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Cenni storici sull’illuminazione pubblica di Torino

La prima idea di illuminazione della città di Torino risale al 1675, anno in cui "Madama Reale" Giovanna Battista manifesta al Consiglio della Città l'intenzione di "… tenere lanterne sopra li cantoni accese di notte ad effetto che si potesse camminare per la città…".

Prima di quella data i torinesi che uscivano di notte dovevano provvedere ad illuminarsi personalmente la via con torce, candele o lampade ad olio, mentre a seguito della decisione della “Madama Reale” le strade vennero illuminate da lanterne sorrette da pali in legno o da bracci sporgenti dai muri dei più importanti palazzi.
Una radicale trasformazione fu messa in atto sotto Vittorio Amedeo III: nel 1782, l’architetto Dellala di Beinasco progettò un tipo di illuminazione che poteva competere con i sistemi di illuminazione allora in vigore a Parigi, Londra, Madrid e Vienna: 625 lanterne, di cui 212 a 4 fiamme, 63 a 3 fiamme e 350 a 2 fiamme, parte a olio, parte a sego.

Nel 1826 venne redatto un vasto piano d’illuminazione e l'ingegner Barone ebbe l'incarico di redigere un progetto che prevedeva la localizzazione di 123 fanali denominati "Bordier" a sospensione.
A partire dal 1846, in seguito all'introduzione del sistema di alimentazione a gas, venne individuata una serie completa di apparecchi, il cui disegno si differenziava in base alla loro ubicazione: candelabri semplici o a bracci multipli nelle piazze o nelle vie principali, esclusivamente a braccio a parete nelle vie secondarie, lampioni appesi alle catene delle volte sotto i portici. Tra il 1850 ed il 1860 vennero soppressi 170 lampioni ad olio e sostituiti con 712 fanali a gas.

Intanto avevano inizio le prime prove per l'impiego dell’energia elettrica come impianto di illuminazione, la realizzazione della lampadina elettrica fece fare un passo avanti nella storia dell'illuminazione.

Nel maggio 1884 fu inaugurato il primo impianto di illuminazione elettrica a Torino, in piazza Carlo Felice, con 12 lampade ad arco Siemens da 800 candele; pochi anni dopo furono illuminate via Po, via Roma, piazza San Carlo e piazza Vittorio Emanuele.
L'Amministrazione guidata del sindaco Frola portò il Comune, nel 1907, all'istituzione dell'Azienda Elettrica Municipale.

Nel 1911, durante l’Esposizione Internazionale di Torino, fu sperimentato un impianto di illuminazione con lampade in serie per i corsi Cairoli e Massimo D’Azeglio.
Nel 1924 Torino poteva vantare il servizio di illuminazione pubblica più moderno e ricco di tutte le città italiane, tant’è che nel 1928 fu applicato per la prima volta il comando centrale di accensione e spegnimento delle lampade.

Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta Torino diventò una delle città europee all’avanguardia nella illuminazione pubblica. In particolare dal 1931 al 1937 fu realizzato il nuovo impianto di illuminazione di Via Roma.
I preparativi per le celebrazioni del centenario dell'Unità d’Italia diedero un grande impulso al miglioramento della illuminazione pubblica sia nell’area espositiva, sia nel resto della città e per l'occasione furono installati numerosi ed innovativi impianti. Torino cominciò così ad essere definita nuova Ville lumière e, proprio a partire dagli anni '60, l'illuminazione pubblica rivelò per la prima volta un risvolto artistico, come dimostrarono i giochi di luce delle fontane e i suggestivi scorci del Parco del Valentino.

In accordo con le raccomandazioni espresse dall'AIDI e dalla CIE, l'AEM formulò nel 1973 un piano globale per la ristrutturazione dell'illuminazione urbana, denominato "Piano per il potenziamento dell'illuminazione pubblica di Torino".

Tra il 1973 ed il 1986 la maggior parte delle principali vie cittadine risultava ancora illuminata con sorgenti ad incandescenza e, in parte, con tubi fluorescenti.
Nel 1978 il Comune avviò una nuova politica di rinnovi in funzione dell'obsolescenza degli impianti, della frequenza dei guasti e delle indicazioni fornite dalle Autorità di Pubblica Sicurezza.

Nel 1986 all'AEM (dagli anni Ottanta, AEM Torino mutò la propria denominazione sociale e divenne Azienda Energetica Municipale) venne affidato l'intero servizio di illuminazione pubblica.
Il "Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale e dell’Illuminazione Decorativa" fu progettato nel 1999 dall’AEM, in collaborazione con l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris e il Settore Arredo e Immagine Urbana della Città.

Nato dall'esigenza di ridisegnare e modellare la città di notte, le linee guida del Piano sono state di riferimento per gli interventi di rinnovo degli impianti di illuminazione nell’ultimo decennio e in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006.

Oltre al potenziamento dell’illuminazione funzionale delle vie cittadine, notevole incremento ha avuto anche l’illuminazione decorativa di piazze e vie del centro, di monumenti, palazzi, chiese e dei portici cittadini.
Dal 2006 il servizio di illuminazione pubblica di Torino è gestito da Iride Servizi S.p.A., una delle società nate dalla fusione tra AEM Torino ed AMGA Genova; dal 2010, dopo la fusione con ENIA Parma, fa parte del Gruppo IREN.

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Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 2012

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