare
nel nuovo sistema internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229.
Holmes esamina la tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono
rimasti unica superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni
nonviolente nell'Europa dell'est per una strategia e per istituzioni atte
alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela
generale della società dalla violenza diffusa. * 45. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I
conflitti. Introduzione a una teoria generale, Ed. Bruno Mondadori, Milano
1998. Questo studio scientifico fa il punto sulla ricerca interdisciplinare,
promossa da molti studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie
per una trasformazione e risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume
richiama tutti i casi più significativi di lotte nonviolente, collocandoli
opportunamente nel sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte
del libro (Strategie di trasformazione costruttiva). * 46. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi
e metodi dell'intervento civile, Ed. Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro
descrittivo, ricco di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non
belliche in zone di conflitto. Mancano alcune significative esperienze
italiane, ma il panorama mondiale è ampio e così il catalogo dei metodi.
Tanto basta per vedere che le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole
conoscere e praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il carattere
che l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella proposta di
Muller, non abbastanza alternativo al militare, ma dipendente da esso. Drago
mostra le possibilità uniche al mondo ormai inserite nella legislazione
italiana. 47. Due esempi di resistenza nonviolenta alla
violenza politica e a quella economica, mediante le nuove possibilità date
dalla comunicazione informatica di base: * 48. AA.VV., Le periferie della memoria. Profili di
testimoni di pace, edito dal Movimento Nonviolento, Verona, e
dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti,
Torino, a cura di Sergio Alebsano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine,
raccoglie 22 “medaglioni” esclusivamente di italiani/e che, nel periodo
dall’unità ad oggi, hanno agito nell’opposizione alla guerra. Fra loro
peronaggi noti, ma anche altri finora del tutto ignoti, anarchici e
cattolici, valdesi e vescovi, scrittori e filosofi, pedagogisti e politici,
soldati e disertori. La raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di
esperienze e metodi alternativi alla guerra. * 49. Arundhati Roy, Per il bene comune, in
Internazionale, n. 306, 22-28 ottobre 1999, pp. 17-25. L’articolo, mentre
denuncia la devastazione umana e ambientale causata dalle Grandi Dighe
indiane nella valle della Narmada, racconta la lotta nonviolenta di
resistenza delle popolazioni implicate. L’autrice è la più famosa scrittrice
indiana (Il dio delle piccole cose). Sono pubblicati in italiano i volumi La
fine delle illusioni, Ugo Guanda, Parma 1999, e Guerra è pace, Guanda, Parma
2002, che ricupera interamente il volume precedente ed aggiunge altri saggi. * 50. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (nbawac@tin.it), ha pubblicato nel 1999 la
Guida pratica all’azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace
con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica nonviolenta del
“pallone frenato” è stata sperimentata efficacemente per alcune ore davanti
all’aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel 1999 gli aerei che
bombardavano la Jugoslavia. * 51. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe
Grande ed., Torino 1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la
guerra della Nato alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative
alla guerra, praticate o praticabili, sono richiamate anche alcune esperienze
storiche. * 52.
Gilles Gesson, La non-violence crée l'événement à Seattle, in Non-violence
Actualité (janvier 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente alle manifestazioni di
"Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la cerimonia di
apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO-OMC),
il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che l'avvenimento segna
l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla scena delle
negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in difesa degli
aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture) trascurati e
violati dal carattere finanziario e speculativo della globalizzazione. Contro
alcune interpretazioni deformanti, testimonia il carattere nonviolento delle
manifestazioni, accuratamente preparato, di cui espone le tecniche e le
tattiche, concludendo: «Consciamente o no, [i manifestanti] hanno agito come
degni eredi dei teorici della resistenza civile. Questo è forse il segno che
essa è oggi entrata nel costume». * 53. Sulla storia della pace, è possibile
segnalare: * 54. Laura Coppo, Terra gamberi contadini ed eroi,
Emi, Bologna 2002. L’Autrice ha trascorso due mesi nell’ ashram di una
straordinaria coppia di indiani, Krishnammal e Jagannathan, due delle figure
piu' prestigiose della nonviolenza in cammino e ha ricostruito, con la
freschezza e la vivacità della narrazione dei protagonisti, 70 anni di storia
indiana, visti con gli occhi di chi, fin da giovanissimo, si affiancò a
Gandhi nelle grandi iniziative di lotta nonviolenta. Dopo la morte di Gandhi,
essi continuarono a stare a fianco dei contadini, dei pescatori, delle
comunità che, anche dopo l'indipendenza, si trovavano in situazioni di
povertà e pativano ingiustizie. La più * 55. Enrico Euli e Marco Forlani (a cura di), Guida
all’azione diretta nonviolenta, ed. Berti 2003. La prima parte del volumetto
riferisce sulle esperienze di Comiso 1981-83, Mostra navale bellica di Genova
1982-89, Genova Mobilitebio 2000, Genova G8 2001, Brescia Exa 2000, Missioni
di pace all’estero. * 56. Autori Vari, Pace!, Voci a confronto sulla
lettera enciclica Pacem in terris, del 1963, di Giovanni XXIII, Ed. Paoline
2003. Giuliana Martirani, nel capitolo da lei curato (pp. 35-57) analizza la
vicenda dell’assedio della basilica della Natività a Betlemme, per 39 giorni
dal 2 aprile 2002, come un’azione di difesa popolare nonviolenta, nella quale
i frati francescani hanno svolto il ruolo di terza parte tra i palestinesi
assediati e gli israeliani assedianti, e sono state attuate le cinque regole
di Theodor Ebert (v. sopra, n. 6). Il caso di Betlemme è analizzato e
documentato nel libro di Giuseppe Buonavolontà e Marc Innaro, giornalisti
testimoni della vicenda, L’assedio della Natività, Ponte alle Grazie, Milano
2002, che contiene anche il diario del francescano Ibrahim Faltas, uno dei
protagonisti. * 57. Pierluigi Consorti (a cura di), Senza armi per
la pace. Profili e prospettive del “nuovo” servizio civile, Edizioni PLUS,
Università di Pisa, 2003. Fra le esperienze di servizio civile, che con la
caduta della leva diventa volontario, il volume riferisce su interventi,
ovviamente disarmati, in situazioni di conflitto bellico, quali Sry Lanka,
Mozambico, Burundi, Iraq, Kurdistan, ex-Yugoslavia, Timor Est, Chiapas,
Turchia, Zambia, Cile, Kenia, Russia, Bolivia, Palestina, ed altre, ad opera
di vari enti quali la Caritas italiana, Emergency, Medici senza frontiere, la
Comunità di Sant’Egidio, l’Operazione Colomba, i Caschi Bianchi, l’Unicef,
Amnesty International, l’Unicri, la Regione Toscana, la ASL fiorentina, le
Misericordie d’Italia. 58. Nonviolenza per Gerusalemme, è il tema del n. 5,
giugno 2004, di Satyagraha, la rivista di studi scientifici su «il metodo
nonviolento per trascendere i conflitti e costruire la pace», che esce a cura
di Rocco Altieri, che ne è il Direttore, nelle edizioni Plus, dell’Università
di Pisa (www.pdpace.interfree.it). Ogni numero della rivista presenta elementi
utili per la presente raccolta bibliografica. Questo n. 5 affronta l’enorme
drammatico conflitto Israele-Palestina, con uno spirito di intensa originale
ricerca e documentazione sulle potenzialità e realtà di una sua
trasformazione nonviolenta. Dei dodici autori (Rocco Altieri, Giorgio La
Pira, John Paul Lederach, Marc Gopin, Abdul Aziz Said, Ibrahim Faltas,
Mohammed Abu-Nimer, Angela Dogliotti Marasso, Michal Reifen, Maria Chiara
Tropea, Mouvement pour une alternative non-violente, Franz Amato), cinque partecipano
a questa ricerca direttamente dall’interno del conflitto, come israeliani o
palestinesi. Nei loro scritti troviamo aspetti storici, religiosi, educativi,
esperienze di percorsi di pace, azioni e riflessioni costruttive di
nonviolenza, tradizioni di nonviolenza nelle culture e nelle religioni
implicate, documenti di resistenza culturale e spirituale. (Vedi anche,
sopra, il n. 11). II - OPERE SULLA RESISTENZA AL NAZIFASCISMO Desidero informare chi legge o utilizza questa
bibliografia che essa verrà ampiamente integrata, appena possibile,
soprattutto grazie alla collaborazione di Peppe Sini, autore e responsabile
del quotidiano telematico La nonviolenza è in cammino (nbawac@tin.it), grande raccoglitore e
distributore di cultura di pace. (E. P.). * 1. Le prime ricerche in Italia sulle forme
nonarmate di resi-stenza europea tra il 1940 e il 1945, compaiono in quella
più ampia serie di scritti storici, teorici, strategici, che sono i Quader-ni
della Difesa Popolare Nonviolenta, pubblicati fin dal 1978 a cura di IPRI
(Italian Peace Research Institute), LOC (Lega Obiet-tori di Coscienza), MIR
(Mo-vimento Internazionale della Riconci-liazione), con la collaborazione di
altro volontariato culturale di pace, in parte ripubblicati come Quaderni di
Azione Nonviolenta (la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo
Capitini nel 1964), e poi, dal 1990 circa, pubblicati dalla Editrice La
Meridiana, di Molfet-ta, del Movimento Pax Christi. Sono ormai usciti quasi
trenta titoli, tutti in veste grafica molto sem-plice. I quaderni che
documentano i casi storici più chiari nel periodo qui considerato sono: * 2. Jacques Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler.
La resistenza civile in Europa 1939-1943, Ed. Sonda
1993 (Payot, Paris 1989). Il lavoro si limita al periodo 1939-1943 allo scopo di
illustrare le sole forme di lotta nonarmata autonome dalla lotta armata, e
non quelle successive, combinate con questa. Studiando le forme sociali della
resistenza nonarmata al nazismo in tutti i paesi occupati e nella stessa
Germania, ne realizza la raccolta storica finora più ampia. L'edizione
italiana contiene anche due appendici, una di Stefano Piziali, Commento
bibliografico. La resistenza nonarmata in Italia (pp.227-234) e una mia (che
successivamente ho molto riveduto e corretto in un testo inedito), Un caso
italiano: lo sciopero come strumento di lotta (pp. 235-240), con un
contributo di Sergio Albesano, sugli scioperi operai del '43 e '44 in Italia,
trascurati da Semelin. * 3. Il Centro Studi Difesa Civile (via della
Cellulosa 112, 00166 Roma, tel 06/61.55.07.68) ha organizzato alcuni convegni
di cui gli atti sono pubblicati e disponibili: 4. G. Giannini, La resistenza nonarmata nella lotta
al nazifascismo, in Bozze 94, n.2/1994, pp.77-84. 5.
Jean-Marie Muller, Désobéir à Vichy, La résistance civile de fonctionnaires
de police, Presses Universitaires de Nancy, 1994. Nella collaborazione data
ai nazisti dalla polizia francese della Francia occupata nel perseguitare gli
ebrei, ci furono significative disobbedienze. 6. Nell'aprile 1995 ho presentato gli studi
disponibili a quella data in una relazione su La resistenza civile nelle
ricerche storiche, pubblicata in Fascismo - Resistenza - Letteratura.
Percorsi storico-letterari del Novecento italiano, Museo Nazionale del
Risorgimento Italiano, I Quaderni del Museo n. 2, Torino, febbraio 1997, pp.
61-87. * 7. Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra
senza armi. Storie di donne 1943-1945, Laterza 1995. Sono 125 interviste su
diversi aspetti dell'opposizione delle donne alla guerra, p.es. il
"maternage" di massa, la pietà per i morti anche nemici, e sulla
violenza di genere della guerra sulle donne. Il libro - introdotto da un
ampio saggio critico di Anna Bravo, Donne, guerra, memoria - mostra la vasta
realtà della resistenza senz'armi attuata dalle donne e contribuisce a
individuare un'immagine della difesa che supera la guerra, e della
cittadinanza svincolata dalla figura del cittadino in armi. Questo libro ha
portato ad un autorevole mutamento nella considerazione della resistenza
civile da parte di uno storico quale Claudio Pavone. Infatti, è interessante
notare come Pavone, autore dell'importante e ampio volume Una guerra civile.
Saggio storico sulla moralità nella Resistenza (Bollati Boringhieri, Torino
1991), nel quale non si dimostrava sensibile alla ricerca sulla Resistenza
non armata (tanto che trascurava del tutto la figura di Aldo Capitini, che da
lungo tempo aveva combattuto il fascismo con insolita profondità di motivi,
ma senza mai prendere le armi; e, attraverso una citazione di una testimone
ebrea, presentava un'idea del tutto inadeguata della nonviolenza come una
posizione «metastorica» e irresponsabile; cfr ivi, p. 414), introducendo
invece, nel 1995, il numero della rivista Il Ponte dedicato al 50° della
Resistenza, si soffermi sul saggio di Anna Bravo contenuto nel fascicolo
(corrispondente all'introduzione al libro In guerra senza armi), per rilevare
il «valore euristico» del concetto di resistenza civile ivi propo-sto, che è
– scrive Pavone - «qualcosa di più ampio» della cosiddetta resistenza
passiva, ma - come dice appunto Anna Bravo - una «pratica di lotta» con mezzi
diversi dalle armi (I percorsi di questo speciale, articolo introduttivo del
fascicolo de Il Ponte, n.1/1995, dedicato a Resistenza. Gli attori, le
identità, i bilanci storiografici, p. 13.). Il concetto di resistenza civile
vale dunque a superare la tendenza, rilevata da Claudio Dellavalle nello
stesso fascicolo, ad adottare «il criterio militare come criterio prevalente»
(ivi, p. 12). Pavone scrive ancora: «La Resistenza civile rimane una forma di
Resistenza. I suoi confini con l'esercizio della violenza, anche di quella
più palesemente difensiva, non sono sempre sicuri. Sicura è invece la sua
distanza da quella "zona grigia" in cui si ritrovano coloro che i
resistenti bollavano come "attesisti"» (ivi, p. 13). (Vedi anche,
sotto, il n. 16 e il n. 12 della prima parte di questa bibliografia). * 8. Sul vasto e significativo fenomeno del
coraggioso e determinante rifiuto di collaborazione con la Repubblica Sociale
Italiana da parte di centinaia di migliaia di militari italiani internati in
Germania dopo l'8 settembre 1943: * 9. Sulla Resistenza di cittadini tedeschi al
nazismo, in Germania o nei territori assoggettati al Terzo Reich, si trovano
nelle biblioteche 10-20 titoli, in gran parte sull'attentato del 20 luglio
1944. L’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza conserva circa 80
titoli di cui 32 in tedesco, 3 in francese, 2 in inglese, 4 pubblicazioni
promosse dal Consiglio Regionale Piemontese. Ho raccolto gli aspetti civili e
nonviolenti che si possono rintracciare entro la realtà limitata e
prevalentemente militare della resistenza interna al nazismo, nella relazione
La Resistenza antinazista in Germania, tenuta nel corso di aggiornamento per
docenti "Nonviolenza nella storia. Casi di resistenze civili nel
Novecento" (vedi sopra, prima parte, n. 39). Da questo lavoro traggo le
indicazioni che rientrano nella presente bibliografia. * 10. Ermes Ferraro, La Resistenza napoletana e le
Quattro Gior-nate, in Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta,
cit. (nella prima sezione al n. 16), pp. 89-95. Secondo l'ordine di Hitler,
l'esercito dei guastatori doveva lasciare «cenere e fango» al posto della
città. Una popolazione in gran parte femminile, quasi senza armi, inflisse
all'esercito tedesco «l'unica sconfitta popolare da esso subita nel mondo»
(A. Drago, Una nuova interpretazione della Resistenza italiana secondo
categorie storiche nonviolente, dattiloscritto). 11. Lotte nonviolente nella storia, materiale
preparato per un volume non uscito, come proposta di lavoro rivolta a
insegnanti e studenti. Contiene una parte metodologica generale e una parte
storica limitata al periodo della Resistenza al nazifascismo, in diversi
paesi europei, compresa la Germania. Il lavoro contiene molte ulteriori
indicazioni bibliografiche che allungherebbero di molto il presente elenco.
Esso è stato compiuto da un gruppo di ricerca del Centro Studi e
Documentazione "Domenico Sereno Regis" di Torino. 12. Un episodio tipico, tra i molti sconosciuti, di
resistenza senz'armi è narrato bervemente in Neera Fallaci, Vita del prete
Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo. Prefazione di David Maria Turoldo,
Bur, Milano 1993 (1974), p. 219, nota 13. Nel piccolo villaggio di Acone, nel
Mugello fiorentino fu creato uno dei maggiori centri di smistamento e di
raccolta dei prigionieri alleati fuggiti dai vari campi di concentramento.
Poveri contadini analfabeti, inermi che aiutavano altri inermi per puro
spirito evangelico, furono la base di questa azione animata dal pievano e da
una organizzazione clandestina del Partito d'Azione. * 13. Antonio Parisella, Sopravvivere liberi.
Riflessioni sulla storia della Resistenza a cinquant'anni dalla Liberazione,
Gangemi editore, Roma 1997, pp. 160. L'Autore, in questa raccolta di saggi,
valorizza la lotta nonarmata, definita «una scoperta del Cinquantenario» (v.
sopra, n. 7), partita dalla cultura nonviolenta e finalmente entrata sotto
l'attenzione degli storici. Parisella mostra come la lotta per la
sopravvivenza fisica e ideale, lungi dall'essere "attendismo", è
componente essenziale e basilare della Resistenza al nazifascismo come di
ogni lotta di resistenza. La liberazione è il compimento della sopravvivenza,
e questa è l'inizio della liberazione. Parisella cita Collotti e Klinkhammer:
«Quando la resistenza civile assume forme collettive può avere una forza
anche superiore a quella di un gesto armato». Si ricava l'immagine della
resistenza nonarmata come un cerchio molto ampio, che comprende mille forme e
modi autonomi, entro il quale sta il cerchio minore, per quanto importante,
della resistenza armata; immagine che rovescia quella tradizionale tutta e
solo armista. 14. Bianca Ballesio, La guerra di Kira, La
resistenza civile nel Canavese, prefazione di Ersilia Perona, L'Angolo
Manzoni ed., Torino, 1999. * 16. Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina, La
Resistenza taciuta. Dodici vite di partigiane piemontesi, Bollati
Boringhieri, Torino settembre 2003, pp. 312. Anna Maria Bruzzone è autrice di
vari libri sulla Resistenza e la Shoah. Questa edizione di La Resistenza
taciuta, dopo la prima del 1976, apprezzatissima e da lungo tempo esaurita,
compare in forma nuova e bella, arricchita da una intelligente prefazione di
Anna Bravo (coautrice, con Anna Maria Bruzzone di In guerra senza armi; si
veda il n. 7 della seconda parte di questa bibliografia). Queste opere
d'inchiesta e testimonianza sulla partecipazione delle donne, effettiva ma
per lo più disarmata, alla lotta di Resistenza, hanno promosso tra gli storici
l'individuazione e il riconoscimento, dapprima gravemente mancato, del fatto
e del concetto di resistenza nonarmata e nonviolenta, concetto «di valore
euristico» (Claudio Pavone, Il Ponte, n. 1/1995), realtà ben diversa dalla
resistenza passiva. Chi lavora per la trasformazione nonviolenta della
gestione dei conflitti acuti, e cioè per l'eliminazione del disumano infelice
giudizio delle armi nelle contese umane, trova in questi lavori storici, che
danno il giusto riconoscimento al contributo delle donne alla civilizzazione
umana, motivo di profonda gratitudine e ammirazione per l'insegnamento
prezioso che da essi ci viene. 17. Silverio Corvisieri, La villeggiatura di
Mussolini. Il confino da Bocchini a Berlusconi, Baldini Castoldi Dalai, 2004.
Il titolo allude all’espressione ultrabenevola con cui Berlusconi ha
qualificato le condanne degli antifascisti al confino. Il libro racconta, tra
l'altro, di un ambulante deportato in quanto autore di una canzone in cui si
chidedeva a sant'Antonio la grazia di non fare scoppiare la guerra, di
rivolte al confino, tra cui quella contro l'imposizione del saluto romano, e
di scioperi della fame. I confinati seppero organizzare una vera e propria
resistenza, scrissero manifesti profetici, progettarono riviste, rischiarono
e accumularono anni e anni di carcere o di confino aggiuntivo, ma senza
piegarsi. In genere i cittadini delle isole e dei duecentosessantadue paesini
scelti dal fascismo come luoghi di morte civile vollero loro bene e li
protessero.
enrico peyretti |