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DÀIMON 3

La comunicazione invisibile

Daimon3

Terza collettiva d'arte contemporanea sul tema dell'invisibile

Da un'idea di Simona Galeotti

Comitato artistico: Luca Andriolo, Michele Bramante, Gian Alberto Farinella, Elisabetta Tolosano

Artisti:

Filippo Armenise, Mauro Biffaro, Franco Borrelli, Marina Buratti, Sarah Bowyer, Gian Luigi Braggio, Cinzia Ceccarelli, Andrea Chidichimo, Gabriele Colletto, Roberta Fanti, Ferreri-Zarri, filisto251, Simona Galeotti, Annalisa Gallo, Sara Grazio, Domenico La Grotteria, Marco Lampis, Mariano Leotta, Bianca Maria Macario Gioia, Marco Morici, Chiara Paderi, Massimo Pagano, Andrea Paolini, Lisa Parmigiani, Erme Pomati, Dario Reteuna, Giovanni Robustelli, Valentina Ruospo, Maria Lucrezia Schiavarelli, Valter Luca Signorile, Antonella Taricco, Anna Maria Tina, Luciana Vannulli, Sasha Vinci, Elisabetta Zara.

Organizzazione:

ASSOCIAZIONE PARADIGMAVia Arsenale 27 Torino 10121 - 3332512971 - 3494686807

Partner dell'evento: CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO - CRISTAL EVENTS SOCIETY

 

Ex carcere "LE NUOVE", Via Paolo Borsellino 3, TORINO

INGRESSO DEGLI ARTISTI IN CARCERE: Giovedì 17 settembre, ore 14.

INAUGURAZIONE. Giovedì 24 settembre 2009 alle ore 19:00; durante l'inaugurazione si terranno varie performances a cura degli artisti in mostra.

 

APERTURA. Dal 25 settembre al 10 ottobre 2009 dal martedì alla domenica, dalle 15:00 alle 17:00, chiuso il Lunedì.

APERTURE STRAORDINARIE.

Giovedì 08 ottobre, ORE 21.00, tavola rotonda: Il carcere - Universo invisibile

INGRESSO GRATUITO - CATALOGO IN MOSTRA
 

L'associazione Paradigma prosegue il ciclo di mostre dedicate all'invisibile, proponendo un'esposizione collettiva all'interno dell'ex carcere cittadino denominato "Le Nuove".

Dopo le esperienze del Cimitero di San Pietro in Vincoli e dell'ex Ospedale Psichiatrico di Collegno, con il presente progetto Paradigma intende portare l'attenzione su un luogo deputato, di per sé, ad escludere dalla società - e quindi a rendere invisibile - soggetti ed eventi impregnati di drammaticità.

Il carcere è, infatti, il luogo ove taluni soggetti, a torto o a ragione, sono allontanati dalla collettività, dalla realtà sociale, dal quotidiano.

I reclusi, per antonomasia, integrano tutto ciò che la società non intende vedere e che vorrebbe cancellare dalla propria memoria; con la condanna e l'espiazione della pena, la società vuole cancellare l'evento criminale: non vuole più vedere il crimine, così, come non intende vedere la vittima del reato o dell'ingiustizia.

Il carcere è il luogo deputato alla trasformazione di soggetti e di eventi reali, in soggetti ed eventi invisibili, in quanto, attraverso tale metamorfosi, la società assolve se stessa dall'atrocità dell'evento criminale.

Ma all'interno della struttura di detenzione i soggetti, gli eventi e le realtà continuano ad esistere, creando un microcosmo sociale parallelo, con le sue regole, i suoi giudizi, i suoi esecutori.

Con Daimon 3, gli artisti dovranno confrontarsi con la struttura, con il luogo, con le anime che, per decenni, sono stati resi invisibili dalla e alla società.

Gli artisti, però, non si limiteranno a creare un'opera all'interno dello spazio, ma assimileranno l'essenza del luogo, l'universo di sofferenza e di disperazione che è rinchiuso all'interno delle mura e dei ferri!

Gli artisti, infatti, il 17 settembre, entreranno nel carcere e verranno sottoposto all'identificazione (fotoscegnaletica); a ciascuno verrà assegnata una cella (singola o in condivisione) ove vi rimarrà seguendo il regolamento penitenziario (orari dei pasti, limitazione della libertà personale, ora d'aria, assenza di comunicazione con l'esterno).

Con tale esperienza, l'opera concepita in precedenza potrà subire modifiche - anche sostanziali - a seguito delle emozioni e dell'esperienza di reclusione vissuta da ciascun artista.

Dàimon 3, pertanto, prosegue il ciclo delle precedenti edizioni: dall'invisibile del Cimitero di San Pietro in Vicoli, all'invisibile dell'ex Ospedale Psichiatrico di Collegno, all'invisibile del Carcere: un percorso che è anche cammino della vita e della storia umana; c'è, infatti, un'unica volontà, forse di salvezza collettiva, forse di benessere, forse di idolatria del soggetto perfetto, che è volta non solo ad allontanare, ma anche a rendere inesistente ciò che si ritiene non opportuno, non utile, non adeguato, non lecito.

Daimon 3 pone interrogativi ma non offre risposte, rimane aperto all'interpretazione del visitatore e presuppone, in sé, Daimon 4: l'anima mundi!.