CittAgorà
Periodico del Consiglio Comunale di Torino



Commemorazione Lamberto, l’intervento di Bonino

09-11-2007

Per molte ragioni mi è caro poter oggi ricordare la figura di Giuseppe Lamberto.
Lamberto è stato per molti anni Consigliere Comunale in quest’aula, eletto nelle file del Partito Socialista ed è stato, dagli anni del dopo guerra sino ai giorni nostri, un importante punto di riferimento per tanti giovani socialisti che come me, pur appartenendo a generazioni diverse, ebbero la fortuna di muovere i primi passi nella politica guidati da personaggi come lui usciti da un’esperienza terribile ed esaltante quale fu la Resistenza contro il fascismo.
Uomini che iniziarono il percorso della ricostruzione di un paese distrutto dalla guerra, impegnati sia sul fronte della politica che su quello professionale ma sempre animati da uno spirito di servizio a favore dei più deboli, degli emarginati, del riscatto della classe operaia, lottando e credendo in ideali di giustizia e di democrazia.
E poi mi lega a Lamberto anche un motivo personale, la lunga affettuosa amicizia, che dura dai tempi delle scuole superiori, con il suo unico e amato figlio Duccio che oggi è qui con noi per ricordare il padre e che saluto con grande affetto.
Giuseppe Lamberto laureato in lettere e filosofia ebbe un percorso professionale di tutto rispetto. Dagli inizi come professore fu poi l’interesse per l’economia ad occupare la sua vita lavorativa. Assunto alle Cartiere Burgo nel 1946 compie tutto il percorso lavorativo sino a diventare direttore del personale, sarà anche consigliere alla SIPRA nel 1966, vice direttore SIP nel 68’, vice presidente e poi presidente SEAT sino al 1987 poi consigliere d’amministrazione STET. Grande amico di Paolo Grassi (il cofondatore del Piccolo Teatro di Milano, sovrintendente alla Scala e presidente della Rai) Lamberto visse anche un’interessante stagione ricca di soddisfazioni culturali negli anni 70’ quando lasciata la Burgo diventò direttore generale della Fonit – Cetra ove curò importanti collane letterarie e musicali.
Ecco, sono questi alcuni dei momenti di una straordinaria vita professionale che ho voluto ricordare poiché servono ad apprezzare ancora di più la figura di Lamberto; del ragazzo cresciuto in una famiglia poverissima di Saluzzo, del partigiano legato al mondo degli umili e degli operai da cui proveniva e che come amava ricordare per questo dovette più di altri affrontare enormi difficoltà che lo temprarono e gli consentirono di dedicarsi alle lotte sociali e al riscatto dei ceti più deboli, anche sfruttando le posizioni di prestigio a cui il lavoro l’aveva promosso.
Giuseppe Lamberto nel Partito Socialista piemontese rappresentò l’ala morandiana e di Rodolfo Morandi, figura di grande statura intellettuale e morale del socialismo italiano, fu ammiratore e amico. Nel 1942 a soli 19 anni aderisce al movimento dell’antifascismo militante. In quegli anni a Cuneo conosce Duccio Galimberti e a Torino frequenta Ada Marchesini Gobetti, nella cui casa conosce Salvatorelli, Luigi D’Oreste, Giuseppe Marchesini e tanti altri antifascisti che contribuirono a rafforzare il carattere e la formazione politica del giovane Lamberto. Poi l’8 settembre, Lamberto entra in clandestinità e partecipa alla lotta partigiana nella Seconda Divisione Giustizia e Libertà comandata da Detto Del Mastro e Giorgio Bocca (che avrebbe poi costituito la Decima Divisione in Monferrato). Quale rappresentante del Partito d’Azione, all’interno del comitato dei partiti antifascisti, l’11 settembre del 1943 firma la dichiarazione di resistenza della città di Saluzzo. Dal Partito d’Azione, a cui giovanissimo aveva aderito, dopo la liberazione confluisce nel PSI assieme a molti altri compagni. L’amicizia con Morandi lo porta poi assieme a pochi altri al tentativo, durato una breve stagione, per la ricostruzione del PSIUP. E’ di questo periodo nei primi anni 50’ l’inizio della carriera professionale che abbiamo ricordato e che procederà per tutta la vita parallela all’impegno politico.
Nel 1949 è Segretario del PSI di Cuneo e dagli anni 50’ in poi ricopre cariche di grande rilevanza nel PSI torinese, vice segretario e responsabile degli Enti Locali e dal 1958 negli organi nazionali del partito con ruoli di grande prestigio.
Viene eletto Consigliere Comunale di Torino nel 1956, carica che ricoprirà ininterrottamente sino al 1969 quando si dimette per dedicarsi alla delicata ristrutturazione delle Cartiere Burgo in atto in quegli anni, che attuerà con successo, ricoprendo contemporaneamente altri importanti incarichi affidatigli dal Partito. In Consiglio Comunale Giuseppe Lamberto ebbe, a cavallo degli anni 60, come colleghi, molti nomi noti del mondo della politica torinese. Ricordo solo alcuni nomi di compagni socialisti che con lui divisero quegli anni difficili, come Vera Pagella, Frida Malan, Gino Castagno, Giovanni Astengo, Salvatore Paonni, Annibale Carli, o ancora, a testimonianza di una stagione politica intensa, personalità di altri partiti come Carlo Donat – Cattin, Diego Novelli, Andrea Sergio Garavini, Giuseppe Romita e molti altri che da destra a sinistra fecero la storia di Torino di quegli anni. Una stagione legata alla ricostruzione e all’espansione della Città. Dai banchi dell’opposizione, per lunghi anni, Lamberto seppe dare un contributo determinante. Il dialogo con i cittadini era costante, si andava nelle sezioni, nelle borgate, vivendo ed ascoltando il disagio dei più poveri, della grande immigrazione meridionale attratta dal lavoro nelle grandi industrie, che poi veniva portato in quest’aula con appassionata e partecipata commozione ed impegno. Ed è per questo che oggi con piacere e con commozione mi onoro ricordare la figura di Giuseppe Lamberto, Beppe, come lo chiamavamo tutti noi, il figlio di operai, il partigiano, il professore, il dirigente, il compagno socialista che visse e morì da vero laico, il consigliere comunale che con la limpida e schietta semplicità tipica delle sue genti, con la tenacia di chi ha dovuto lottare, per affermarsi e per affermare i principi e negli ideali di democrazia e solidarietà in cui ha creduto, ha speso una vita intera.
Questo era Lamberto un uomo di grande statura morale che non ha mai amato i clamori dell’apparire ma ha sempre privilegiato la modestia di chi sa farsi valere con la concretezza dell’operare e la certezza delle proprie idee. Egli ha onorato con la sua presenza questa sala consigliare e per noi resta un esempio che siamo lieti di ricordare e di celebrare.

Il consigliere
Gian Luigi Bonino

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