Archivio storico della Città di Torino



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Dipingere la parola: logo della mostra

L'ARTE DELLA SCRITTURA

di Luciana Manzo

Dipingere la parola è una mostra dedicata all'arte della scrittura, la più decisiva tra le invenzioni che hanno consentito all'uomo di erigere quell'imponente edificio che chiamiamo civiltà; alla scrittura come tecnica per la conservazione della memoria che ha assunto nel corso del tempo forme differenti a seconda degli usi e delle tendenze stilistiche. Chi però si aspettasse preziosi codici riccamente miniati evocanti le atmosfere degli scriptoria monastici resterebbe deluso. Quelle esposte sono carte relative a scritture pubbliche e private redatte e conservate nell'ambito dell'attività politica, amministrativa e diplomatica della città; realizzate in un arco di tempo che va dal XII al XIX secolo, esse costituiscono innanzi tutto esempi di scritture documentarie nella loro evoluzione formale e tecnica.
L'eventuale presenza di sigilli e di iniziali riccamente decorate, nonché la cura formale complessiva dell'atto sottolineano le caratteristiche peculiari delle produzioni documentarie delle diverse cancellerie (cittadine, ducali, imperiali…) e costituiscono elementi di immediata riconoscibilità dell'autorità emanante e del grado di solennità del documento.
La lingua è generalmente il latino, utilizzato nelle carte torinesi indifferentemente dalla materia trattata fino all'avvento di Emanuele Filiberto, quando per volontà ducale l'italiano assurge al rango di lingua scritta negli atti politico - amministrativi.
La materia scrittoria è nella maggioranza dei casi la pergamena, pelle animale conciata e preparata in modo da poter accogliere la scrittura. Materiale estremamente resistente e costoso, viene impiegato in Occidente a partire dal VII secolo. Anche se già dal XIII secolo la carta ottenuta con la macerazione di stracci entra nell'uso comune, essa viene destinata ad atti di scarsa importanza, mentre per i documenti più solenni la pergamena continua ad essere usata fino al XIX secolo.
Si scriveva con calami - cannucce temperate a punta più o meno aguzza a seconda delle necessità, oppure con penne di volatile fatte essiccare e successivamente appuntite.
L'inchiostro, encaustum, era fatto di nero fumo e di gomma, o di noce di galla e gomma, ma erano in uso anche inchiostri metallici a base di vetriolo. In caso di errore o di necessità la pergamena veniva raschiata, così da poter essere nuovamente utilizzata. La squadratura e la rigatura dei fogli era ottenuta con l'uso di compassi e di punteruoli guidati da un righello.

Anche dopo l'invenzione della stampa permangono per secoli territori della scrittura riservati esclusivamente alla penna. L'insegnamento della calligrafia mantiene ancora nell'Ottocento un posto di rilievo nel programma educativo dei giovani, come argomenta Giuseppe Savant, maestro e autore di numerosi manuali di calligrafia pubblicati a Torino tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento:

«La scrittura, comecché serve alla mente, e vale co' suoi segni ad esternare, come la viva voce co' suoni gli intellettuali concetti dell'anima spirituale, cioè li pensieri, gli affetti e li bisogni, ed è via ed istromento del sapere, deve a gran ragione considerarsi come una delle parti più essenziali dell'educazione della gioventù; né si debbe trasandare da alcuno di qualunque condizione egli siasi.
Noi, lasciata a' Gramatici, a' Rettorici, a' Filosofanti la cura dell'insegnamento circa l'ordine, la precisione, l'eleganza dell'educazione, onde tramandare per ottime scritture a' coetanei e a' posteri profonde dottrine e sublimi pensamenti, abbiamo tolto per nostra parte l'insegnamento del materiale della scrittura, cioè il dichiarare le ottime ed approvate regole per bene riguardare ed architettare le lettere, e gentilmente dipingere la parola; che è ciò che si chiama l'Arte della Bella Scrittura».

I manuali dell'epoca si diffondono in minuziose prescrizioni da seguire per elaborare una scrittura elegantemente tracciata; esse contemplano l'altezza del tavolo, l'illuminazione, la postura del corpo, del polso e della mano. Propongono inoltre esercizi preparatori in ottemperanza a canoni rigorosamente codificati relativi alle forme, alle dimensioni e alle proporzione delle lettere. Le tavole esemplificative così elaborate sono estremamente raffinate ed eleganti, spesso impreziosite da virtuosismi che avvicinano la scrittura alla pittura.

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