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scarica il catalogo della mostra
(n. 1 della collana Quaderni dell'Ecomuseo 4)
in formato PDF (4,5 MB)


Ecomuseo Urbano Circoscrizione 4
via Medici 28 - Torino
tel. 011.4428420 fax 011.4428421
M1 Bernini e Racconigi, 65, 65 sbarr.,13, 9, 16

ecomuseo4@comune.torino.it
www.comune.torino.it/circ4/eut
www.comune.torino.it/ecomuseo

orari di apertura:
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Un’emozione di vita e di memoria: tutti sono invitati a partecipare portando fotografie, scritti, manifesti, stampe, diari, manoscritti, lettere, interviste, filmati... sulla storia della Circoscrizione e del suo territorio.
I materiali consegnati verranno acquisiti in copia e restituiti al proprietario.

Inoltre, chi lo desidera, potrà essere intervistato per raccontare particolari momenti storici o aspetti peculiari delle diverse realtà che riguardano la Circoscrizione.

Il Territorio Storico

San Donato Campidoglio Parella
un racconto per immagini
e testimonianze


mostra - a cura di Mauro S. Ainardi e Alessandro Depaoli

Ecomuseo Urbano Circoscrizione 4
via Medici 28 - Torino


La mostra analizza l'evoluzione del territorio corrispondente ai "quartieri" che costituiscono l’attuale 4ª Circoscrizione, a partire dal 1500 e fino al XX secolo.

L'analisi è condotta grazie all'esame dei documenti d'archivio, in particolare cartografici (disegni e mappe), ampiamente riprodotti nella mostra.

In questi documenti si può leggere l'evoluzione del territorio dalla campagna alla città, e scoprire nei nomi delle vecchie cascine agricole l'origine di molti toponimi ancora oggi in uso.

È possibile gettare uno sguardo sullo sviluppo degli edifici industriali e sulla graduale espansione del tessuto urbano.

La mostra è accompagnata da una proiezione a ciclo continuo degli elementi cartografici più significativi.

Distesa sul pavimento, una grande foto aerea di tutta San Donato, Campidoglio e Parella permette di riconoscere dal vivo e a volo d’uccello tutti i dettagli più interessanti.

Presso l’Ecomuseo è disponibile in distribuzione gratuita il catalogo della mostra.




Progetto, ricerca scientifica e testi di Mauro Silvio AINARDI e Alessandro DEPAOLI
Progetto grafico di Alessandro DEPAOLI
Si ringraziano per la gentile autorizzazione alla riproduzione della cartografia storica e dei documenti:
- Archivio Storico della Città di Torino (ASCT);
-Archivio di Stato di Torino (ASTO, aut. prot. 7915/282800 del 24.11.2008);
- Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei.
Il © di ogni immagine è citato in didascalia; per tutte divieto di riproduzione o duplicazione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, compresi quelli digitali
.

Mostra Il Territorio Storico, anteprima web, i primi e gli ultimi pannelli

Un racconto per immagini e testimonianze

(dall'introduzione del catalogo e della mostra, testo di M. S. Ainardi e A. Depaoli)

L’analisi di un territorio storico ha l’obiettivo di cogliere e mettere in luce il rapporto tra le vicende politiche, economiche e sociali, l’ambiente e l’architettura di un determinato ambito spaziale, definendo le fasi temporali attraverso cui si sviluppano queste dinamiche.


Tale analisi muove necessariamente dallo studio della cartografia prodotta per quell’area nel corso dei secoli. Mappe, catasti ed altri strumenti cartografici offrono, infatti, la rappresentazione immediata di un territorio, riferibile ad una data precisa od almeno ad un periodo circoscritto. Permettono, inoltre, un più agevole confronto allo scopo di evidenziare le eventuali modificazioni avvenute.


Occorre, tuttavia, tenere presente che solo a partire dal Settecento le cartografie diventano uno strumento scientifico di rappresentazione e non più il frutto di una interpretazione soggettiva. In ogni caso, costituiscono oggetti di ottima fattura e particolare pregio e sovente raggiungono livelli espressivi e pittorici di grande rilievo.


Il percorso espositivo della mostra Il territorio storico. San Donato - Campidoglio - Parella, un racconto per immagini e testimonianze presenta una selezione della cartografia storica conservata relativa al territorio compreso negli attuali limiti amministrativi della 4ª Circoscrizione.


Ognuna delle carte riprodotte è emblematica di una fase di sviluppo di questa porzione di città. L’orizzonte temporale2 spazia dalla prima rappresentazione disponibile dell’area, datata al 1579, sino agli anni ‘30 del Novecento, seguendo una scansione ritmica di alcuni decenni che pone in chiara evidenza le trasformazioni del paesaggio e le fasi attraverso cui si realizzano.


Il racconto che emerge dalle carte viene integrato ed approfondito mediante stralci di progetti edilizi, fotografie storiche, documenti d’archivio e brani di libri che aggiungono ulteriori informazioni di carattere sociale, economico e storico ai dati urbanistici ed ambientali. In particolare, le parole di chi vive e lavora nell’area diventano preziose testimonianze sulla vita sociale ed economica del territorio e sulle modificazioni fisiche ed ambientali che vi si registrano.


Brevi note sulla cartografia storica



Come si è detto, solo dal Settecento la cartografia diventa strumento scientifico di rappresentazione e non più soltanto il prodotto di una interpretazione soggettiva. Le cartografie realizzate in Piemonte con metodologie scientifiche a partire da tale epoca, siano esse cartografie territoriali o catastali, fanno seguito alla volontà dei sovrani sabaudi di razionalizzare e rafforzare lo Stato, approfondendo la conoscenza del suo territorio e limitando i privilegi e le immunità nobiliari ed ecclesiastiche.


Gli strumenti utilizzati per fini fiscali, come i catasti, adottano sistematicamente una metodologia scientifica di misura e di rappresentazione. Le regole per la redazione dei nuovi catasti sono fissate nel Regio Biglietto del 5 Marzo 1739.


Principale novità è l’introduzione della misura parcellare: viene assunto come elemento base della misura del territorio la particella o “parcella”, ovvero la porzione di terreno che ha lo stesso tipo di coltivazione e lo stesso proprietario. Un prato e un campo appartenenti alla stessa persona, ad esempio, costituiscono due particelle diverse; due porzioni di uno stesso campo appartenenti a due proprietari costituiscono, a loro volta, due particelle diverse.L’altra grande novità del catasto settecentesco è la mappa, ossia la rappresentazione grafica del territorio misurato, laddove i precedenti catasti erano esclusivamente descrittivi.


I dati raccolti con le complesse operazioni di misura condotte sul campo portano a produrre vari tipi di documenti, che oggi diventano strumenti utilissimi per una indagine sul territorio storico: il “libro delle stazioni”, diario delle attività giornaliere di rilievo; il “sommarione”, volume che riporta l’indice delle particelle nell’ordine numerico in cui si susseguono sul terreno, affiancate dai nomi dei possessori, dall’indicazione della tipologia del bene e le particelle confinanti; il catasto, volume su cui compaiono in ordine alfabetico i nomi dei possessori, ad ognuno dei quali si accompagna la descrizione di tutti i beni posseduti (localizzazione, proprietà confinanti, superficie, stima) con i relativi numeri di particella; la mappa, che raffigura in modo geometrico complessivo il territorio della comunità, suddiviso in particelle numerate; il “libro figurato o campagnolo”, volume che riporta il rilievo percettivo di porzioni di territorio, accompagnato dalle relative annotazioni di misura; i “libri delle mutazioni e dei trasporti”, che documentano i cambiamenti di proprietà successivi al momento della rilevazione e della stesura della mappa.


Nel 1802, nelle fasi della prima occupazione francese del Piemonte, fu dato avvio alla realizzazione di un catasto “per masse di coltura”, detto “Napoleonico” o “Francese”, con lo scopo di valutare approssimativamente quantità e qualità dei beni immobili di ogni comune. La valutazione consentiva di fissare la quota di contribuzione spettante a ciascuno dei comuni, lasciando a questi l’onere di ripartire la quota tra i propri abitanti.


L’operazione prevedeva la misura (“l’arpentage”) del territorio, con la stesura di una mappa geometrica sulla quale erano individuate porzioni di coltura e qualità omogenee (“massa”) anche se appartenenti a proprietari diversi, contraddistinte da un numero progressivo. Si procedeva quindi alla stima (“expertise”) del reddito dei terreni misurati.


Questa procedura, oltre alla mappa, porta a compilare vari documenti: l’”État de section”, volume corrispondente al “sommarione”, recante l’elenco delle “particelle” con indicazione del proprietario, della superficie, della qualità e della rendita; la “matrice”, volume corrispondente al catasto, dove compaiono in ordine alfabetico i nomi dei proprietari con le particelle possedute; il “libro delle mutazioni”, ossia dei cambiamenti di proprietà.


I catasti successivi (Catasto Gatti, Catasto Rabbini, ecc.) reintrodurranno l’uso del particellare per definire la proprietà e l’uso dei beni immobili.

M. S. Ainardi e A. Depaoli

Il pubblico della mostra ha scritto:

  • 11 Dicembre 2008
    “Finalmente una cosa valida…continuate così” (Ettore)

  • 16 Dicembre 2008
    “ Un lavoro che permette di approfondire in modo concreto la conoscenza di un quartiere e della città in cui si vive. Complimenti” (Ilaria)

  • 14 gennaio 2009
    “ Un tuffo nel passato: 36 anni fa. Molto bello!!”

  • 21 gennaio 2009
    “ Descritta con molta chiarezza la mappa dei canali dei quali si trovano ancora tracce in Corso Appio Claudio e in via San Donato (tombini) Complimenti per il buon lavoro di documentazione svolto!”

  • 4 febbraio 2009
    “Complimenti per l’ottima mostra, era un’esigenza conoscere la storia dei quartieri per me che ci sono nato. Con la speranza di un ampliamento ( anche fotografico) vi rinnovo i miei complimenti”
    (Claudio)
  • 11 febbraio 2009
    “Molto interessante. La conoscenza del passato ci stimola ad agire più consapevolmente per l’ambiente in cui viviamo. BRAVI!”

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inserimento 13.1.2009 - a cura di Redazione web Circoscrizione 4 - Ufficio Comunicazione&Immagine
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