CittAgorà
Periodico del Consiglio Comunale di Torino



Quella notte che Louis Armstrong dormì al Sitea...

14-09-2010

Il trentaquatrenne Louis Armstrong a Torino nel 1935 per due concerti. Una storia che tanti jazzofili torinesi hanno sentito almeno una volta di straforo, regalata dai racconti degli aficionados avanti negli anni. Ma che uno dei grandi della storia del jazz avesse dormito in una camera d'albergo del centro, al Grand Hotel Sitea di via Carlo Alberto, chissà quanti lo ricordano o l'hanno mai saputo. Il bar del Sitea
L'episodio riappare oggi dalle nebbie del passato per un fatto in sé già sorprendente per l'epoca. Far "scendere" a Torino dagli States nel febbraio del 1935, in epoca di fascismo imperante, critico verso il jazz, e di preparativi per la guerra in Abissinia, un musicista nero di pelle (anzi, "negro", si diceva e si sarebbe detto ancora per molto tempo con lo stesso significato dispregiativo del nigger americano) per due concerti in uno dei migliori teatri cittadini - il Chiarella in via Principe Tommaso (poi distrutto durante la guerra e diventato un cinema, oggi chiuso) - non fu affatto facile.
Ci riuscì un personaggio di rilievo, un altro di quei nomi evocativi del jazz torinese di quel periodo: lo studioso Alfredo Antonino, che all'epoca (udite udite) possedeva una collezione di oltre 300 dischi (naturalmente a 78 giri). Antonino Gli accordi prevedevano un solo concerto, ma il successo decretato dal pubblico (le cronache raccontano di applausi sperticati anche da parte dei non pochi gerarchi fascisti in divisa) costrinse a un inaspettato raddoppio dell'esibizione.
Sono passati qualcosa come 75 anni (e mezzo) dal quel 15 gennaio 1935. Una ricorrenza che il Sitea non ha voluto mancare. Venerdì 17 settembre l'albergo si trasformerà per una sera in un hot club in stile anni Trenta. Un incontro per intenditori nelle sale dell'albergo per ricordare quella notte torinese di "Satchmo". E' in programma un aperitivo musicale (rigorosamente a inviti) affidato ai virtuosismi del Louis Armstrong Tribute All Stars, formazione di musicisti italiani coordinata dal bassista Luciano Milanese che ripropone i brani del mitico trombettista di New Orleans.
Ma non finisce qui. Non era giusto rendere elitario ed esclusivo un appuntamento in memoria di un musicista così popolare. Da via Carlo Alberto a piazzale Valdo Fusi il tragitto è breve: alle 22 la formazione di Milanese si esibirà davanti a tutti al Jazz Club Torino per un concerto gratuito compreso nel programma di Mito (l'ex Settembre musica). Una grande notte lungo una scia ideale durata più di 75 anni. Il Louis Armstrong Tribute
Cosa ha significato Armstrong nella storia della musica lo ricorda bene il critico Michel Laverdure (dal Dizionario del Jazz - edizioni Mondadori): "Armstrong ha inventato il jazz che oggi conosciamo... primo e vero solista di jazz mostra liberamente il suo genio di improvvisatore per far assaporare nella sua totalità una sonorità senza eguali, cristallina, piena e calda allo stesso tempo. Inoltre, mentre i membri delle band da cui sono emersi i primi musicisti jazz erano tenuti a collocare le loro note con grande rigore, Louis sposta le sue, sia in anticipo, sia in ritardo sul tempo, e grazie a questa apparente disinvoltura genera lo swing. Come cantante Armstrong adotta la stessa impostazione. Con la sua voce rauca e velata non tiene conto della struttura intima delle parole scelte in quanto tali... e sfrutta solo le proprietà strettamente musicali delle sue parole. Si può quindi affermare che tutti i musicisti jazz hanno più o meno subito la sua influenza...".

Nella foto: Una bella immagine anni Trenta del bar al grand hotel Sitea. Più in basso: Alfredo Antonino, organizzatore dei concerti di Armstrong e fondatore del primo "Hot Club" italiano, in una silhouette di Piccinelli del 1945 e la formazione del Louis Armstrong Tribute All Stars

R.T.

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