Immagine - testata del sito web della Casa dell'Affidamento


Divisione Servizi Sociali


"Casa dell'affido"




Comune di Torino > Sanità e Servizi Sociali > La "Casa dell'Affidamento" > Alcune esperienze..  


Mamma Carmen, Giulia e il sostegno di Flora e Claudio



Quando è nata, Giulia non stava tanto bene; Carmen, la mamma, non era riuscita a smettere di assumere sostanze stupefacenti durante la gravidanza, anche se aveva desiderato con tutta se stessa di diventare mamma.
Carmen era giovanissima: aveva poco più di vent'anni ma avrebbe potuto scrivere un romanzo della sua storia così drammatica e difficile, piena di abbandoni e delusioni, di cadute e di riprese, di solitudine e dolore fin da quando era bambina, fino a quando la sua memoria riusciva ad arrivare. Alcuni periodi della sua vita erano stati così densi di sofferenza che neanche riusciva a ricordarli. Il compagno di Carmen, quando aveva saputo della gravidanza, era sparito, aveva cambiato aria; si era spaventato: non aveva proprio messo in conto di diventare padre, non certo adesso con tutte le cose che gli giravano per la testa! Aveva conosciuto Carmen là, nel luogo in cui quelli che come loro cercano di cancellare le angosce di ogni giorno, sanno dove andare; si ritrovavano tutte le sere e avevano deciso di tenersi compagnia, di scaldarsi quando il freddo raggiungeva le loro ossa e impietriva il loro cuore fino quasi a farlo smettere di pulsare; certo, però, non pensavano proprio di mettere su famiglia!
Poiché Carmen non era in condizioni di occuparsi della figlia, il Tribunale per i Minorenni aveva stabilito che la bimba, temporaneamente, non avrebbe potuto rientrare a casa con la sua mamma. Giulia sarebbe stata accolta da una famiglia affidataria; ai Servizi sociali e sanitari il Tribunale assegnava il compito di proporre alla mamma un percorso che l'avrebbe aiutata a prendere coscienza della sua condizione, ad affrontare e superare le difficoltà che le impedivano, ora, di prendersi cura della sua bambina.
Quando l'aveva saputo, Carmen aveva pianto e urlato, si era disperata, avrebbe voluto spaccare tutto. La sua mente ed il suo corpo si erano preparati ad accudire ed a nutrire la sua creatura ed ora qualcun altro, un'altra mamma, avrebbe abbracciato la sua Giulia, avrebbe consolato i suoi pianti, osservato i primi sorrisi. Non riusciva proprio ad accettarlo, anche se nel profondo di se stessa sapeva che a sua figlia avrebbe potuto dare ben poco, messa com'era. In un istante, le attraversarono la mente alcuni episodi della sua infanzia e il desiderio, ancora vivo, di braccia calde e sicure dentro alle quali abbandonarsi… Si era alla fine rassegnata, Carmen; altri avevano deciso per la sua bambina. Ma per la sua vita no, qualcosa poteva ancora decidere lei; aveva provato tante volte ad uscirne ma non ne era mai stata capace; sempre, la sua vita, l'aveva riportata là.
Ora però sentiva che era diverso dalle altre volte, che c'era più forza dentro di lei; la sua creatura aveva iniziato a cambiarla, potevano mettere insieme le energie, poteva almeno provarci, pensare che qualcuno l'avrebbe aiutata a credere, almeno per un momento, in lei. Forse, questa volta, Carmen avrebbe potuto farcela e Giulia tornare da lei, da una mamma un po' più serena, un po' meno fragile, rassicurante ed affettuosa, una mamma di cui essere fiera! Pochi giorni dopo la nascita di Giulia, l'assistente sociale Francesca aveva chiamato Flora e Claudio. Era da poco iniziata l'estate e tutti stavano facendo progetti e preparativi per le vacanze, anche la loro famiglia li stava facendo. Si sa, quando l'assistente sociale telefona, c'è sempre qualche novità; anche se l'aveva presa alla lontana "Come state? E' da un po' che non ci sentiamo, siete in partenza per le ferie?". Flora e Claudio sapevano cosa stava loro per chiedere; d'altra parte non era la prima volta visto che avevano già accolto altri tre bimbi piccoli nella loro famiglia: due erano rientrati presso i loro genitori naturali, mentre uno lo avevano accompagnato verso la famiglia che lo avrebbe adottato. Erano state esperienze molto diverse tra loro, molto impegnative e talvolta faticose, ma intense, coinvolgenti e preziose per Flora, Claudio ed i loro due figli, che avevano nuovamente offerto la loro disponibilità ad accogliere un bimbo o una bimba. Sapevano bene che era solo per il tempo necessario al tribunale per decidere se i piccoli potevano rientrare con la loro famiglia o andare in adozione. "Allora Francesca, ci conosciamo da molto tempo, che cosa vuoi dirci?" aveva chiesto Flora, impaziente, all'assistente sociale.
E così una nuova storia era iniziata, le storie di Giulia e della famiglia di Flora e Claudio si erano incontrate. Sapevano che i loro programmi estivi si dovevano modificare, che i mesi successivi si sarebbero organizzati in funzione della nuova arrivata; era necessario garantirle l'affetto, le cure e la stabilità di cui aveva bisogno e consentirle di incontrare con frequenza mamma Carmen che, nel frattempo, aveva iniziato un percorso faticoso ma pieno di speranza. Ne valeva la pena, sarebbe stata comunque un'estate meravigliosa.
Forse, questa volta, Carmen potrà farcela e la sua bimba tornare da lei, da una mamma più serena, un po' meno fragile, rassicurante ed affettuosa, una mamma di cui essere fiera! E poi Giulia è una bambina, proprio come aveva sognato in gravidanza, una bambina alla quale provare a restituire quello che lei, da piccola, non aveva mai ricevuto. E quel nome così bello e dolce l'aveva scelto perché le ricordava, quella volta che, al centro diurno, era tornata piangendo e la signorina Giulia l'aveva abbracciata forte, consolata ed accarezzata sulla testa, come una mamma.
Anche Flora e Claudio vogliono bene a Giulia come una mamma ed un papà ma non vogliono portargliela via; l'accompagneranno per un pezzo della sua vita, scriveranno con lei il primo capitolo della sua storia e l'aiuteranno a voler bene ancora di più a Carmen.



Torna indietro | Stampa questa pagina | Torna all'inizio della pagina

Condizioni d'uso, privacy e cookieDichiarazione di accessibilità