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20 Anni da Funamboli

 
Perchè una cooperativa sociale organizza un'iniziativa culturale come quella del 9 giugno 2012 a Torino?
 
L'idea di investire in iniziative culturali nasce dal desiderio di affrontare una fatica incredibile: la fatica di "comunicare" ciò che non si vede.
 
Di fronte alla deriva culturale, allo smarrimento delle amministrazioni, della politica e delle  persone sentiamo forte l'esigenza di comunicare al di fuori del nostro mondo la nostra esperienza. Non tanto  per sfatare pregiudizi e luoghi comuni, non solo per fare conoscere risultati di eccellenza, ma per diffondere una certa "filosofia" imprenditoriale che sappia coniugare attenzione alle persone, alle relazioni, all'ambiente e capacità di creare lavoro, reddito, opportunità.
Potremmo dire che le Cooperative sociali sono diventate grandi e, come altri soggetti economici, vogliono provare a fare cultura.
 
Le cooperative sociali d'inserimento lavorativo sono infatti strane creature: la testa nel mercato e il cuore nella vita delle persone. Una specie di contraddizione in termini, nel mondo in cui viviamo. Coniugare efficienza, serietà e competitività con il passo lento di chi fa più fatica sembra non solo impossibile ma anche poco conveniente, a meno di non ricorrere al buon cuore di qualche benefattore, oppure fregando lo Stato, mascherando da cooperativa sociale un'azienda privata che sfrutta le facilitazioni fiscali e normative accordate a questo tipo di impresa. Molti, anche negli ambienti che si occupano di sociale, non conoscono appieno questa particolare condizione, considerano le cooperative sociali più o meno come degli enti assistenziali, carenti dal punto di vista della qualità e della redditività, che sopravvivono grazie al denaro pubblico.
 
Arcobaleno, come altre cooperative sociali che abitano il nostro paese, smentisce tutto questo. E' fatta di persone in carne e ossa,  non  è certo il paradiso, ma è un posto in cui si cerca davvero di coniugare testa e cuore. E dove seguire le regole non è un optional. Come ogni cooperativa sociale di tipo d'inserimento lavorativo, una quota del personale (il trenta, quaranta per cento) deve provenire da categorie sociali cosiddette "svantaggiate". Ad Arcobaleno, si tratta di persone che hanno avuto problemi di carcere e di droga. Un pezzo d'Italia di cui si può andare orgogliosi.
 
Trasformare il nostro parco mezzi in un grande palcoscenico per ospitare la nostra festa ed accogliere chi desidera conoscere più da vicino Arcobaleno, sarà il nostro modo per ringraziare tutti del sostegno fin qui promosso.

Ultimo aggiornamento: 04/06/2012