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Quali sono le cause dell'inquinamento dell'aria?

Ultimo aggiornamento 02.04.2020, 13:00

Quali veicoli inquinano di più?

Il traffico veicolare rappresenta il fattore fondamentale su cui agire. Ad esso è imputata la principale quota di emissioni di sostanze inquinanti e, oltre alla qualità dell'aria, ha forti impatti sull'occupazione del territorio, sul consumo di combustibili con relativa emissione di CO2 e sull'inquinamento acustico.
I nuovi provvedimenti di limitazione del traffico, adottati per far fronte agli episodi acuti di inquinamento, introducono limitazioni più restrittive soprattutto nei confronti dei veicoli diesel, che, così come sottolineato ancora una volta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) nel report sulla qualità dell’aria 2016, sono i principali responsabili delle emissioni di PM10 ed NOx. I suddetti provvedimenti sono adottati in sintonia con l’ambito sovracomunale e in coerenza con quanto previsto anche da altre città del nord e soprattutto del bacino padano.
Data la complessità dei fenomeni che portano alla formazione del particolato secondario, la conformazione geografica della la Pianura padana che favorisce il ristagno dell'aria e la necessità di azioni condivise su scala ampia, le limitazioni possono non tradursi in riduzioni immediate di PM10 e NOx. In ogni caso tali limitazioni sono utili a ridurre gli inquinanti e non aggravare ulteriormente la situazione.

PARTICOLATO SOSPESO FINE (PM10)

Il particolato atmosferico è un insieme di particelle, solide e liquide, con una grande varietà di caratteristiche fisiche, chimiche, geometriche e morfologiche.

Il particolato misurato in aria ambiente è una miscela di due componenti:

  1. una di tipo “primario”, costituita da particelle emesse direttamente come tali da una o più fonti e rappresenta principalmente la frazione grossolana;
  2. una di tipo “secondario”, originata da complessi fenomeni chimico-fisici che avvengono in atmosfera su grande scala spaziale e temporale e comportano la trasformazione in particolato di sostanze che originariamente erano state emesse in forma gassosa (i cosiddetti “precursori”, tra i quali principalmente gli ossidi di azoto).È costituita principalmente dalla frazione “fine”.

La percentuale di particolato secondario nel particolato totale è significativa, di norma dell’ordine del 50% su base annuale ma può arrivare a costituire anche il 60-70% del PM10 totale misurato.  Questo fenomeno è comune all’intera area padana in quanto i fenomeni di formazione secondaria avvengono per loro natura su grande scala spaziale. In particolare le percentuali più alte si riferiscono al periodo invernale, poiché più alta è la concentrazione di nitrato, che rappresenta la componente principale del secondario e le condizioni meteo climatiche invernali (basse temperature, umidità elevata) contribuiscono all’incremento della concentrazione di tali composti. Inoltre la condizione di stabilità atmosferica e i prolungati periodi invernali caratterizzati da assenza di precipitazioni non favoriscono la dispersione degli inquinanti presenti nell’aria. Peraltro, a causa degli effetti dei cambiamenti climatici in atto, la suddetta situazione potrebbe accentuarsi e/o verificarsi sempre più frequentemente favorendo quindi l’incremento delle concentrazioni inquinanti.

Secondo l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), per la Città di Torino la causa principale della componente primaria del particolato è il trasporto su strada, responsabile per circa l’82% della presenza di tale inquinante, la cui genesi è dovuta principalmente alle emissioni dei veicoli e, in percentuali ridotte, al consumo di freni, pneumatici e al risollevamento delle polveri depositate, per cause naturali o legate allo stesso traffico.

PM10

 

  • Produzione energia e trasformazione combustibili - 1,09 t
  • Combustione non Industriale - 28,07 t
  • Combustione nell'Industria - 3,44 t
  • Processi Produttivi - 12,69 t
  • Uso di Solventi - 15,03 t
  • Trasporto su Strada - 545,33 t
  • Altre sorgenti mobili e macchinari - 4,49 t
  • Trattamento e smaltimento rifiuti – 9,02 t
  • Agricoltura – 0,12 t 
  • Altre Sorgenti e Assorbimenti – 46,01 t
  • TOTALE - 665,28 t

Fonte dati: IREA 2010

Focalizzando l’attenzione sul settore “trasporto su strada”, che risulta essere, per la Città di Torino, la principale fonte della componente primaria del particolato, si evidenzia che i veicoli alimentati a diesel fino all’euro 4 emettono una quantità di polveri decisamente più alta rispetto a quelli alimentati a benzina. Diversa è, invece, la situazione per i veicoli diesel euro 5 ed euro 6, che, grazie all’installazione del FAP, sembrerebbero essere caratterizzati da emissioni di PM10 analoghe a quelle dei veicoli a benzina e quindi contribuiscono allo stesso modo alla formazione del particolato primario. Non ancora risolto è invece il problema delle emissioni di ossidi di azoto anche sui veicoli diesel più recenti.

OSSIDI DI AZOTO (NOx)

Con il termine NOx vengono indicati generalmente l’insieme dei due più importanti ossidi di azoto a livello di inquinamento atmosferico ossia l’ossido di azoto (NO) e il biossido di azoto (NO2), che si producono come sottoprodotti di una combustione che avviene utilizzando l’aria come comburente. La quantità e la qualità della miscela di NOx dipende dalla sostanza combusta e dalle condizioni in cui avviene la combustione. In particolare, il biossido di azoto è da ritenersi fra gli inquinanti atmosferici maggiormente pericolosi, sia perché è per sua natura irritante, sia perché è un precursore di altre sostanze inquinanti, come il particolato e l’ozono.
Secondo l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), per la Città di Torino la causa principale delle emissioni di ossidi di azoto è il trasporto su strada.
 

NOX
  • Produzione energia e trasformazione combustibili - 551,66 t
  • Combustione non industriale - 557,09 t
  • Combustione nell'industria - 1475,87 t
  • Processi Produttivi - 99,57 t
  • Trasporto su Strada - 3959,21 t
  • Altre sorgenti mobili e macchinari – 40,24 t
  • Trattamento e Smaltimento Rifiuti - 1039,85 t
  • Agricoltura – 0,30 t
  • Altre sorgenti e assorbimenti - 3,36 t
  • TOTALE - 7727,15 t

Fonte dati: IREA 2010

L'entità delle emissioni di NOx può variare anche in funzione delle caratteristiche, dello stato del motore e delle modalità di utilizzo dell'autoveicolo (velocità, accelerazione ecc.). In generale l'emissione di ossidi di azoto è maggiore quando il motore funziona ad elevato numero di giri.
Anche per quanto riguarda gli NOx, i veicoli alimentati a diesel sono maggiormente responsabili delle relative emissioni rispetto ai veicoli alimentati a benzina (soprattutto sui veicoli più recenti). Peraltro il report sulla qualità dell’aria 2016 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) evidenzia discrepanze significative tra i valori di NOx rilevati dal regime di monitoraggio in ambiente controllato e quelli osservati in condizioni reali di guida anche per i veicoli diesel più recenti, come di seguito visualizzato.

 

GAP NOX

OZONO (O3)

L'ozono, che è un gas altamente reattivo dotato di elevato potere ossidante, non ha sorgenti dirette, ma si forma all'interno di un ciclo di reazioni fitochimiche che coinvolgono in particolare gli ossidi di azoto e la presenza di composti organici volatili. Tali reazioni vengono attivate da alte temperature; per questo si registrano valori più elevati di ozono nei mesi estivi, in concomitanza di un intenso irraggiamento solare ed in estati particolarmente calde.
Per ottenere dei risultati significativi nella diminuzione della concentrazione di Ozono si deve pertanto incidere più marcatamente sulla riduzione degli Ossidi di Azoto che ne sono i precursori.
 

Ridurre il traffico è una priorità ambientale e uno dei principali impegni assunti da questa Amministrazione nonché previsti dalle leggi europee, nazionali e regionali.
 

Per approfondimenti:


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