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PRIMO RESOCONTO DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA DI ESPERTI IN MATERIA DI INQUINAMENTO DA MICROPOLVERI E DI MISURE PER LA QUALITÀ DELL'ARIA.

Tale Commissione consultiva di esperti è stata istituita con deliberazione della Giunta Comunale n° 06829/21 del 25 luglio 2000. Fino ad oggi la Commissione si è riunita tre volte. Ha presieduto alle riunioni l'Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile del Comune di Torino Paolo Hutter.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione ed approvato questo documento come titolari:
dr. Enrico Garrou - Direttore del Dipartimento Subprovinciale dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte;
prof. Evasio Lavagno - Dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino;
prof. Dario Malosti - ENEA SIRE;
prof. Claudio Minero - Dipartimento di Chimica Analitica dell'Università degli Studi di Torino;
dr. Paolo Natale - Direttore del Dipartimento Subprovinciale di Torino dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte.
Hanno partecipato alle riunioni della Commissione come sostituti:
dr. Francesco Lollobrigida (sostituto dr. Enrico Garrou)
dr. Valter Maurino (sostituto prof. Claudio Minero);
dr. Mauro Grosa (sostituto dr. Paolo Natale).
Hanno inoltre partecipato ai lavori della Commissione (ed approvato questo documento) come invitati permanenti:
dott. E. C. Bason (ATM);
ing. Rossana Barletta (ATM);
dott. E. C. Bason (ATM);
dott. Marco Bono - Funzione 5T ATM;
ing. Pier Luigi Gentile - Direttore Pianificazione e Mobility Management ATM;
arch. Giovanni Foti - Direttore Funzione 5T ATM.

Pur proseguendo l'analisi e la discussione sulla situazione dell'inquinamento a Torino la Commissione può cominciare a confermare alcune valutazioni che sono alla base dei provvedimenti assunti o da assumere per contenere le emissioni e di conseguenza le concentrazioni di Pm 10 nell'aria.
Evidentemente i fattori meteorologici determinano le concentrazioni in misura molto maggiore di quanto non lo facciano i mutamenti che avvengono in questi anni, o che sono ipotizzabili a breve termine, nella quantità e nella qualità delle emissioni di Pm 10, le quali sono prodotte principalmente dal traffico e da altri fenomeni ad esso strettamente collegati (come la perdita di inquinanti dai serbatoi delle auto ferme).
I fattori meteorologici sono quelli che garantiscono, o meno, la dispersione degli inquinanti in generale, e quindi anche del Pm 10. La capacità di dispersione degli inquinanti non è facilmente quantificabile con una indicazione misurata in termini numerici, perché è il frutto di diversi fattori (vento, pioggia, pressione, temperatura, durata dell'insolazione, altezza dello strato di rimescolamento dell'atmosfera ecc) e manca al momento uno strumento che misuri un fattore che li possa sintetizzare.

E' possibile dunque che l'aumento delle concentrazioni di Pm 10 verificatosi nell'area torinese ( sia paragonando l'autunno-inverno 98/99 con l'autunno-inverno 99/00 che paragonando i primi mesi del 2000 col 99 ) sia dovuto più a fattori meteorologici che all'aumento del traffico. Va considerato tuttavia che le condizioni meteorologiche degli ultimi mesi del 99 e dei primi mesi del 00 non sono state eccezionali e che potrebbero ripetersi. E per quanto riguarda il traffico privato va considerato che la tendenza spontanea all'aumento è nazionale e che anche l'aumento congiunturale del traffico merci sulla tangenziale di Torino dovuto alla chiusura del Monte Bianco è destinato a prolungarsi almeno fino alla tarda primavera del 01.
Ragioni obiettive inducono quindi alla necessità sia di rafforzare la guardia per il rispetto delle regole esistenti (controllo e repressione dei "fumi neri" innanzitutto) sia di varare nuovi provvedimenti.
La correlazione tra traffico e Pm 10 è sostenuta dalla letteratura scientifica ed è alla base di recenti provvedimenti legislativi quali il Dpm cosiddetto sul benzene del 99 e l'ordinanza applicativa della legge regionale lombarda contro l'inquinamento atmosferico. ( In proposito, in assenza di disposizioni regionali o provinciali in materia, la Commissione suggerisce di proseguire più con il metodo di restrizioni preannunciate e programmate che con quello di provvedimenti presi sulla base delle rilevazioni del giorno prima, anche perché il sistema di rilevazione più attendibile del Pm 10 è quello disponibile solo dopo 48 ore).
La Commissione ha comunque iniziato anche una verifica più puntuale della correlazione traffico/Pm 10 nel concreto della situazione torinese degli ultimi mesi. L'Arpa sottolinea una correlazione piuttosto netta tra CO ( tipica emissione da traffico) e Pm 10 nella centralina di via Consolata. I dati quantitativi sul traffico calcolati con il sistema delle spire di 5 T, pur incompleti, mostrano una correlazione meno facilmente leggibile, ma comunque già indicativa di un'informazione preziosa. E cioè che il giovedì è diventato nei primi tre mesi del 2000 il giorno meno trafficato tra quelli tradizionalmente più intensi ( e cioè dal martedì al venerdì ) e che a questa sia pur piccola riduzione ha corrisposto una più marcata riduzione della concentrazione di Pm 10 (valore giorno medio 108 mg/m3 - media del giovedì 93 mg/m3). Nella seconda metà del 99 invece la concentrazione di Pm 10 era più alta proprio al giovedì e negli anni precedenti il giovedì era perlomeno in linea con i giorni centrali della settimana. Appare dunque non casuale il rapporto tra questi dati e il cosiddetto giovedì del polmone. Da aprile in poi il giovedì solo anti "vecchiodiesel" ha mostrato una minore efficacia, anche perché non esteso ai comuni dell'hinterland dove presumibilmente è intenso il trasporto merci. ( E tuttavia il giovedì non è ridiventato il giorno con più alte concentrazioni). Sono comunque doverose misure di limitazione del traffico e di disincentivazione dei diesel pre Direttiva 94, soprattutto nel campo del trasporto merci perchè i diesel sono i principali emettitori diretti del Pm 10 primario. Dagli altri veicoli, e in particolare dalle auto a benzina non catalizzate, vengono invece altre sostanze che formano successivamente il Pm 10 secondario, anche nei giorni successivi all'emissione diretta. La Commissione suggerisce di estendere ad altri giorni della settimana blocchi con un orario abbastanza consistente, piuttosto che sperimentare orari brevi. Ma condizione fondamentale per l'efficacia di questi provvedimenti è che non siano limitati al centro, che ne sia verificata l'applicazione in periferia, e che si punti al coinvolgimento dell'intera area metropolitana.
Per quanto riguarda le domeniche a piedi sono state troppo poche per trarre indicazioni dettagliate anche se è evidente che la spontanea riduzione domenicale del traffico non basta a far rientrare neanche quel giorno nell'obiettivo di non superare i 40 mcg /m3 e che quindi provvedimenti dedicati alla domenica sono più che giustificati.
Più in generale la Commissione concorda sull'importanza e la positività di incentivare l'uso del metano da autotrazione, mentre considera ancora meritevole di approfondimento un giudizio sui nuovi diesel e sull' additivo Gecam nel gasolio.
Per quanto riguarda la proposta di lavare o bagnare le strade in funzione anti Pm 10, può ridurre la nocività o l'allergenicità di ciò che si respira al livello stradale, anche se non è tuttora provato che un lavaggio delle strade, per quanto sistematico possa ridurre le concentrazioni:
Sul riscaldamento la Commissione proseguirà la discussione ma nella consapevolezza che il confronto tra i dati di consumo del combustibile (le tipologie di impianto e il numero di emettitori) per il riscaldamento versus quelli per il traffico induce a pensare che si tratti di un problema minore nei confronti di quello più acuto del traffico.

SECONDO DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA DI ESPERTI IN MATERIA DI INQUINAMENTO
DA MICROPOLVERI E DI MISURE PER LA QUALITÀ DELL'ARIA:
IL CONTRIBUTO DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
ALLE EMISSIONI DI PM10

Tale Commissione consultiva di esperti è stata istituita con deliberazione della Giunta Comunale n° 06829/21 del 25 luglio 2000. Hanno partecipato ai lavori della Commissione come titolari:
dr. Enrico Garrou - Direttore del Dipartimento Subprovinciale dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte;
prof. Evasio Lavagno - Dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino;
prof. Dario Malosti - ENEA SIRE;
prof. Claudio Minero - Dipartimento di Chimica Analitica dell'Università degli Studi di Torino;
dr. Paolo Natale - Direttore del Dipartimento Subprovinciale di Torino dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte.
Hanno partecipato alle riunioni della Commissione come sostituti:
dr. Francesco Lollobrigida (sostituto dr. Enrico Garrou)
dr. Valter Maurino (sostituto prof. Claudio Minero);
dr. Mauro Grosa (sostituto dr. Paolo Natale).
Hanno inoltre partecipato ai lavori della Commissione come invitati permanenti:
dott. E. C. Bason (ATM);
ing. Rossana Barletta (ATM);
dott. E. C. Bason (ATM);
dott. Marco Bono - Funzione 5T ATM;
ing. Pier Luigi Gentile - Direttore Pianificazione e Mobility Management ATM;
arch. Giovanni Foti - Direttore Funzione 5T ATM.

 

Dei 130.000 impianti di riscaldamento esistenti a Torino la maggior parte vengono alimentati a metano.
Nel 1997 nel settore complessivo degli usi civili il consumo era così ripartito: 49% di gas naturale, 22% di gasolio, 2% G.P.L., 5% fluido convettore, 22% di energia elettrica. Considerando quasi tutto destinato ad usi diversi dal riscaldamento il 22% di energia elettrica, ne deriva in prima approssimazione che nella peggiore delle ipotesi è a gasolio il 25% del consumo per riscaldamento, mentre il carbone non raggiunge l'1%.
Nel 1997, le vendite di prodotti petroliferi sono state, nell'intera Provincia di Torino, pari a circa 1,7 milioni di tonnellate di petrolio equivalente, di cui circa la metà ( 860 mila tep) era costituita da gasolio, destinato sia all'autotrazione (536 mila tep) che al riscaldamento (280 mila tep), mentre le vendite di benzina sono state pari a circa 735 mila tep.
Il consumo di gas naturale è stato pari a circa 2,8 miliardi di m3, associabile per circa la metà alle reti cittadine e quindi prevalentemente ai consumi delle residenze.
Le quote dei contributi del gasolio e del gas naturale al riscaldamento degli ambienti sono rispettivamente del 20 e del 75 %.
Considerando che il consumo di gasolio per riscaldamento si realizza solo per circa sei mesi, si evidenzia come nel periodo ottobre - aprile le due modalità di impiego (autotrazione e riscaldamento) abbiano praticamente la stessa intensità, anche se si deve considerare la modulazione di quest'ultima in relazione all'andamento climatico.
È evidente che il numero di bruciatori e di punti di emissione e le condizioni di impiego del carburante gasolio per il riscaldamento producono emissioni di PT e di PM10 notevolmente inferiori a quelle prodotte dalle stesse quantità di gasolio per autotrazione (questo vale anche per quelle singole giornate in cui, a causa del freddo, la quantità di gasolio bruciato per il riscaldamento fosse superiore a quella del gasolio utilizzato per autotrazione).
In questi ultimi anni in Italia la progressiva metanizzazione e l'utilizzo di combustibili a basso tenore di zolfo hanno contribuito a ridurre le emissioni di micropolveri prodotte dal riscaldamento, mentre dall'altra parte, sono aumentate le emissioni di micropolveri dovute all'incremento del traffico veicolare (nota bene: all'emissione del particolato primario contribuiscono sia il traffico che gli impianti di riscaldamento. Per quanto concerne quest'ultimo, l'entità delle emissioni delle micropolveri dipende dalla tipologia di combustibile utilizzato: il metano non emette PM, il gasolio emette PM in funzione del tenore di zolfo, la legna da ardere è il combustibile che emette più PM per unità di calore prodotto).
Il trend ci fa immaginare che in quest'ultimo periodo a Torino ci sia stato un aumento del consumo di gasolio utilizzato per autotrazione rispetto a quello che viene utilizzato negli impianti di riscaldamento.
La Commissione, pur sottolineando la necessità di dare inizio ad una serie di controlli sugli impianti di riscaldamento, è concorde nel considerare quest'ultimo problema meno rilevante rispetto a quello più acuto del traffico.

 

Torino, 3 ottobre 2000: documento approvato all'unanimità dalla Commissione.